Padre Ripamonti ricorda Martini


"Dobbiamo imparare a convivere come diversi non solo per cultura, ma anche per etnia e religione. Dobbiamo imparare a convivere come diversi, non distruggendoci e non ghettizzandoci, neppure soltanto tollerandoci, ma fermentandoci e vivificandoci a vicenda".

Oltre 10 anni fa queste parole venivano pronunciate dal cardinal Carlo Maria Martini, che avrebbe compiuto oggi novant'anni (15 febbraio 1927), in un incontro fatto a Napoli a un gruppo di giovani studenti di teologia di cui facevo parte. Le sue parole, in modo lucido, coraggioso e saggio, hanno sempre cercato di trovare le vie del dialogo e della convivenza pacifica. Anche in quella occasione tracciavano un cammino e prospettavano orizzonti diversi da quelli che oggi ci troviamo a vivere non senza una certa preoccupazione. In questi giorni provocano allarme le immagini in cui la polizia negli Stati Uniti identifica e rimpatria tutti gli immigrati irregolari. Desta grave preoccupazione l'idea di voler separare famiglie che vivono il paradosso di essere costituite da genitori in posizione di irregolarità e figli nati invece sul suolo americano e quindi cittadini. E le cose non cambiano se guardiano alle vicende di casa nostra. L'azione del Consiglio dei Ministri, che attraverso decreti legge attua disposizioni urgenti sul fenomeno migratorio, ci lascia amareggiati...

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