Estate di fuoco. L'ennesima


Estate di fuoco in Campania ma non solo per i roghi con oltre 100 ettari bruciati del Parco protetto del Vesuvio, quasi una corona di fuoco che abbraccia la costa visibile del vulcano con colonne di grigio fumo che si elevava al cielo, su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Napoli per disastro ambientale e distruzione di habitat protetto.

Nello stesso tempo Comuni, associazioni e Comitati di cittadini della “terra dei fuochi” si sono mobilitati il 14 luglio a Napoli in prossimità della stazione Toledo con questo slogan: “La terra brucia come non mai prima”, per chiedere più coordinamento tra le forze dell’ordine, prevenzione ed azioni concordate per risolvere i problemi della “terra dei fuochi”. E’ allarme a Scampia perché di notte (ma non solo) quando c’è poco controllo, nel campo Rom di Cupa Perillo e in altre zone si danno alle fiamme materiali di ogni genere, e la mattina l’aria è irrespirabile, come ha efficacemente osservato Rosario Esposito La Rossa.

L’allarme e le preoccupazioni di gruppi di cittadini di Scampia sono stati raccolti all’interno della VIII Municipalità con vari intenti sia dalla locale maggioranza del PD sia dagli agguerriti gruppi di consiglieri che fanno capo a DEMA ed ai gruppi di maggioranza del Comune. Questi ultimi hanno promosso nella scorsa settimana con cittadini ed associazioni nell’Aula consiliare una libera ed approfondita discussione per focalizzare ciò che è monte di questi episodi tossici per la salute dei cittadini. A monte, come è noto, sono gli sversamenti illegali nottetempo di vari materiali di risulta che danno luogo a roghi tossici che avvelenano l’aria di tutti. 

Pur nella richiesta sacrosanta di sanzionamento di questi reati di sversamento illegali e dei roghi tossici, l'approccio non consente se non strumentalmente di stabilire un’equazione tra roghi tossici appiccati “stupidamente” da qualche mano e la intera popolazione dei Rom che risiede in quel campo, costretta a subire gli effetti nocivi alla salute degli incendi, che non sono approvati da abitanti preoccupati e consapevoli, come mi è stato esplicitamente detto in conversazioni private.

In questa riflessione - dalla finestra della mia camera posso osservare quasi giornalmente roghi e fumi di varia intensità, allertando i vigili del fuoco -, al di fuori di interessi politici o ideologici, tento di esprimere alcuni elementi di un approccio che ritengo “razionale” per dissipare veli che offuscano ad arte le cause, la dimensione e le responsabilità di questi fenomeni, ed i provvedimenti da invocare. A mia conoscenza, ma potrei sbagliare, l’interrogativo che si pone è perché proprio in queste settimane in sede istituzionale si riscopre un fenomeno che persiste da anni, per cui Comitati di cittadini in passato si sono mobilitati con articolate proposte. Chiaramente per mancate risposte da parte delle istituzioni e soprattutto mancato efficace sanzionamento degli sversamenti illegali operati da imprenditori senza scrupoli... 

Ci indigna che questo possa costituire un cavallo di troia per inaccettabili bonifiche etniche escludenti, a cui ci opporremo in ogni caso, gettando la colpa degli attentati alla salute di tutti su alcuni untori di manzoniana memoria per piccoli interessi di bottega, trovando capri espiatori a crisi di altra natura. Sono intenti “disgustosi” che non vanno premiati. Ragionando ulteriormente, pur in presenza di attentati alla salute da controllare ed impedire, è illecito da parte di cosiddetti “imprenditori della paura” montare il problema oltre il necessario, perché si induce un “panico” dagli esiti non controllabili, solamente per conquistare o conservare il consenso di clientele locali manovrate.

Si tratta insomma di non cadere preda di politicanti “imprenditori della paura”, ma approfondire conoscenze, verificare dati, discorsi, proposte ed azioni risolutive, per non trovarsi la prossima estate con gli stessi problemi. Può sembrare strano, ma è sotto gli occhi di tutti che si tratta di eliminare le discariche di rifiuti che si sono accumulate negli anni nel campo di Cupa Perillo, e che richiamano sversamenti illegali. E naturalmente di sanzionare sia gli imprenditori che operano scarichi illegali, sia le mani che appiccano fuoco a materiali nocivi. Pare che nei giorni scorsi qualche operazione del genere sia cominciata, che le forze dell’ordine abbiano bloccato dei camion in procinto di scaricare illegalmente. Ci auguriamo che questo sanzionamento continui con determinazione con l’attenzione dei cittadini, perché primariamente occorre invocare provvedimenti “normali” e la loro attuazione, senza richiedere necessariamente l’intervento dell’esercito per farsi belli di fronte alle proprie clientele locali...

Commenti

Più letti