Noi non siamo animali (Alex Zanotelli)



"Noi non siamo animali!", così mi apostrofò con tanta rabbia in corpo una donna rom del campo di  via Brecce. "Noi non siamo animali! Voi ci emarginate, ci disprezzate, ci sfruttate e poi ci buttate fuori di qui". 

La Procura di Napoli aveva infatti già deciso da un anno che il campo rom di via Brecce a Napoli doveva essere sgomberato perché tossico. Ma a nulla valsero i tentativi fatti per trovare un'alternativa ai 1300 rom residenti. Così il giorno 11 giugno il campo di via Brecce fu demolito. Il Comune di Napoli trovò uno spazio in via del Riposo (a fianco del Cimitero Monumentale), nell'area del vecchio campo rom demolito, per soli 130 rom. Amnesty International ha definito quel campo un 'lager'! Gli altri rom, oltre un migliaio, si sono dispersi, inserendosi dove hanno potuto e creando così nuovi ghetti: circa centocinquanta sono riusciti a trovare 'casa' nella ex-manifattura Tabacchi, sempre in zona Gianturco. 

Pochi giorni fa sono stati raggiunti da un'altra ordinanza della Procura di Napoli che impone loro di uscire dalla struttura entro il primo agosto perché quell'edificio è di proprietà privata e per di più pericolante. 

Il 14 luglio abbiamo fatto un sit in davanti al Comune con i rom e i loro bambini (tanti e belli) per chiedere uno spazio alternativo ove sistemarsi, ma soprattutto per chiedere l'acqua! È incredibile che questi rom siano stati senz'acqua in giornate così torride. Abbiamo ottenuto un tavolo in Comune dove siamo riusciti a garantire l'acqua, ma non un luogo alternativo. Eppure un giovane rom, J., con le lacrime agli occhi e con la voce rotta dalla commozione, ha implorato l'ass. Gaeta di trovare per loro un angolo. Nulla! È una vergogna!

La stesse sorte toccherà ora i rom di Cupa Perillo a Scampia: questo è forse il più antico campo rom di Napoli dove vivono circa 500 rom slavi,fuggiti dalle guerre in Jugoslavia negli anni novanta. Molti sono anche cittadini italiani. Metà della popolazione è costituita da minori che frequentano la scuola pubblica. La Procura dì Napoli ha deciso di nuovo di sgomberare il campo entro l'11 settembre per occupazione abusiva del terreno e roghi tossici. Come anticipazione, la Procura ha mandato la Polizia a demolire sei baracche ritenute vuote (invece erano abitate!).

Per rispondere a questa emergenza ci siamo trovati il 20 luglio vicino al campo di Cupa Perillo. Erano presenti una settantina di rom insieme alle realtà religiose e laiche di Scampia e la Rete che opera a favore del popolo rom. È stato unanimemente deciso che i rom non usciranno dal campo, se prima non verrà loro assegnato un luogo alternativo. Ci siamo ritrovati di nuovo il 24 luglio per un'altra assemblea, ancora più partecipata della prima. Abbiamo insieme deciso un sit in davanti al Comune il 28 luglio alle ore 10 per chiedere un'alternativa all'attuale campo. 

Quello che sta avvenendo al popolo rom qui a Napoli è per me incomprensibile. Trovo incomprensibile l'accanimento delle istituzioni nei confronti dei rom di Napoli. È incomprensibile per me che la Procura di Napoli continui ad emanare decreti di demolizione dei campi per queste ragioni, senza offrire loro alternative. È una giustizia giusta questa? Altrettanto incomprensibili per me le parole razziste nei confronti dei rom del nostro governatore De Luca che continua a dire che bisogna fare piazza pulita dei campi, ma senza offrire loro alternative! Purtroppo non esiste alcuna politica nei loro confronti. È incomprensibile per me la quasi totale assenza della Prefettura in questa grave situazione umanitaria, pur avendo fra le mani 14 milioni di euro destinati ai rom!
Ed è altrettanto incomprensibile che il Comune di Napoli non abbia una progettualità politica. Sembra che stia rincorrendo solo emergenze. Ha demolito i campi di via del Riposo, via Virginia Wolf, via delle Brecce (Gianturco) ed ora Cupa Perillo, senza offrire alternative serie. 

Come fa Napoli a gloriarsi di essere una città accogliente? "Capro espiatorio da secoli - scrive in una lettera pastorale l'arcivescovo dì Torino Cesare Nosiglia - fino allo sterminio nazista del secolo scorso, i rom e i sinti rivelano la disumanità di una convivenza, la nostra, che vuol dirsi civile, ma lascia nella miseria più nera e nell'emarginazione più amara i figli del popolo più giovane d'Europa".
Come missionario e prete non posso accettare questa politica becera. La vera politica parte sempre dagli ultimi (ora gli ultimi sono i rom!) per il riconoscimento dei loro diritti fondamentali. I rom non sono animali, sono cittadini!

Alex Zanotelli 
Napoli, 27 luglio 2017

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