Violenza giovanile, Scampia di nuovo in marcia


Ampio rilievo è stato dato dai servizi TV al lungo e compatto corteo di studenti degli Istituti scolastici dell’area Nord di Napoli, di associazioni del territorio, delle madri dei giovani vittime di gratuite aggressioni da parte delle “babygang” nelle scorse settimane, per dire un NO corale alla violenza di giovani contro altri giovani. E’ tuttora persistente il pregiudizio nei confronti del quartiere Scampia come terra di “Gomorra”, alimentato per sua parte dalla fiction televisiva, quando come è noto - anche se non sufficientemente divulgata - è stata portata a termine l’eliminazione delle principali piazze di spaccio della droga da parte delle forze dell’ordine ormai da cinque anni a questa parte. 


Scampia non è la “bella addormentata” che si risveglia in determinate occasioni, quando proprio in questi giorni ferve da parte di gruppi, associazioni, istituti scolastici la preparazione del 36° Carnevale di Scampia promosso dal Gridas di Felice Pignataro, un evento culturale nazionale, e centro di aggregazione negli ultimi anni per carnevali sociali di altri quartieri della città. E’ riconosciuto e vivo da decenni un ampio e variegato tessuto sociale di decine di associazioni e comitati di promozione sociale e culturale: per le giovani generazioni, per contrastare il disagio sociale di famiglie e singoli, a favore di categorie marginali come le popolazioni Rom insediate sul territorio. In difesa di queste ultime, oggetto di aggressioni da parte di minoritari imprenditori della paura per scopi elettoralistici, tra cui il violento e presumibilmente doloso incendio del campo Rom di Cupa Perillo, si sono mobilitati associazioni e comitati del territorio per la difesa ed il riconoscimento dei diritti umani loro riconosciuti.

Sugli episodi violenza minorile e giovanile in questi giorni si sono moltiplicati i discorsi ed i tentativi di analisi talora generalizzanti che richiedono più accurata attenzione alle diverse dimensioni del fenomeno. Per quanto riguarda le manifestazioni della violenza minorile e giovanile, a nostro avviso, bisogna analiticamente distinguere le cosiddette ”babygang” di minori che cercano scontro ed affermazione (non solo per risentimento) verso ragazzi di famiglie più privilegiate, anche fuori del proprio territorio nei luoghi della movida; e i gruppi di giovani che a scopo intimidatorio a cavallo di una moto sparando danno luogo nel proprio o altrui territorio alle cosiddette “stese”, in un humus non solo di mentalità camorristica, e che può contribuire ad un loro riconoscimento ed assunzione da parte di gruppi locali della criminalità organizzata. In questi ultimissimi giorni un video divulgato da questo giornale ha mostrato le aggressioni notturne a clochard inermi nella Galleria Umberto da parte di gruppi giovanili forse provenienti dai quartieri soprastanti, che è a nostro avviso la manifestazione più grave. 

In questo contesto bisogna rilevare non solo accademicamente una trasformazione della socializzazione giovanile che si realizza normalmente oltre la famiglia nei “peer group” in legami di conoscenza, amicizia e scambio, in gruppi di “babygang” per l’età minore di coloro che si raggruppano per imprese di scontro ed aggressione per riconoscimento ed affermazione nei confronti di altri gruppi giovanili. Queste distinzioni gruppali presuppongono luoghi di formazione e trasmissione di subculture devianti, con linguaggi verbali e non nei luoghi di vita, cioè in enclaves culturali devianti, in condomini popolari o meno su cui bisogna aprire dei varchi per rompere l’isolamento e la prigionia di culture date per scontate, senza alternative credibili.

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