tag:blogger.com,1999:blog-12928108676265041412024-03-27T07:37:05.418+01:00Pensieri in libertàil blog di Domenico Pizzuti, un gesuita tra Napoli e ScampiaDomenico Pizzutihttp://www.blogger.com/profile/07988749889478441950noreply@blogger.comBlogger788125tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-26165409636440284432024-03-22T23:08:00.003+01:002024-03-22T23:08:27.432+01:00A chi appartiene la politica estera?<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ un “mantra” quella che la Giorgia Meloni ripete, anche contro l’evidenza dei fatti cioè delle differenze di posizioni ed opinioni di vicepremier come il leghista Salvini, riguardante la asserita “coesione” della maggioranza di governo che presiede con la sua incessante presa di parola su tutti i problemi (Il mio amico F. in proposito mi faceva presente che Mario Draghi non ne aveva bisogno). In merito, al di là di singole differenziazioni che talora collidono con la politica di governo da parte di vicepremier come l’irrequieto Matteo Salvini si può osservare che sono espedienti di pura propaganda elettorale per rafforzare il suo consenso nella platea elettori e non ultimo nella Lega lombarda di cui è Segretario, ed esprimono in ogni caso la “competizione” esistente anche all’interno degli alleati della maggioranza di governo per un apparizione in più negli schermi della TV “meloniana” e marcare la sua esistenza oltre a rivendicare la costruzione del ponte di Messina che a nostro avviso, tecnologicamente è fattibile ma finora bloccata da pesantezze non solo burocratiche e dei consigli di amministrazione del progettp che ha consumato negli anni risorse destinate a questa opera.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’occasione di questo rinnovato “mantra” meloniano di una maggioranza di governo “coesa”anche in politica estera è stata certo una improvvida ma voluta affermazione di Salvini riguardante l’ elezione del Presidente della Federazione russa Putin con una c.d. maggioranza bulgara dell’88 % dei votanti, perché a suo dire “un popolo ha sempre ragione quando vota” che secondo alcuni giornalisti significava “un inchino a Putin”, smentito dall’altro vicepremier Tajani sulle pressioni e violenze esercitate su gli elettori della Federazione russa. E’ stata l’occasione per ribadire da parte della premier che la “politica estera” del governo appartiene al vicepremier Tajani che non manca di intervenire su questi temi in Italia ed Europa con competenza ed equilibrio, ma mette in rilievo alcune contraddizioni sulle modalità di gestione della “politica estera” del nostro paese. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In varie c.d. missioni all’estero con gli aerei della “Repubblica italiana” in bella mostra: per esempio recentemente a Washington con Biden ed in Canadà Trudeau non affiancava la premier il Ministro degli esteri Tajani, così pure al Cairo nell’incontro Ue con l’autocrate Al Sisi, come mi sembra fosse una modalità della diplomazia nelle relazioni internazionali. Forse nella mia memoria erano presenti gli ambasciatori con la feluca come usava negli incontri nazionali e nella rappresentanza internazionale. La rilevanza assunta dalla leadership pop personalizzata anche della nostra Sibilla romana, che abbiamo più volte rilevato che non significa approvazione dello studioso di queste torsioni di comportamenti nella gestione della politica estera, perché comporta una personalizzazione degli stessi incontri internazionali a vantaggio della stessa Giorgia Meloni che alla discesa dall’aereo riceve gli onori del picchetto militare e si fa fotografare negli incontri bilaterali con i vari capi di stato africani autocrati a cui si destinano risorse dall’Ue e non solo dell’Italia secondo il Piano Mattei come in un primo momento si è fatto credere agli ingenui cittadini.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In fine della settimana scorsa è stata diffusa una foto dell’incontro trilaterale di Weimar che vedeva nella stretta di mani insieme il Presidente Macron, il premier germanico Scholtz, ed il nuovo premier polacco Tusk invitato esplicitamente dai primi due. A prima vista mancava la nostra premier Meloni non invitata all’incontro sembra per dissapori con il presidente Macron. Con fondamento non solo da questa foto si può asserire che si manifesta un certo isolamento della nostra Giorgia in Europa che non torna a nostro vantaggio.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-69756472563244510892024-03-22T23:05:00.000+01:002024-03-22T23:05:00.303+01:00L'inquilino. LIndagine sulla crisi del sistema politico, di Lucia Annunziata (recensione)<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788807493478_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="510" height="561" src="https://www.ibs.it/images/9788807493478_0_536_0_75.jpg" width="358" /></a></div><br /></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">Il titolo di questa voluminosa indagine sulla crisi del sistema politico dell’Italia “<b>L’Inquilino</b>” (pp.583), fa riferimento ad un quadro visto dall’Annunziata in un aula di Palazzo Madama Senato che riproduce le famose catalinarie di Marco Tullio Cicerone nel Senato di Roma a cui viene affidata la salvezza dello Stato, che si definisce “Inquilinus civis urbis Romae”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"Un inquilino, un mero affittuario di un posto nella città che rappresenta la civiltà di Roma" (p, 13). Che si tradurrebbe oggi “nelle mani di chi è la democrazia” con evidente richiamo al passaggio transeunte di diversi capi di governo a Palazzo Chigi nel decennio 2011-2022 (meri affittuari) che vengono analizzati con dovizia di dati, documenti, testimonianze e considerazioni della stessa Autrice. L’esposizione si svolge come un unico tessuto, scandito in 8 sezioni riguardanti i governi dei diversi inquilini di Palazzo Chigi da Monti a Draghi con la sua mancata elezione a Presidente della Repubblica, ogni sezione a sua volta suddivisa in parti. Un grande affresco del sistema politico italiano nel periodo indagato di godibile lettura per gli appassionati della politica del e nel nostro paese.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dal 2011 al 2022 in Italia si sono succeduti sette governi guidati da sei premier, di cui quattro non erano neppure eletti in Parlamento: Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte, Mario Draghi, Nemmeno l’uomo che ha saputo fronteggiare il default economico dell’Europa è sopravvissuto al collasso del sistema politico italiano. Gli inquilini di Palazzo Chigi si sono susseguiti con impressionante rapidità, formando governi deboli segnati da ascese clamorose ed altrettanto rapide sconfitte. Lucia Annunziata racconta la cronaca delle ore più drammatiche della storia recente, dalla crisi economica, al Covid, alla guerra in Ucraina. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Governo dopo governo, queste pagine affrontano la fine della fiducia nei partiti, lo svuotamento del Parlamento, e i patti con cui viene scelto il presidente del Consiglio, l’itinerario dei vari governi, e le ragioni del loro rapido logorarsi. La crisi del sistema politico italiano non nasce certo con la scelta del tecnico Monti. La sfiducia nella politica esisteva già nella società italiana, La politica nazionale oscillava da tempo tra paura e rabbia per la sua irrilevanza. La distanza fra i cittadini di tutte le convinzioni politiche e le istituzioni si rivelava enorme. Finisce anticipatamente anche il governo Draghi e questa volta si va infine a nuove elezioni. Troppo drammatico lo stato dell’Europa e dell’Italia per perdere altro tempo (p.22).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con documenti e interviste inedite, Lucia Annunziata ha scandagliato gli ultimi dieci anni della politica italiana come non aveva fatto mai nessuno. Oggi andare a fondo di una diagnosi della gestione politica del nostro paese significa secondo questa analisi misurarsi con la deriva populista della storia repubblicana. Sette governi con sei presidenti. Per dieci anni a Palazzo Chigi sono entrati uomini non indicati direttamente da elezioni politiche: inquilini provvisori di abitanti del potere. Un tentativo di arginare la deriva populista che ha finito per consegnare il Paese alla destra (“L’Italia nelle braccia di Giorgia”, p. 23). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A Giorgia Meloni appena insediatisi a Palazzo Chigi, l’Autrice dedica nell’Introduzione un lucido profilo sulle radici ideologiche del partito Fratelli d’Italia da lei fondato con l’avvertenza che alla data del novembre 2022 "E troppo presto per dire qualunque altra cosa" (p.23).(vedi la recente ricerca di Salvatore Vassallo-Rinaldo Vignati, Fratelli di Giorgia. Il Partito della destra nazional-conservatrice, Il Mulino 2023, pp.291). Forse andava sottolineato che Giorgia Meloni con il partito Fratelli d’Italia al governo con una maggioranza di destra-destra eletta nelle elezioni politiche del 25 settembre a modo suo intendeva rispondere alla crisi del sistema politico analizzata nel volume.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo libro nasce con l’intenzione di ricostruire il decennio passato, di offrire materiale per una riflessione su quello che è stato e le sue conseguenze. Per questa ricostruzione ha utilizzato, oltre alle sue esperienze di testimone diretta di molti degli eventi descritti, la consultazione di documenti e dei calendari politici del Parlamento e una serie di interviste con i protagonisti di queste esperienze. "Questi dialoghi sono, soprattutto, la parte che aggiungono alla ricostruzione “politica” le voci di dentro di quella esperienza. Un aspetto che ho trovato emozionante perché la storia dei governi è anche e soprattutto la storia degli uomini e delle donne che li fanno, quell’elemento personale di leadership che funziona o meno, ma alla fine costituisce sempre il fattore umano imprescindibile per capire e spiegare i percorsi politici" (p. 24). Nella parte terza, al capitolo “O capitano! Mio capitano”, L’Annunziata si prova a delineare le figure dei principali politici della convulsa elezione del nuovo presidente della Repubblica, gennaio 2022: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, Enrico Letta, Giuseppe Conte, Matteo Renzi (pp.522-527), e i loro atteggiarsi in essa e le relative scelte.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa indagine della crisi del nostro sistema politico non è solo una cronaca, e tanto meno un reportage giornalistico ma, a nostro avviso, una “lettura” documentata ed analizzata degli eventi raccontati con uno stile piano e chiaro, una opera di letteratura politica di un periodo storico della nostra politica che per la mole di dati ed analisi può interessare non solo persone di età ma servire allo stesso insegnamento scolastico dei giovani per avere strumenti di lettura di un passato vicino.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-12359399234977755462024-03-08T00:31:00.003+01:002024-03-08T00:31:23.439+01:00Antifascismo letterario di Scurati (recensione)<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://m.media-amazon.com/images/I/51zAjwQeiyL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="534" height="800" src="https://m.media-amazon.com/images/I/51zAjwQeiyL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg" width="534" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il recente prezioso volumetto del noto scrittore Antonio Scurati, <b><i>Fascismo e populismo. Mussolini oggi</i></b>, Bompiani, Firenze - Milano, 2023, pp.93, è una felice sorpresa per chi non ha seguito le fatiche letterarie dello scrittore specialmente il primo romanzo dedicato al fascismo e a Benito Mussolini “M. Il figlio del secolo” (2018), in vetta alle classifiche per due anni consecutivi, vincitore del Premio Strega 2019, che diventerà una serie televisiva. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’autore fa presente che questo testo trae origine da un discorso con cui intervenne alle Rencontres internationales de Genéve il 29 settembre 2022 e conserva il timbro di una orazione civile e la commozione che caratterizza quel testo in considerazione del momento particolare in cui fu concepito e pronunciato cioè quello in cui “i miei concittadini hanno espresso la volontà che a governare l’Italia sia un partito di estrema destra i cui esponenti di vertice hanno tutti una storia personale biografica e politica che proviene dal neofascismo” (Ib. p.16). Aggiungiamo il recente tentativo in Italia ed in Europa di “normalizzare” le varie destre e partiti populisti e sovranisti specialmente in riferimento alle prossime elezioni europee.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le aspirazioni letterarie dell’Autore coincisero con il desiderio di “raccontare gli antifascisti, non certo i fascisti”, “Formatomi nella cultura antifascista del tardo Novecento incentrata sul ‘mito resistenziale, cioè sul racconto della Resistenza al nazifascismo come narrazione fondativa della nostra democrazia, non ho mai subito la fascinazione - nemmeno intellettuale ed artistico - della figura del duce del fascismo” (Ib., pp. 18-19), e quindi di narrare “il fascismo attraverso l’antifascismo”. Se questa rivoluzione narrativa non fosse avvenuta, il fascismo sarebbe rimasto il grande rimosso della coscienza nazionale, come uno spettro avrebbe continuato a infestare la nostra casa comune. Questo il progetto concepito per il volume M. é l’ispirazione o approccio del presente volumetto che continua una rivoluzione narrativa su solida base storica esplorata dall’A. in precedenti progetti e narrazioni sul fascismo che sono stati dati alle stampe. Si tratta chiaramente secondo le intenzioni e la formazione dell’A. di un apprezzabile e risvegliante “Antifascismo letterario”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La tessitura di questo testo o orazione civile è dedicato a tre passaggi storici: Fascismo, Populismo, Democrazia. Dopo un’ ampia ed elevata riflessione sulla Storia con la S maiuscula ed il suo aspetto esistenziale e coinvolgente che porta l’A. a scrivere sull’impegno della Storia: “la storia non è mai scritta una volta per tutte, la storia è sempre lotta per la storia. La storia siamo noi” (Ib., p, 14). Può quindi esprimere il giudizio che “ il fascismo primo-novecentesco un fenomeno eminentemente storico, cioè un movimento politico della storia nella duplice accezione soggettiva e oggettiva del genitivo - cioè un prodotto della storia e, simultaneamente, un momento di brusco mutamento - non è suscettibile di presentarsi nella medesima forma” (Ib,, p.30). La scoperta dell’ A. del Mussolini che parla alle “folle oceaniche” dal balcone di Palazzo Venezia è “Il Mussolini populista”. Sotto questo profilo Mussolini non fu solo l’inventore del fascismo, ma anche l’ideatore di quella prassi, comunicazione e leadership politica che oggi chiamiamo populismo-sovranista. “Non dobbiamo quindi guardare soltanto al Mussolini stupratore dell’Italia, ma anche al Mussolini suo seduttore (...) che coincide con il suo volto populista” (Ib., p. 51).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci ha particolarmente interessato la riflessione dedicata al Populismo, perché delinea alcune caratteristiche capaci di definire la fisionomia politica del populismo e soprattutto la forma della sua leadership, che assumono l’aspetto di vere e proprie regole, di precetti, procedimenti, tecniche politiche che consentirono al duce del fascismo, insieme alla violenza squadrista di sedurre l’Italia, dopo averla stuprata. Le regole che individuano con grande il populismo e soprattutto la leadership populista sono espresse in queste voci: Personalizzazione autoritaria; polemica antiparlamentaria; guidare seguendo; politica della paura; commutare la paura in odio; semplificare la vita moderna; comunicare al corpo con il corpo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’insieme di questi principi delinea la preferibilità dell’autoritarismo alla democrazia, che i populisti di oggi negano pur non esimendosi dall’erodere le istituzioni democratiche. Rimane il fatto che i populisti di ieri e di oggi sono accumunati dal rappresentare una minaccia per la qualità e pienezza della vita democratica riassunta nella centralità autoritaria del “capo”, del leader in cui il popolo si incarnerebbe. Per non citare fatti di casa nostra, il Presidente degli Usa Joe Biden in questi giorni nella polemica con l’avversario Trump gli addebita di rappresentare una minaccia per la democrazia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’ultimo passaggio del libretto riguarda la Democrazia, e richiama una verità semplice ma esatta, incontrovertibile e fondamentale riguardante la natura stessa della democrazia, “ la democrazia non è figlia del caso ma nemmeno della necessità, non è un dono del cielo, è una conquista, la storia della democrazia è fuor di ogni dubbio, la storia della lotta per essa” (Ib., p. 90) In tal modo si chiude il cerchio con l’iniziale richiamo: “La la storia è sempre lotta per la storia. La storia siamo noi” (Ib., p. 14).</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-10920030158359455202024-02-28T16:05:00.001+01:002024-02-28T16:05:00.152+01:00Il lavoro che arranca<span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Seguendo gli avvenimenti del nostro Paese con il governo di una coalizione di destra-centro al potere che comprende alcuni ministri (anche tecnici) di valore per non fare nomi (in questo giorni il Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso si è distinto per la velocità nella soluzione della intricata vicenda delle acciaierie Ex-Ilva di Taranto), di fronte a vari dossier che nascono dai bisogni ed interessi della società, ci sembra che arranchi dietro i problemi da risolvere. Riguardano soprattutto problematiche che emergono da categorie di lavoratori che protestano nel paese che a nostro avviso non sono comprensibili da una ideologia corporativista e produttivistica del “Lavoro umano”, sì del lavoro umano, da parte della Premier e del partito FdI per dire le cose con il loro nome. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Da vecchi progressisti e democratici è evidente una mancanza di sentire con il mondo del lavoro, quello che chiamavano senza rimpianti “Mondo operaio” (Per non parlare delle proteste tuttora in corso di gruppi di agricoltori con i trattori (vedi sul nostro Blog “l’Italia Agricola”) all’opera anche oggi per la crescita del Paese in imprese e fabbriche pubbliche e private. Mi sono spesso chiesto che cosa abbia a che fare con il mondo del lavoro la Ministra del lavoro Marina Elvira Calderone che proviene dagli uffici dei consulenti del lavoro della cui associazione era Presidente e chiamata a reggere il suo Ministero riteniamo per un sentire o consentire con i programmi della Premier Giorgia Meloni e del governo che presiede.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A conti fatti è chiaro che la Meloni ed il suo governo non sono “amici” dei soggetti lavorativi del nostro paese e soprattutto degli stranieri all’Ue, perché sono “politici di professione” passati attraverso la partecipazione ai partiti neo-fascisti del secondo dopoguerra (Dal punto di vista storico vedi il saggio di Paolo Macry, La destra italiana. Da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni, Editori Laterza, Bari-Roma 2023). Cari elettori questi sono i politici che avete con il voto mandato al governo, si potrebbe dire è un “Cambiamento all’indietro” per noi democratici e progressisti all’opposizione al governo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che l’attuale governo insegua vari dossier aperti riguardanti richieste di lavoratori ed imprese è patente per esempio per quanto riguarda la sicurezza del lavoro in cantieri pubblici e privati (Si riconosce chiaramente che l’86% sono irregolari) specialmente dopo la strage di cinque operai nel cantiere fiorentino franato su otto lavoratori con la perdita della vita di cinque di essi. La sollecita Ministra del lavoro Calderone a seguito di queste vittime annunziando nel Consiglio dei ministri nuove norme su lavoro nero ed appalti Pubblici e privati per la sicurezza dei cantieri lavorativi in una intervista Tv usciva in questa quasi melancolica espressione “Eh, la Prevenzione…”, come dire: poi c’è la Prevenzione da rispettare che evidentemente non è molto praticata con morti quotidiane nei luoghi lavorativi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A sua volta poco comprensibilmente il Ministro della Giustizia Nordio proclama che a sua opinione non è configurabile come reato l’omicidio sul lavoro, allora cos’è? Il Ministro della giustizia che è considerato un garantista forse vuole affermare che il problema delle morti sul lavoro non si risolve con stretta di pene, ma certo penalizzando varie irregolarità per esempio in cantieri pubblici e privati e nell’assunzione “a nero” di lavoratori italiani e stranieri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il lavoro è “nostro” e quindi come titolava la famosa enciclica di papa Giovanni Paolo II° “Laborem exercens” sul lavoro umano e da umanizzare spetta ai lavoratori ed alle loro organizzazioni preservare la vita e la dignità di ogni attività lavorativa. Preferiamo la dottrina sociale di papa Giovanni Paolo II sul lavoro umano a quella algida e poco amichevole della premier Giorgia Meloni insediata a Palazzo Chigi per gestire un potere governativo che nel mondo anglosassone viene definito un “Civil service”. Così sia!</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-29131432377488750982024-02-27T16:05:00.004+01:002024-02-27T16:05:47.712+01:00La destra e i suoi leader. Di Paolo Macry<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/81lkhcq9IsL._AC_UL600_SR600,600_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="477" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/81lkhcq9IsL._AC_UL600_SR600,600_.jpg" width="477" /></a></div></span><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div>L’ultimo lavoro dello storico napoletano Paolo Macry, professore emerito di storia contemporanea dell’Università di Napoli “Federico II”, porta il titolo </span><b style="font-family: verdana;"><i>La destra italiana. Da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni</i></b><span style="font-family: verdana;">, Editori Laterza, Bari-Roma 2023, pp. 157, ha il pregio che si fa leggere dall’interessato a questa storia del nostro Paese. Infatti, a nostro avviso, è una unica “scrittura” scorrevole che comprende nel testo anche riferimenti a citazioni di altri autori sui vari capitoli della storia della destra italiana, perché il testo è privo di note ma poi è dotato di una estesa bibliografia di testi storici per l’interessato lettore. E’ quindi un testo fruibile che può essere messo a disposizione degli studenti dell’insegnamento superiore ma non solo come guida al percorso storico delle formazioni della destra italiana.</span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fanno da sfondo a tutta la narrazione ciò che all’inizio del volume viene espresso con la delineazione di “Fantasmi e inganni” (Ib., pp. 3-5): “Il fantasma del fascismo e il fantasma dell’antipolitica” che hanno a che fare con l’argomento di questo libro. L’antipolitica è per l’Autore “il populismo, la cronica estraneità - non di reda ostilità - di una parte consistente dell’opinione pubblica nei confronti della rappresentanza democratica, del gioco parlamentare, dei partiti”(Ib.,). Per quanto riguarda gli inganni, si afferma che “la storia delle destre in età repubblicana, dal partito dei reduci di Salò alle coalizioni di Silvio Berlusconi si intreccia con una quantità di equivoci ideologici e di veri e propri inganni politici. Gli uni e gli altri ben noti, peraltro spesso messi tra parentesi (ib., p.5). Notazione che è ripresa nelle ultime righe del libro perché sI tratta, a dire di Macry, di un paese che con la destra ha avuto una lunga storia di fantasmi e di inganni (Ib., p. 149).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’A. esprime anche un suo dubbio che l’Italia dell’antipolitica e populista - l’italia che va da Guglielmo Giannini arriva a Beppe Grillo - possa essere vista semplicemente come il buco nero della nostra democrazia rappresentativa, o non costituisca invece una sorta di campanello d’allarme, una sentinella sempre pronta a punire le “defaillance” delle classi dirigenti, dei governi, delle istituzioni, che impedisce alla politica di chiudersi nelle proprie stanze. Il nostro dubbio riguarda invece ciò che viene asserito in seconda di copertina che dietro le destre c’è il paese al quale esse si rivolgono, E cioè “una maggioranza silenziosa” che nel dopoguerra era stata estranea alla religione dell’antifascismo, tradizionalista, talvolta reazionaria, anticomunista, talvolta finiva per votare ‘turandosi il naso”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">L’Autore avverte che bisogna guardarsi dal giudicare questa parte del paese arretrata, incolta, umorale, senza capirne le ragioni, perché ha sempre espresso un elettorato senza tessere, sempre pronto a cambiare bandiera, una mina vagante per la stabilità del paese. Questo evocato paese della destra è certo solo una part del paese</span><span style="font-family: verdana;">, se si tiene conto di altre tradizioni politiche, culturali, altre leadership o “Egemonie” come per esempio quella culturale della sinistra nella storia del nostro paese o della religione dell’antifascismo che ha modellato l’Italia dalla prima Repubblica in poi.</span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La storia della destra italiana non è certo lineare, che nei decenni del dopoguerra va dai qualunquisti di Guglielmo Giannini agli orfani della monarchia, dal Movimento sociale italiano ai liberali di Giovanni Malagodi. Poi con la seconda Repubblica approda al populismo liberale di Silvio Berlusconi, alle leghe nordiste, al tentativo di Gianfranco Fini di trasformare l’eredità del neofascismo in un moderno partito conservatore, alla scommessa di Giorgia Meloni premier di una maggioranza dei votanti alle elezioni politiche del settembre 2023 che sollevano il problema con quali carte giocherà la sua leadership perché non appare ancora un “partito conservatore” se non a livello europeo, ma un partito Fratelli d’Italia saldo in mano alla sua Presidente Giorgia Meloni e famiglia con assenti interne procedure democratiche secondo gli studiosi.</div></span></div>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-50690525903184386792024-02-26T19:56:00.001+01:002024-02-26T19:56:06.845+01:00La madre, la statista e l'assente<div style="text-align: justify;"><i style="font-family: verdana;">di Domenico Pizzuti sj</i></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><h3 style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: verdana;">La madre di Navalny, icona di "pietà"</span></b></h3><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">GRANDE DONNA la madre di Navalny che ha lottato per avere il corpo del figlio per una giusta sepoltura la cui celebrazione non è stata ancora definita per resistere alle minacce e ritorsioni delle autorità russe. Questa donna con il cadavere del figlio sembra una moderna "Pietà" di Michelangelo conservata nella Basilica di San Pietro. Ha inseguito per tutta la vita il figlio nelle varie destinazioni carcerarie in Russia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E' realmente un ICONA della Pietà materna con il corpo massacrato del figlio in grembo, insieme alla coraggiosa moglie resistente all'estero. Queste sono le donne che stimiamo e degne di riconoscimento ONORE E GLORIA nella società e non le soubrette della politica e talora dell'arte. E in ogni caso in famiglia, nella società, e nella religione riconoscimento della parità di genere: sono l'altra Metà di noi, uomini tutti!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Ursula Von Der Leyen, statista</span></h3><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">Ursula Von der Leyen anche nella propaganda per una sua rielezione al Consiglio Ue nelle elezioni europee 8-9 giugno 2024 dimostra razionalità di una Statista che invidiamo. Specifica il perimetro dei sostegni ricercati: pro UE, pro Nato, pro Occidente, e no sovranisti (Sic!).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Cutro, l'assenza di Meloni</span></h3><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">Un anno dopo il terribile naufragio sulla costa di Steccato di Cutro (notte tra il 25 e 26 febbraio 2023) non possiamo dimenticare e PERDONARE l'assenza della Premier Meloni al Palasport di Crotone con le bare di 94 vittime di cui 34 bambini per un omaggio ai defunti e le condoglianze alle famiglie sopravvissute. Il Presidente della Repubblica Mattarella, con grande sensibilità umana e politica, qualche giorno dopo la strage si faceva sollecitamente presente per un omaggio alle vittime e le condoglianze alle famiglie dei sopravvissuti perchè entrate pericolosamente nelle coste del nostro territorio. Non sappiamo spiegare de tutto questo comportamento della Premier Giorgia Meloni, ma sicuramente è un OMBRA NERA sulla stessa statura politica della Meloni che si tiene lontana dalle folle, quando i reali inglesi non solo ai funerali della nonna scendono in strada e si portano a stringere le mani delle folle assiepate. IMPARATE GENTE... che l'avete mandata a Palazzo Chigi. </div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Non si può poi con un Consiglio dei Ministri presso il Comune di Cutro trattare di "strette" ai migranti irregolari o rifugiati, che è una brutta parola. Sa molto di ideologia o di disprezzo di questi malcapitati da penalizzare da parte di politici al governo. DIO ABBIA PIETA' DI LORO (Meloni, Salvini e camerati governanti). Si deve aggiungere a chiare lettere che questi comportamenti sono PECCATO GRAVE contro l’UMANITA nei migranti mal trattati se non respinti dall’Italia.</span></div>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-84558727543579791582024-02-18T22:30:00.004+01:002024-02-18T22:30:36.749+01:00Napoli, Geolier e Giogiò<div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: verdana;">di Domenico Pizzuti sj</span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Sento il bisogno di scrivere sulle vicende sanremesi di Geolier (Emanuele Palumbo) di Secondigliano e di Giogiò (Giovanbattista Cutolo) il musicista napoletano ucciso il 31 agosto 2023 da un minore violento a poca distanza da piazza Plebiscito, che si intrecciano in qualche modo. Certo non per scopi polemici, che una “scrittura” delle vicende non prevede.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">In primo luogo, è ancora vivo in me il ricordo del funerale “popolare” del giovane musicista nella magnifica barocca Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli con la drammatica esternazione del grande dolore da parte della madre Daniela di Maggio e delle sentite condoglianze di tanti amici e conoscenti, che aveva connotati antropologici provenienti da lontano (società tradizionale, Antichità classica), prima del rito religioso con l’Arcivescovo di Napoli, in cui stranamente non apparivano almeno dal video che seguivamo i gesuiti della comunità che animava le attività religiose della Chiesa. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">L’abbiamo rivista la Di Maggio sul palco del festival della canzone italiana a Sanremo con una straziante ed applaudita memoria del figlio, vestita come una star come mi nota l’amica e confidente M., quando invece occorreva una mise più sobria, ma anche chiedendo giustizia per il figlio in cui è fortemente impegnata elevando in alto i fiori ricevuti per norme giuridiche che impediscano il ripetersi di violenze giovanili contro la vita di altri (vedi la recente ricerca di Giacomo Di Gennaro, <b><i>Ragazzi che sparano. Viaggio nella devianza grave minorile</i></b>, Franco Angeli, Milano 2023, pp.219).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Del cantante rap Geolier di Secondigliano ho sentito parlare sia per il mancato primo posto nella graduatoria del televoto al festival di Sanremo sia dal mio amico E. giovane operatore sanitario di Secondigliano che la sera del ritorno del rapper accolto da un folla festante di abitanti con fuochi d’artificio sotto casa al rione Gescal era amareggiato per il mancato primo posto, attribuibile a suo dire ad una sopraffazione sui meridionali al festival di Sanremo, quando invece occorreva verificare il funzionamento del televoto nelle sue diverse componenti. Soprattutto mi assicurava con orgoglio che il Geolier è il rapper di Secondigliano, persona seria anzi serissima, che ha comprato una villa a Posillipo per i genitori che hanno scelto di rimanere con il figlio al rione Gescal di Secondigliano, e così via.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">E’ chiaro che il successo dovuto al talento personale comporta una responsabilità nei confronti dei giovani perché possano valorizzare i talenti personali a beneficio collettivo, come ha rilevato il Sindaco di Napoli Manfredi al Maschio Angioino nel consegnargli in riconoscimento dei suoi talenti musicali una targa premio del Comune di Napoli e spronarlo con la sua vita a parlare ai giovani specialmente delle periferie perchè siano riconosciuti e valorizzati nei loro talenti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Ma i genitori di Giogiò protestano, Daniela Di Maggio si dichiara indignata perchè si è persa una occasione potente quella "di far abbracciare la mamma di Giogiò con un altro musicista proveniente da una realtà difficile. Poteva essere un importante messaggio, e invece ha creato il festival di Secondigliano ma non quello di Napoli, premiando anche Giogiò" (cfr “la Repubblica Napoli”, martedì 13 febbraio, pp.2-3). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Si è trattato, a nostro avviso, di una “caduta di stile”, anche perché il sindaco ha assicurato che una targa in memoria di Giogiò è prevista e notificata ai genitori in Piazza Plebiscito. Forse, mi faceva presente la mia amica, occorre mettersi l’animo in pace e continuare nel nome di Giogiò la battaglia per la giustizia. Anche la società civile napoletana deve elaborare queste vicende non solo tristi o amare e dare risposte significative a partire dalle stesse comunità cristiane.</span></div>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-664691872043176382024-02-09T09:48:00.000+01:002024-02-09T09:48:10.773+01:00L'Italia agricola<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Di fronte alla protesta degli agricoltori con i trattori in piazza anche a Roma, la premier si sbraccia a dire dopo giorni di protesta che il Governo aveva già provveduto con il PNRR al comparto agricolo sembra con 3 miliardi. E' la classica excusatio non petita ed una affermazione contraddittoria: o gli agricoltori non hanno letto il PNRR per quanto li riguarda, o anche le misure invocate non rispondono alle loro richieste, non sono sprovveduti e quindi decidono di scendere in piazza con i trattori per una pubblica protesta che riguarda sia il governo, sia l'opinione pubblica affascinata dalla celebrazione del festival di di Sanremo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A nostro parere, senza giocare a rimpiattino ed offrire la vicinanza della Meloni e del suo governo agli agricoltori rombanti con i trattori per farsi sentire in Italia ed in EU che attendono invece concrete misure alle loro richieste, ho l'impressione di una certa sottovalutazione della PROTESTA perchè la Meloni è sempre stata lontana dalle folle in agitazione perchè è la Premier di Palazzo Chigi e delle relazioni internazionali e del sostegno al Partito Conservatore Europeo per cambiare la governance dell'UE. Occorre riflettere sulla natura di questo fenomeno che irrompe in città d'Italia e di altri paesi europei, perchè a quanto sembra non ha tessere di partito o patroni espliciti (dove sono le associazioni del settore dai coltivatori diretti a quelle degli imprenditori agricoli) e sono espressione non solo di disagi finanziari (cioè di prezzi insufficienti delle produzioni agricole) ma riteniamo di considerazione per la rappresentanza di una parte fondamentale del paese che produce cibo per la vita delle popolazioni del paese. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Riteniamo che non si possa sottovalutare il venire alla luce per sostegno ed apprezzamento di quella che si può si può definire ITALIA AGRICOLA dei piccoli coltivatori dei diversi territori del paese, a cui non può soccorrere un corporativismo produttivo della destra di governo da cui restano sconfitti la Meloni ed il ministro Lollobrigida per questa irruzione inaspettata dei piccoli coltivatori che oggi avrebbero dovuto riempire piazza San Giovanni a Roma con 1500 trattori per gridare le loro richieste (manifestazione che i media hanno poi dichiarata annullata senza precise ragioni). Uno slogan internazionale recitava NO FARM NO FOOD!</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-79058843914786076282024-02-05T16:01:00.006+01:002024-02-05T16:01:35.637+01:00Questa Europa si fa con Orban o senza?<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La recente riunione a Bruxelles dei leader dei paesi europei facenti parte dell’Ue ha registrato una convergenza anche del Presidente autoritario dell’Ungheria Viktor Orban - che se non andiamo errati conta circa 8 milioni di abitanti - sulla decisione di devolvere nel bilancio pluriennale della Ue 50 miliardi di Euro all’ Ucraina per la difesa dall’aggressione delle armate della Federazione Russa, che si attribuisce da Palazzo Chigi ad una mediazione della premier Giorgia Meloni ma non solo specialmente riteniamo da parte di paesi che contano di più come Francia e Germania. Ed insieme con un coupe de théatre ad un acquisto per mediazione della stessa Giorgia Meloni Presidente del partito dei conservatori europei del Presidente Orban secondo sue dichiarazioni dopo le elezioni europee del giugno prossimo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci hanno colpito dai Tg le dimostrazioni patenti di amicizia della Meloni con il Presidente Orban, strette di mani, caminetti notturni per indurlo ad aderire alla decisione del consiglio della Ue di destinare una cospicua somma del bilancio al tripudiante Presidente Zelensky ed in cambio acquisirlo alla causa del partito dei conservatori europei dopo le prossime elezioni europee. Secondo il mio amico F. questa vicenda avrebbe tutto il significato di una “normalizzazione” di Orban nell’Ue avendo accettato di convergere nella destinazione di 50 miliardi di euro nel corso di quattro anni alla causa della difesa dell’Ucraina nei confronti della guerra di aggressione da parte della Russia di Putin, anche se non consta che Orban abbia cambiato idee ed atteggiamenti nei confronti dei dossier della Ue come il “patto di stabilità” e la questione migranti. E’ evidente che questo immissione di Orban nel partito conservatore europeo sposti l’orientamento del partito verso una “destra estrema” che avrà ripercussioni per esempio nel voto dei conservatori verso una eventuale ricandidatura del Ursula von der Leyen alla Presidenza UE secondo sue aspirazioni e così via.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’altra questione che queste manovre della Meloni in vista di una conquista dell’ Europa da un blocco di destra anche estrema, sono solo un orientamento personale verso una destra estrema anche della nostra premier o dell’intero suo governo che non è stato in alcun modo sanzionato dal Consiglio dei Ministri o del Parlamento. Ed ulteriormente prefigura un cambio di “politica estera” verso paesi autoritari dell’Est europeo, che non auspichiamo, o è solo espressione di una vicinanza ed affinità politiche discutibili alla persona ed a tesi del Presidente ungherese Viktor Orban da parte della Giorgia Meloni o parte della manovra per acquisire consensi e partecipazione ad una coalizione di destra estrema per mutare l’indirizzo dell’Ue. Forse per l’opinione pubblica è necessario che la Premier chiarisca la sua posizione nei confronti della partecipazione all’Unione europea o dei movimenti come Vox spagnola o personaggi e paesi con regime autoritario come l’Ungheria di Orban, a cui non so se stringerei la mano.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-4590994933555520012024-02-02T11:45:00.002+01:002024-02-02T11:45:29.688+01:00Una scenata per Sinner<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non posso trattenermi dall’esprimere qualche impressione sull’incontro del nostro tennista Sinner, reduce dalla vittoria agli Open in Australia a Palazzo Chigi con la squadra azzurra della coppa Davis, messo in un video sulla Tv pubblica, che non solo mostra l’abbraccio di Giorgia Meloni - come usa con tutti - con le congratulazioni per la vittoria che certo onora l’Italia che aggiunge, “Piacciono gli italiani come questo” (e gli altri che faticano per vivere o sopravvivere) con la coppa della vittoria esibita in alto, ma poi appare la premier Giorgia Meloni con la bandiera tricolore che oscura parte delle due figure.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi ha illuminato il mio amico G. che tutta questa scenografia appariva “esagerata”, ed espressione del noto “esibizionismo” della Giorgia Meloni non solo a Palazzo Chigi che ama i picchetti d’onore che accompagnano visite illustri in Italia ed all’estero, a mio parere una “sceneggiata” che piace definire “oscena” non solo per l’esagerazione delle manifestazioni esibite nel congratularsi con il Sinner vincente nello sport del tennis ma anche per alcune necessarie precisazioni che sono sfuggite alla tripudiante Meloni per vittorie di atleti italiani. Infatti, non solo il nostro Sinner (se non andiamo errati) è un alto-altesino per nascita e famiglia, ma come successivamente ha precisato in un intervista il Nostro ha la residenza a Montecarlo dove dice “sto bene, mi sento a casa e vivo una vita comune” non solo per eccellenti strutture sportive di cui può avvalersi per allenamenti, non sappiamo se ha aggiunto che vi paga anche le tasse perchè secondo Meloni è un grande italiano di cui essere orgogliosi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Rimaniamo un pò sconcertati perché tutta la manifestazione di “italianità” esibita in questo video viene in parte smentita da successiva intervista, con le precisazioni da parte del giovane Sinner dalla sua residenza a Montecarlo che la Meloni sembra ignorare o soprassedere per l’italianità del Sinner e della sua squadra “azzurra” ricevuti da Mattarella e Meloni anche se poi si viene a sapere che attualmente il Sinner per convenienze varie è residente all’estero dove vive una vita normale e si può allenare in strutture efficienti sportive per il tennis. La Meloni da parte sua con questa eccessiva scenografia espressione del suo “nazionalismo” per le vittorie di atleti sportivi che appartengono al nostro paese, evidenzia invece la continuazione della sua azione “propagandistica” a proprio personale vantaggio anche a Palazzo Chigi come premier di governo, cioè come abbiamo più volte rilevato nei fatti al di là dei giudizi, è una leadership pop “personalizzata” che cerca di affermarsi e consolidarsi specie in vista delle vicini elezioni europee del prossimo giugno.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sul piano interpretativo ci ha colpito un recente intervento di papa Francesco che trattando di condizionamenti “maligni” annoverava con lucidità anche “l’idolatria” del potere da parte non solo di politici di professione, per non scadere per convenienze varie in un adeguamento al potere vigente idolatrato senza pensare e riflettere, o dare corso ad un “conformismo” che dir si voglia alla piccola “sibilla romana” che si ritiene principessa acquisita di Palazzo Chigi.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-39264739686978668242024-01-31T16:36:00.004+01:002024-01-31T16:36:42.536+01:00Battaglia contro l'autonomia differenziata<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sono rimasto colpito dalla nettezza con cui l’Arcivescovo metropolitano di Napoli, Domenico Battaglia, in una ampia riflessione in data 29 gennaio 2024, pronunzia un “No” secco alla legge sulla cosiddetta Autonomia Differenziata approvata l’altro ieri dal Senato della Repubblica italiana e che per il suo contenuto e significato ha interessato la pubblica opinione (Mariella Parmendola, <b>Don Battaglia. “Autonomia progetto perverso indebolisce il Sud”</b>, in La Repubblica Napoli, 29 gennaio 2024, p. 3).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ una riflessione nella sua veste di arcivescovo che è rivolto non solo ai cittadini fedeli ed alle rappresentanze parlamentari, nello stesso tempo atto di responsabilità ecclesiale e di contributo alla discussione pubblica per indurre alla riflessione sul significato e gli effetti di questa legge in corso di approvazione dal Parlamento dal punto di vista dei territori e delle popolazione del Mezzogiorno italiano. A più riprese l’Arcivescovo si proclama “Prete del Sud” (meglio a nostro avviso, del Mezzogiorno o Meridione) che esprime un forte legame o marchio territoriale, anche se rimane prete ed arcivescovo “cattolico” di una grande metropoli della Campania.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel cuore della riflessione l’Arcivescovo di Napoli asserisce ed eccepisce in merito alla prima approvazione della legge da parte del Senato brandita come “vittoria” dalla Lega promotrice per calcoli politici particolaristici noti nella coalizione di governo: “<i>Mi sono permesso di svolgere questo lunga riflessione , per dire nuovamente il mio No alla legge della cosiddetta Autonomia Differenziata, approvata l’altro ieri dal Senato della Repubblica italiana. Lo sottolineo, oggi particolarmente, “Repubblica Democratica”, dove il sostantivo significa una cosa sola: unità del Paese nell’eguaglianza. Certamente non è il titolo formale della legge, quello assegnatole finora, ma “Autonomia Differenziata”, che sembra doversi leggere come intera parola e senza soluzione di fiato, per come ne sottende il significato, contiene nel suo corpo la divisione, intesa come volontà egoistica e come perverso progetto politico.</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i>La volontà egoistica dei ricchi e dei territori ricchi, il progetto, antico di poco più di quarant’anni fa, di dividere l’Italia, separando il suo Nord, divenuto opulento con le braccia e l’intelligenza dei meridionali, da quel Sud impoverito dalla perdita di risorse, di forze fisiche e intellettuali, (...). I promotori e sostenitori di questa legge, incollano, con una certa superbia, questa “ vittoria” all’articolo della Costituzione, che attendeva dalla sua nascita di essere realizzato anche in quel punto in cui si dovrebbe completare l’assetto dello Stato, la promozione dell’autonomia dei territori.</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i>Mi permetto di eccepire, rinunciando ad entrare nel vivo di una polemica politica, che non mi piace tra l’altro in quanto duramente strumentale, che questa affermazione non è vera. Lo dice la stessa parola, “differenziata”. È evidente che essa significhi che l’autonomia non è uguale per tutte le regioni, che essa, appunto, si differenzia tra quelle forti, che con l’autonomia diventeranno più forti, dalle regioni deboli, che paradossalmente diventeranno più deboli. Insomma, si realizza, anche nelle istituzioni, quella dinamica apparentemente incontrollabile, che legittima l’ingiustizia più grave</i>”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A sua volta, lo scrittore ed editorialista Isaia Sales in <b><i>Autonomia differenziata. Se aumentano le diseguaglianze</i></b>, “La Repubblica”, 15 gennaio 2024, p. 27, in questo meditato editoriale eccepisce non solo che dal punto di vista delle Istituzioni, la legge sposta ulteriormente il baricentro del comando da quelle centrali verso i poteri regionali senza discutere seriamente su come il sistema regionale abbia funzionato durante la gestione della pandemia da Covid, inoltre si interroga: “<i>Una nazione come l’Italia, che ha squilibri territoriali così marcati senza averli mai risolti nel corso della sua storia, si può permettere di incrinare ancora di più il potere statuale lasciando solo ai livelli locali il compito di superarli. Andare avanti lunga la strada dell’Autonomia differenziata è come rendere ogni regione padrona del suo territorio senza legami con i destini nazionali e senza corresponsabilità con i compiti di riduzione dei divari tra cittadini dello stesso Paese. L’autonomia differenziata sarebbe la costituzionalizzazione delle disuguaglianze tra cittadini appartenenti a territori diversi dentro un unico Stato</i>”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chi raccoglierà queste meditate riflessioni non solo nel Mezzogiorno per uno Stato unitario che superi i divari regionali?</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-45946830746296302032024-01-25T14:52:00.002+01:002024-01-25T14:52:09.088+01:00La destra sotto la lente di Paolo Macry - recensione<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://m.media-amazon.com/images/I/619i+zJcNnL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="534" height="596" src="https://m.media-amazon.com/images/I/619i+zJcNnL._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg" width="398" /></a></div><br /><i><br /></i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sto leggendo per aggiornamento ed approfondimento una recente pubblicazione dello storico napoletano Paolo Macry, <b><i>La destra italiana. Da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni</i></b>, Edizioni Laterza, Bari-Roma, 2023, pp. 157, e nel cap. 4 dedicato alla “Lega. Contro lo stato-nazione”, sono rimasto colpito dal ricordo del programma della Lega ad inizio anni 2000, che riporto per qualche commento anche sui corsi e ricorsi della politica dei partiti di ieri e di oggi di fronte al programma della destra di governo in particolare Fratelli d’Italia e Lega, che scrive Macry:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“<i>Nel 2004 aveva proposto una riforma costituzionale che istituiva un premierato a elezione diretta, prevedeva un Senato delle autonomie, ampliava la potestà legislativa in materia di scuola, polizia amministrativa, assistenza sanitaria. La riforma venne approvata in Parlamento dalla maggioranza di centro-destra è l’anno dopo, però, non superò il vaglio del referendum. Votò più del 60 per cento dei partecipanti, soltanto in Lombardia e nel Veneto i favorevoli superarono i contrari. Il Nord era una una minoranza politica nel paese.</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Ma intanto finiva sotto attacco anche l’idea di nazione. Se cessiamo di essere una nazione, fu il titolo di un saggio di Gian Enrico Rusconi, uno dei tanti che affollarono gli scaffali delle librerie di quegli anni. Oltre che della forma si discuteva della vitalità o del tramonto della nazione</i>” (Ib. p. 131).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si tratta di programmi della destra di ieri e di oggi che non vanno spacciati per novità, che occorre richiamare anche per la destra che nel 2022 ha conquistato la maggioranza relativa anche se imperversa nei video della Tv pubblica da parte della premier Giorgia Meloni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Occorre rammentare che la coalizione di destra al governo è sempre una maggioranza relativa rispetto al corpo elettorale votante, e lo storico interrogativamente si domanda in quarta di copertina “Questo significa che l’Italia è diventata un paese di destra o magari lo è sempre stata?.” L’esito negativo del referendum sulla riforma costituzionale propiziata dalla Lega ad inizio anni 2000, una procedura democratica di verifica specialmente delle riforme costituzionali (Da ricordare quello bocciato proposto da Matteo Renzi, premier di governo del tempo) da parte dei cittadini elettori, rimette in campo il popolo sovrano ritenuto spesso muto e disaffezionato dalla politica, non solo affare del governo, del Parlamento e dei partiti al governo o all’opposizione, cioè di una rappresentanza elettorale legittimata dal voto del Parlamento.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le sconfitte referendarie sulle riforme costituzionali richiamano anche il dovere ed i dubbi sull’esito del referendum da attuare su quelle proposte dalla maggioranza di governo (Autonomia differenziata, Premierato), perché non si può ignorare la voce del popolo sovrano o meglio dei cittadini elettori per una democrazia partecipante. Meloni, meloniani, e leghisti sono avvisati perché non basta l’approvazione della maggioranza parlamentare.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-61431649621503583652024-01-17T16:51:00.001+01:002024-01-17T16:51:23.176+01:00La stella polare dei Gesuiti nel mondo<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.jesuits.global/sj_files/2023/03/2023-03-30_annuario-video_featured2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="800" height="377" src="https://www.jesuits.global/sj_files/2023/03/2023-03-30_annuario-video_featured2.jpg" width="546" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho letto con <i>mucho gusto</i> e condivisione l’Annuario “Gesuiti al servizio della casa comune. La Compagnia di Gesù nel mondo 2024" indirizzato ai gesuiti, ai collaboratori nella missione, agli amici, dedicato quest’anno alle esperienze e testimonianze riguardanti la quarta “Preferenza Apostolica Universale” Collaborare nella cura della casa comune. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nella Presentazione p. Arturo Sosa SJ, Superiore Generale, rileva: "<i>Lo squilibrio ambientale, con i suoi effetti sulla vita degli esseri umani, soprattutto dei più poveri, tocca profondamente i cuori di quanti di noi vogliono contribuire ad un mondo più giusto. La Compagnia di Gesù - i gesuiti e coloro che ne condividono la missione di riconciliazione e giustizia - si sente responsabile di contribuire a lasciare alle generazioni future un ambiente vitale, in cui si respiri aria pura, si abbia accesso ad acqua pulita e si possano sfruttare le favolose diversità della creazione</i>" (Ib., p.8). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La rivista Gesuiti 2024, chiarisce nell’Editoriale p. Pierre Belanger, SJ, è composta innanzitutto di testimonianze di giovani, gesuiti e laici, quelle dei gesuiti e dei partner impegnati nella scienza, nella pastorale e nell’istruzione. Sono persone che si mobilitano e contribuiscono in modo positivo al futuro della terra e del mondo. Perché in questa edizione dell’Annuario si parla di ecologia integrale e di tutto ciò che favorisce il giusto rapporto tra la natura e l’essere umano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una prima articolazione della Rivista è dedicata alla “Voce dei giovani”. Infatti, i gesuiti prima di tutto attraverso il loro impegno nel mondo dell’istruzione sono sempre stati vicini ai giovani e naturalmente ci sono giovani gesuiti. Questa sezione contiene 12 testimonianze: sei gesuiti in formazione e quelle di sei giovani laiche che riguardano la comprensione del rapporto tra la Compagnia di Gesù e l’ecologia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La maggior parte di questa edizione 2024 della Rivista Gesuiti offre riflessioni e testimonianze sulle modalità “gesuite” di vivere l’ecologia integrale attraverso un percorso in cinque parti, dentro cui lasciarsi guidare e meravigliarsi: quadro globale, ecologia e scienza, ecologia e spiritualità, esperienze ecologiche, ecologia in ambito educativo.Il quadro globale opportunamente si apre con un approfondimento del paradigma “ecologia integrale” da parte di sei esperti gesuiti della materia, che comprende anche una chiarificazione sulla giustizia ecologica come parte della giustizia sociale (Curia Generalizia), ed una nota “Ecologia integrale e politica” dell’unico italiano gesuita presente in questa Edizione “Gesuiti 2024, p. Giuseppe Riggio, attuale direttore della Rivista “Aggiornamenti sociali”, che ha sposato da qualche anno per il lavoro della Rivista il paradigma di “Ecologia Integrale”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo importante ed impressionante impegno dei gesuiti e loro collaboratori nei diversi continenti del pianeta terra nell’impegno creativo e concreto della cura del creato merita qualche riflessione. In primo luogo, quando nel 2019, la Compagnia di Gesù ha scelto come una delle quattro Preferenze Apostoliche Universali di collaborare alla cura della nostra casa comune ha raccolto una delle sfide più impegnative dei tempi moderni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando papa Francesco ha lanciato il suo appello tramite l’enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015) hanno voluto rispondervi. L’enciclica non rappresenta solo un grido del cuore per la conservazione della natura, delle piante e degli animali, ma è un appello ad una conversione del cuore che garantisca una “ecologia integrale” che pone l’essere umano al centro del mondo non per dominarlo, ma per contribuire al suo sviluppo a beneficio di tutti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si può proporre dal punto di vista storico un parallello, come la XXXI Congregazione Generale con p. Arrupe contribuì all’Aggiornamento SJ con l’impegno vocazionale “Fede-giustizia”, l’indicazione attuale della collaborazione alla cura della casa comune rappresenta il nuovo “Aggiornamento” per la vita e missione della SJ che a nostro avviso ha trovato una impressionante attuazione nelle varie Province della SJ del mondo. Come per la XXXI Congregazione Generale si è parlato da storici di una “terza Compagnia”, questa attuazione della collaborazione alla cura della casa comune può forse prefigurare una “quarta Compagnia”? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In secondo luogo, a nostro avviso è opportuna una verifica su fine a che punto l’attuazione della Collaborazione alla cura della Casa Comune abbia modellato la missione e la vita della Provincia Euromediterranea specialmente in Italia, per non attardarsi su vecchi modelli. In fondo, come abbiamo specificato nel testo “La stella polare dei gesuiti in Italia” occorre rispondere in maniera creativa e fedele all’ obbedienza alla Compagnia ed alla Chiesa con papa Francesco secondo questa “Stella polare” dell’ecologia integrale.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-90982954980564731922024-01-16T14:56:00.002+01:002024-01-16T14:56:44.367+01:00L'Italia in guerra<div style="text-align: justify;"><i style="font-family: verdana;">di Domenico Pizzuti sj</i></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Camera ha votato il rinnovo della fornitura di armi all’Ucraina in lotta contro l’invasore della Federazione russa con un esito molto diversificato del voto, sì dalla maggioranza della coalizione di governo, negativo da parte di 5Stelle, astensione da parte del Pd che ha registrato anche 3 voti al documento di maggioranza, che è la dimostrazione più chiara che quello della fornitura di armi all’esercito ucraino è un argomento altamente divisivo e tocca temi fondamentali di coscienza non solo personali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il ministro della difesa Crosetto, che di armi se ne intende, ha assicurato che il sostegno all’Ucraina da parte del nostro paese è fermo ed inalterato aggiungendo con un occhio al consenso che nel contempo di “pensa alla pace” da costruire, ricordando l’ammonimento di papa Francesco che certo con le armi non si costruisce la pace. La fornitura rinnovata di armi, si dice, è ordinata solo a scopo difensivo da parte dell’esercito ucraino nei confronti dell’aggressione della Federazione russa come se in guerra si possano chiaramente distinguere azioni difensive da aggressive, quando le azioni dell’esercito ucraino con le moderne tecnologie belliche colpiscono sia la penisola della Crimea, le flotte del Mar Nero, sia città oltre il confine e la stessa capitale Mosca, diradando ogni ambiguità (anche morali) nel senso dell’ammissibilità della difesa da un aggressione al proprio territorio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un prima riflessione riguarda non solo questa materia ma se in Parlamento ha avuto luogo una vera discussione da parte di senatori o deputati che siano o se gli eletti della maggioranza eseguono “ordini di scuderia” da parte di Palazzo Chigi o dove si formano le decisioni del Consiglio dei ministri da sottoporre con decreti al Parlamento. Non ci sembra che in questa materia ci sia stato un ampia discussione da parte dei media e dell’opinione pubblica come se si trattasse di materia “scontata” dopo precedenti forniture di armi e quindi non valga la pena discuterne, anche perchè nello scacchiere ucraino vengono inviate armi necessarie alla difesa e non soldati che sono impegnati nella Nato o in missioni di pace all’estero perché come hanno rilevato le madri russe di figli al fronte non bisogna fingere che non si muoia nella guerra guerreggiata anche in Ucraina.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In secondo luogo, per quanto riguarda le azioni volontarie della società civile per propiziare la fine delle ostilità nei luoghi di conflitto attraverso negoziazioni, al di là del “tavolo della pace” di Assisi e della Comunità di Sant’Egidio sembra ci sia una certa intermittenza dell’azione dei movimenti pacifisti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questa materia, è rilevante anche sui media la costante preoccupazione di papa Francesco, unico vero leader mondiale, per le sofferenze delle popolazioni nei vari luoghi di conflitto, che quasi quotidianamente si fa portatore del “vessillo” della pace biblica universale sulla terra.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-84334911964597133752024-01-10T18:06:00.001+01:002024-01-10T18:06:05.980+01:00Quella faccia senza disciplina e senza onore<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Della lunga intervista con i rappresentanti della Stampa (durata tre ore) della Premier Giorgia Meloni non deve passare sotto silenzio tra i tanti argomenti presi in considerazione un argomento che potrebbe sembrare di dettaglio ma che può avere un significato “strutturale”: la decisione annunziata di deferire al Consiglio dei probiviri di Fratelli d’Italia la sospensione dal partito del deputato Emanuele Pozzolo indagato per lesioni colpose e mancata custodia di una pistola di piccola lunghezza, da cui è partito un colpo (da accertare la dinamica) tra i presenti alla festa cui si era recato il Pozzolo munito dell’arma che aveva secondo testimoni anche esibito.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La decisione è stata anche accompagnata da Giorgia Meloni da un monito al senso di responsabilità ai rappresentanti di FdI eletti nella maggioranza che governa. L’episodio è stato considerato benevolmente da Palazzo Chigi solo un caso di cronaca e non politico, anche se la decisione di deferire per l’accaduto il deputato al Collegio dei probiviri ha un chiaro significato politico in quanto assunto da Giorgia Meloni, a nostro avviso, anche come presidente di FdI. Questa decisione assunta secondo gli statuti di FdI è un occasione nel contempo per ripartire dal dettato costituzionale per tutti i deputati di operare nel loro mandato con “Disciplina ed onore” ed investe anche la cosiddetta “Questione morale” di cui i partiti della maggioranza non vogliono sentire parlare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che la decisione di deferire il deputato al Collegio dei probiviri e la richiesta di sospensione dal partito hanno un chiaro significato “strutturale” per il partito FdI. La sua struttura interna è rigorosamente gerarchica, dirigenti e quadri che ne costituiscono l’ossatura organizzativa sono in larga parte politici di professione formatisi dentro una cultura tradizionalista” e che quindi con la vittoria elettorale sono passati ad occupare ruoli di governo nella maggioranza del Consiglio dei ministri. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un altro aspetto che caratterizza non solo la vita interna del partito, ma che appare evidente nella comunicazione politica di Giorgia Meloni, è la sovrapposizione quasi totale tra l’immagine del partito e la leader: "La leader, del resto. si è prestata ad assumere tutte le declinazione della politica pop, cioè della politica personalizzata e spettacolare che punta a creare processi di identificazione ed empatia con il pubblico" (S. Vassallo R.Vignati, Fratelli di Giorgia. Il partito della destra nazional-conservatrice, Il Mulino, Bologna 2023, p. 191). Viene in evidenza la cosiddetta “Questione morale” di cui la premier e la maggioranza di governo non vuole sentire parlare forse per la “immunità parlamentare” a cui ha fatto ricorso anche lo stesso Pozzolo per non conferire i suoi vestiti all’autorità inquirente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La decisione come accennato ha un chiaro significato “strutturale”, perché la struttura interna di FdI è rigorosamente gerarchica, dirigenti e quadri che ne costituiscono l’ossatura organizzativa sono in larga parte politici di professione formatisi dentro una cultura tradizionalista” (Ib.) e che quindi con la vittoria elettorale sono passati ad occupare ruoli di governo nella maggioranza del Consiglio dei ministri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un altro aspetto che caratterizza non solo la vita interna del partito, ma che appare evidente nella comunicazione politica di Giorgia Meloni, è la sovrapposizione quasi totale tra l’immagine del partito e la leader: "La leader, del resto. si è prestata ad assumere tutte le declinazioni della politica pop, cioè della politica personalizzata e spettacolare che punta a creare processi di identificazione ed empatia con il pubblico". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo contesto si evidenzia la faccia non apparente di un partito in cui la democrazia interna è poco attuata per la predominanza della leadership di Giorgia Meloni che si gioca il potere a Palazzo Chigi come risulta per il periodo 2012-2023 in cui non sono state attuate procedure democratiche secondo gli Statuti del partito. La recente decisione della Meloni di attuare “procedure democratiche” interne al FdI è quindi una eccezione anche per richiamare gli eletti di FdI al senso di responsabilità nel loro mandato.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-33422555201109226812024-01-06T10:29:00.003+01:002024-01-06T10:29:44.252+01:00Meditare Camminando, un'esperienza tra natura e Parola<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://erga.it/wp-content/uploads/2023/12/Meditare-camminando-Copertina--e1703287556188.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="595" data-original-width="400" height="479" src="https://erga.it/wp-content/uploads/2023/12/Meditare-camminando-Copertina--e1703287556188.jpg" width="322" /></a></div><br /></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">Ho ricevuto dagli Autori questo prezioso volumetto che racchiude un'esperienza particolare, nata a Genova e dintorni, a cura di Leonardo Vezzani, gesuita che si occupa di attività educative e spirituali per giovani, e Giacomo D’Alessandro, camminatore che si occupa di vita comunitaria e comunicazione sociale. <i><a href="https://erga.it/catalogo/meditare-camminando-a-genova-e-dintorni/" target="_blank">Meditare camminando a Genova e dintorni</a></i>, Erga edizioni, 2023, pp. 113. Si precisa in copertina che l’opera contiene “10 itinerari con gli spunti per meditare in cammino, sull’andare per strade non segnate”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Meditare camminando, secondo gli autori, come libro nasce da un'esperienza fisica e spirituale vissuta in uno dei momenti più bui degli ultimi decenni, la pandemia da Covid-19. Nella primavera 2021, di fronte alla crisi di attività comunitarie ed educative per i continui mutamenti delle normative e delle restrizioni, gli Autori hanno deciso di non aspettare tempi migliori, ma di proporre alcune camminate in natura aperte a tutti, durante le quali vivere momenti di riflessione esistenziale e spirituale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dal settembre 2021 è stata rilanciata la seconda stagione di Meditare camminando (oggi siamo alla quarta) raccogliendo partecipanti anche da città come Milano, Torino, Cuneo e dal resto della riviera ligure. Un appuntamento mensile con gite di livello variabile per andare incontro a persone diverse, in un tempo in cui mettere in gioco se stessi integralmente (corpo, mente, spirito) sembra più urgente, e in un mondo che pone vecchie e nuove domande ed ha bisogno di risposte strutturali e scelte di vita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il volume è di fatto una guida per organizzare 10 camminate, che si avvale per ogni itinerario di una cartina geografica del percorso, indicazioni sulla difficoltà e gli ambienti che si incontrano, cui seguono spunti di meditazione esistenziale che possono interessare non solo i giovani camminatori ma anche persone di altre età come il sottoscritto, e un testo biblico commentato da meditare in cammino. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il testo si avvale di uno stile fluido, giovanile che prende anche il lettore non più giovane. Sarebbe interessante raccogliere le testimonianze di chi ha partecipato alle esperienze di queste camminate, che peraltro contribuiscono alla scoperta dei meravigliosi sentieri di Genova e dintorni, buoni "pensatoi" a portata di mano per rileggere e dischiudere il senso della propria esistenza e della vita cristiana, e così riprendere il cammino della quotidianità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A nostro avviso il ricorso a testi biblici adatti al tema della camminata deve avviare ad un più ampio accesso al corpus dell’Antico e Nuovo Testamento, per non dare l’impressione di un uso strumentale di testi scelti per la meditazione esistenziale e biblica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Meditare Camminando è una proposta di spiritualità e pastorale giovanile che non interessa solo l’ambiente ligure, ed è anche qualcosa di più perché contribuisce ad esperienza diretta dell’ambiente naturale ed alla sua cura e rispetto, da parte di giovani e non più giovani camminatori.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://erga.it/catalogo/meditare-camminando-a-genova-e-dintorni/" target="_blank">Per acquistare il libro</a></div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-19247452791170361332024-01-02T11:45:00.004+01:002024-01-02T11:45:40.409+01:00La sibilla "romana" così narra<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi ha stupito l’augurio natalizio di Giorgia Meloni agli italiani in qualità di premier del governo di destra che presiede, più specificamente a coloro che continuano sostenere la sua maggioranza secondo previsioni elettorali, sporgendosi dallo schermo televisivo con una faccia che vorrebbe essere di star televisiva o di “maestrina” degli italiani, fa uscire dalla sua bocca l’augurio natalizio di “serenità ed orgoglio”, sì “orgoglio”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Cosa c’entri l’orgoglio in un augurio rivolto alle famiglie è poco chiaro per un anziano cittadino di questo paese, forse la Nostra anche a Natale è tutta presa da una atmosfera politica da lei modellata, con il logo dell’assemblea di Fratelli d’Italia ad Atreju che sui neri sfondi declamava “orgoglio degli italiani” che può significare sia che Fdl è orgoglio degli italiani sia che l’orgoglio è attribuito gli italiani (tutto da dimostrare); inoltre nell’augurio da remoto ai nostri militari all’estero circondata da rappresentanti delle forze armate alle spalle, da generalessa o meglio capo partito affermava, a suo dire, che il 2024 sarà l’anno dell’ “orgoglio nazionale”. Solo per i corpi militari all’estero per missioni di pace o “profeticamente” per l’Italia tutta per chi sa quali miracoli o progressi di là da venire.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questi auguri, come appello, alla mia memoria richiamano una dimensione “muscolare” del ventennio per l’atmosfera politica in cui sono pronunziati, anche se il significato primo è più semplice secondo l’enciclopedia Vikipedia è: “Il termine orgoglio si riferisce ad un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, unito alla gratificazione conseguente all'affermazione di sé, di un proprio importante risultato, o di quello di un gruppo con cui ci si identifica. L'orgoglio viene anche riferito al rifiutarsi di farsi derubare dei propri meriti - dei propri diritti - o denigrare per i propri difetti. L'orgoglio smodato prende il nome di superbia, mentre un orgoglio immotivato si può ricondurre alla vanità e all'arroganza”. Citazione opportuna per conoscere di che cosa si tratta quando si parla nella comunicazione anche televisiva per non pronunziare parole al vento o fare propaganda surrettizia. Vi pare che l’uomo con lavoro precario, povero, insicuro, la donna che non può realizzare sogni professionali, il giovane laureato che non riesce a conseguire la meta di un lavoro stabile, possano essere italiani “orgogliosi” in queste situazioni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ciò che in questa evocazione dell’orgoglio ci interessa di più é che la nostra “Sibilla romana” da premier “sibilla” appunto o evoca concezioni o concetti o se si vuole visioni che hanno non tanto sapore di propaganda del patrimonio politico e culturale del proprio partito ma di “sibillare” appunto, a nostro avviso, da una femminea bocca, aspetti non tanto di una propaganda elettorale continua ma di una NARRAZIONE dell’umano o politico che si vuole diffondere e realizzare nel nostro paese che travalica il ruolo di chi governa, e forse caratterizza per qualche aspetto più uno “stato etico”. Di quale narrazione dell’Italia è portatrice Giorgia Meloni dagli schermi televisivi con la sua bella faccia e bocca per non cadere nel tranello o gioco della comunicazione continua, con un governo “oscurato” come sottolineato in nostro precedente articolo da alcune decisioni non felici del governo sul patto di stabilità e sul Mes.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Occorre allora ridare smalto e visibilità alla narrazione dell’Italia costituzionale, progressista e democratica non solo da parte di un élite che ha avuto ed ha un egemonia culturale da preservare ma coinvolgendo singoli, associazioni, organizzazioni sindacali e sociali per una partecipazione democratica diffusa nella difesa dei soggetti e dei diritti.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-42148115428755532252023-12-28T23:51:00.001+01:002023-12-28T23:51:02.768+01:0014 mesi di destra<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La fine d’anno dopo 14 mesi di governo di destra centro con la premier Giorgia Meloni non volge al bello e segna la rituale conferenza di stampa di fine d’anno di successi di governo mietuti da parte della premier Meloni il 28 dicembre, a seguito della vicenda dell’approvazione del Patto di stabilità ed il voto spaccato da parte dei partiti della coalizione governativa alla ratifica del Mes (Meccanismo europeo di stabilità). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Al di là dei giudizi critici delle opposizioni: Prodi ha definito questo voto una autentica follia, che isola il paese in Europa, e indebolisce l’interno e l’esterno del paese, quando Salvini cialtronestamente si affretta a spacciare questo voto un successo della Lega, a nostro avviso, l’immagine sempre trionfante del governo da parte della premier di governo appare OSCURATA in Italia ed in Europa e suscita sospetti sui successi sempre declamati delle relazioni internazionali in Europa e nel mondo della Meloni e del governo da lei guidato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ sintomatico che la Meloni in questi giorni travagliati di governo esibisca una perdurante influenza che la tiene anche lontano a tratti da Palazzo Chigi e se non andiamo errati dal vantare da video Tv di propaganda continua di successi dell’opera di governo o meglio della sua immagine pubblica ai non informati italiani.che la seguono sugli schermi della Tv pubblica a servizio del governo in carica. La vantata coesione della coalizione di governo messa in questione da un voto al Mes che ha registrato un astensione da parte dei berlusconiani di Taiani, getta una luce sulla DEBOLEZZA della coalizione di governo e dei ministri in carica per incompetenza ed improvvisazioni, a parte ministri tecnici o politici preparati da precedenti esperienze in partiti post-fascisti, che evidentemente si regge sulla riconosciuta leadership della Meloni. E non basta la seriosità dei loro volti e le grisaglie dei vestiti nelle riunioni del Consiglio dei ministri mentre la Nostra da donna affermata cambia continuamente vestiti per le varie occasioni di governo e di relazioni internazionali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Abbiamo poi bisogno di alcune chiarificazioni non solo di dettaglio, consta che in una precedente riunione del Consiglio Ue è stato riportato di incontri bilaterali della Meloni a Bruxelles con Macron e Scholtz, che cosa si sono detti quando dopo qualche giorno i presidenti di Germania e Francia confezionano la riforma del Patto di stabilità che viene approvata anche dal Ministro dell’Economia Giorgetti secondo una strategia del compromesso e di alcuni vantaggi di questa riforma per l’Italia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non è chiaro, a nostro avviso, se e come il nostro paese è intervenuto nell’Ue all’elaborazione franco-germanica della riforma del patto di stabilità, rivelandosi al di là di tutte le affermazioni europeiste un isolamento del nostro Paese in Europa per la potenza della forte presenza di Germania e Francia nella Ue. Rammarico dell’Eurogruppo è stata manifestata per il voto contrario al Mes del Parlamento italiano, anche perchè con il voto contrario al Mes, nonostante affermazioni contrarie della Meloni, la riforma del Mes sottoscritta e ratificata di tutti gli stati dell’Ue tranne l’Italia non può partire.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Meditate gente!</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-78516455172511251942023-12-19T09:00:00.003+01:002023-12-19T09:00:27.539+01:00La stella polare dei Gesuiti in Italia<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://d1c233nw6edifh.cloudfront.net/wp-content/uploads/2020/05/logo-gesuiti.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="400" height="400" src="https://d1c233nw6edifh.cloudfront.net/wp-content/uploads/2020/05/logo-gesuiti.png" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Tento in questa paginetta di richiamare i temi o meglio il tema del mio intervento nell'assemblea comunitaria dello scorso 15 dicembre in occasione del nostro incontro con il Provinciale padre Roberto Del Riccio. Si tratta di spunti di riflessione e meditazione frutto di “Ispirazione” del cuore, proposti in maniera non ordinata nell’incontro comunitario che riguardano, a mio avviso, la CORNICE o “frame” in linguaggio anglosassone della vita-missione del corpo apostolico nella Eum. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Precede ed orienta i processi di programmazione e discernimento in corso per individuare preferenze apostoliche per il nostro contesto, e rispondere alle sfide delle diverse società e della Chiesa cattolica locale e universale. Questa cornice, che è sostanziale, per non perdermi in parole, comprende l’OBBEDIENZA al corpo apostolico universale della Compagnia e l’OBBEDIENZA alla Chiesa cattolica universale e al Romano Pontefice papa Francesco. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Infatti, condizionano la nostra vita-missione nei diversi luoghi sia “eredità del passato” talvolta gratificanti, come il clericalismo ottocentesco (non è il caso di tornare a un “piccolo mondo antico”) sia “novità” della modernità, a partire per esempio dalle ondate emotive che attualmente connotano eventi e comportamenti collettivi, specialmente a livello giovanile. (Sotto il profilo storico, vedi l’apprezzato studio dello storico Gianni La Bella, <i>I Gesuiti dal Vaticano II a papa Francesco</i>, Guerini e Associati, 2019, pp.367).</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><b>1.OBBEDIENZA ALLA COMPAGNIA DI GESU’ COME CORPO APOSTOLICO UNIVERSALE</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Senza dubbio comprende sia il voto personale di obbedienza ai legittimi superiori locali sia la promessa di obbedire alle “missioni” che il Romano Pontefice affida nel tempo alla Compagnia di Gesù. L’obbedienza sostanziale personale e collettiva alla Compagnia di Gesù come corpo apostolico universale, a mio avviso, comprende sia i Decreti delle ultime Congregazioni Generali dalla 31ma alla 36ma, sia le Preferenze Apostoliche Universali individuate dal Padre Generale con la Curia Generalizia che sono da accogliere e attuare nei diversi luoghi della nostra vita-missione, nelle diverse Conferenze provinciali dei diversi continenti del mondo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">A questo proposito i diversi Annuari degli ultimi anni hanno presentato esperienze e testimonianze riguardanti l’attuazione delle quattro Preferenze apostoliche universali, come l’Annuario 2024 che riguarda “La cura della casa comune”. “Si puote” viene da dire con un'espressione popolare: Se questi e quelli…direbbe a sua volta Maestro Ignazio di Loyola. Nella lettera che ho inviato all’inizio del mandato da Provinciale a padre Roberto del Riccio notavo che: “in questi ultimi anni mi sono reso conto che non sempre i Decreti delle ultime Congregazioni Generali, dalla XXXI alla XXVI, suprema istanza normativa per la vita e la missione della Compagnia di Gesù nel mondo, sono conosciuti ed attualizzati a diversi livelli locali, modellando la nostra vita e missione apostolica. Forse come diceva per celia un superiore "non li hanno letti". Si tratta di operare un “recovery”, una ripresa della lettera e dello spirito di questi documenti elaborati nel corso di un cinquantennio” (Domenico Pizzuti, <i>Cercasi popolo,</i> A cura di Giacomo D’Alessandro, Gabrielli Editori, Verona 2021, p. 149).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><b>2. OBBEDIENZA ALLA CHIESA CATTOLICA E A PAPA FRANCESCO, GESUITA</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Non meno importante, a nostro avviso, è l’Obbedienza alla Chiesa cattolica universale nella persona dell’attuale pontefice, l’argentino gesuita papa Francesco che per questo non ci esime dal seguirlo nei suoi insegnamenti e programmi di riforma della chiesa. Si configura una SEQUELA di papa Francesco nella nostra vita e attività apostoliche che ha un carattere fondamentale, essendo al servizio di papa Francesco, e non solo quando si è chiamati a qualche servizio apostolico per la chiesa nel mondo.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Meritano attenzione ed attuazione alcune delle tematiche che hanno segnato finora il servizio apostolico di papa Francesco, che sono altrettante “sfide” a problemi e situazioni dell’umanità e della Chiesa universale ed hanno sempre un rilievo mediatico. Queste tematiche o problematiche sono a tutti note ma non poche volte passano inosservate e inattuate nella nostra vita e servizio, perché compito di papa Francesco. Sotto questo profilo sono illuminanti e modellanti le nostre programmazioni nella ricerca di come rispondere alle sfide attuali della società e della Chiesa. Viene da ricordare l’invito rivolto dall’angelo al profeta nel deserto, offrendo pane ed acqua: “Prendi, mangia e bevi” e così il profeta riprese il cammino fino al monte di Dio. Non sono certo un “profeta”, ma attento osservatore di fatti e persone dal Buen Retiro dell’infermeria di villa San Luigi. E allora facciamo nostre queste “sfide” dalla voce di Francesco, spesso irradiate dai media:</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">- <b>Crisi ambientali e climatiche</b>: vedi il documento “Laudato sì” del giugno 2015 e la recente Esortazione apostolica di aggiornamento “Laudate Deum”, ottobre 2023.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">- <b>Cura e protezione dei migranti nel mondo</b>: di fronte a questo fenomeno globale di migrazioni dei popoli, la strategia delineata da papa Francesco - poco seguita da molti governi - comprende l’accoglienza, l’accompagnamento, la promozione e l’integrazione dei migranti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">- <b>Cura e ricerca della pace</b> per le situazioni di ostilità non solo in Europa e nel Medio-Oriente, con iniziative promosse direttamente dal Vaticano. Forse si può aggiungere per il nostro contesto socio-politico la formazione politica e civile dei cittadini, secondo la sollecitazione recente del Card. Zuppi, presidente della CEI, ad una rinnovata presenza dei cattolici in politica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Da parte mia, segnalerei l’impegno con istituzioni e cittadini all’eliminazione della <b>violenza sulle donne</b>, perché sono la metà anche della nostra umanità secondo la pagina biblica sulle origini dell’ umanità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Un'ultima notazione: l’attuazione da parte del corpo apostolica della Compagnia di Gesù di questa Obbedienza alla Compagnia e alla Chiesa è un potente fattore di COESIONE di questo corpo. Di errori, omissioni, inesattezze di questa comunicazione sono il solo responsabile.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">IL SIGNORE SIA CON NOI.</span></div>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-30287308281788597552023-12-05T12:25:00.002+01:002023-12-05T12:25:54.256+01:00Iulia agnella<p><span style="font-family: Helvetica; font-size: 11px;">GIULIA AGNELLA</span></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">CORPO MARTORIATO.</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">FIGLIA DEL POPOLO.</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">STELLA CIELO DIO</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">T’ACCOLTA.</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">AVVOCATA DELLE DONNE</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">RIMANI CON NOI</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">LUCE DI VITA.</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">NEL CIELO DI DIO</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">GUARDACI.</p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><i>Domenico Pizzuti sj</i></p><p class="p1" style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size: 11px; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Napoli, 3 dicembre 2023</p>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-66324849191592533452023-12-05T12:24:00.002+01:002023-12-05T12:24:07.211+01:00Donne vittime e cinismo del potere<h3 style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz50fEWMljwdJ9cPByFwe6XeLzXTXUrcGDHxkqiN3K8Oiz-_wu_DCJcwLd9m_b0m4y4sDS_z8AriTSkrsuKawTu1o_-i75da_KQC5zEbok4BhoCVmv3puLozMmTGHICxAIqP7mgN4-SpNgV8v8_cBJ1xPLL-T1BtK3mYYUj5rXObd800UvENhjw9O3wes/s640/1522_una_panchina_rossa_per_ricordare_tutte_le_donne_vittime_di_violenza._No_alla_violenza_sulle_donne.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="474" data-original-width="640" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz50fEWMljwdJ9cPByFwe6XeLzXTXUrcGDHxkqiN3K8Oiz-_wu_DCJcwLd9m_b0m4y4sDS_z8AriTSkrsuKawTu1o_-i75da_KQC5zEbok4BhoCVmv3puLozMmTGHICxAIqP7mgN4-SpNgV8v8_cBJ1xPLL-T1BtK3mYYUj5rXObd800UvENhjw9O3wes/w454-h336/1522_una_panchina_rossa_per_ricordare_tutte_le_donne_vittime_di_violenza._No_alla_violenza_sulle_donne.jpg" width="454" /></span></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div></h3><h3 style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: verdana;">Il sacerdozio femminile in una chiesa maschilizzata</span></b></h3><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Rimane non riconosciuta la possibilità delle donne di accedere a diaconato e sacerdozio, per cui vale a nostro avviso lo stesso ragionamento del celibato sacerdotale, è solo una norma che si può modificare per renderlo eventualmente libero. Nell'intervista a Rai Tg1, Bergoglio ha stoppato la discussione sulle richieste di alcune chiese di un sacerdozio anche femminile affermando che si tratta di un "fatto ministeriale", che va affrontato a questo livello: da parte di chi? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Qual'è il peso che impedisce di risolvere questo nodo (ministeriale), cioè un blocco al sacerdozio femminile per un credenza ecclesiastica di non ammissibilità che impegna pontefici, vescovi, sacerdoti, secondo la struttura istituzionale della Chiesa cattolica e se si vuole romana con la sua Curia e dicasteri vari? </span></div><div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Viene in mente un adagio popolare in riferimento al sacerdozio non matrimoniabile: "non sanno quello che si perdono!" E senza paragone, secondo i racconti dell'origine dell'Antico Testamento "maschio e femmina li creò", che forse può valere anche per il sacerdozio cattolico. Meditate gente!</span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><h3 style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: verdana;">La battaglia civile contro la violenza di genere smentisce la Ministra Roccella</span></b></h3><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">In questo caso della ministra Roccella si tratta realmente di cecità ideologica per allinearsi alla campagna governativa contro la violenza di genere “non siete sole, chiamate 1522”, inaugurata dalla premier Meloni in una nera serata di venerdì 24 novembre davanti a Palazzo Chigi illuminato di rosso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per amore di Dio, come si dice, questa delicata e sensibile umanamente materia non si può buttarla in interessata propaganda per cavalcare l’onda di indignazione individuale e collettiva della mobilitazione della società civile nelle piazze delle città italiane. Da questa affermazioni della Ministra per le Pari opportunità emerge un esponente di governo di destra post-fascista che si rivela non in sintonia con il sentimento, valori di vita non negoziabili, aspettattive, di richiesta e difesa si diritti di larghi settori della società civile che si mobilitano all’occasione. </div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Abbiamo l’impressione che questa complessa e delicata materia di genere non sia COSA di questo governo, la sua ideologia e programmi da attuare, certo la Ministra per la sua storia non è una “femminista” di battaglia perchè siede negli scranni di Palazzo Chigi “allineata e coperta” con i programmi governativi.</span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">L’eliminazione delle violenze di genere fino al femminicidio è in ogni caso una BATTAGLIA CIVILE che deve continuare, anche facendo rumore per le orecchie di qualcuno, ma deve scendere in profondità per la crescita del riconoscimento, rispetto, protezione, sane affettività per le donne di ciascuno e di tutti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></div><div><h3 style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: verdana;">Non usate Giulia Ceccherin</span></b></h3><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;">Il video di venerdì 24 novembre da parte di Giorgia Meloni per lanciare campagna governativa contro violenza di genere in nome di Giulia Ceccherin è una STRUMENTALIZZAZIONE da parte della politica di questa disgrazia che la Meloni aveva attribuito sia alla Schlein sia alla brillante Lilli Gruber di La7, che è l’ultima cosa desiderata per una tragedia che come fenomeno sociale ha connotati profondamente culturali ed antropologici da disvelare e superare, un veleno, una gramigna velenosa della società da estirpare con una diffusa azione educativa dei “maschi” s’intende, secondo papa Francesco. </div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Da questo punto di vista riteniamo che il video trasmesso per marcare una presenza nella ondata emotiva della società e trarne visibilità e consenso politico sia oggettivamente OSCENO per trarne vantaggio personale nei confronti del dolore delle famiglie coinvolte in questa tragedia che hanno conservato un composto atteggiamento.</span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><h3 style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: verdana;">La bocca di Salvini in campagna elettorale permanente</span></b></h3></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Dopo queste due ultime riflessioni, non possiamo non denunciare le ultime affermazioni di Matteo Salvini che come uomo barbuto e saputo si stracciava le vesti - si fa per dire - per le scene indegne di caos alle stazioni per lo sciopero sacrosanto per la sicurezza della vita da organizzazioni sindacali di base. Non si tratta solo della boccaccia del Ministro Salvini che fa dichiarazioni per umiliare gli avversari secondo la metodologia del populismo di governo, cioè per umiliare ed eliminare le minoranze politiche del momento. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Certo si tratta di “Campagna elettorale permanente” per aumentare punteggi di adesione a proprio favore, ma anche di “competizione permanente” nei confronti di Giorgia Meloni. Al di là del personaggio, questo “populismo di governo” del premier e del vice premier lombardo per premiare la propria immagine con video e affermazioni varie premianti del momento, e la campagna “comunicativa” permanente dei due, sono la CIFRA di questo attuale governo di destra che “Governa e Comunica” detti e fatti per la propria immagine ai fine di restare al potere, di questo si tratta. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Rimane, a nostro avviso, evidente che cosa ne pensa l’elettorato che li ha votati ed anche quello che si è astenuto dal voto, ma è invece chiaro che nonostante questa occupazione del potere da parte di partiti di destra-centro, e recenti manifestazioni politiche e sociali esiste e si manifesta il “PLURALISMO” politico ed anche delle espressioni di pensiero che il nostro Presidente Mattarella difende ed assicura.</span></div>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-87804234636118343572023-11-30T12:41:00.003+01:002023-11-30T12:41:20.516+01:00Cecità ideologica e violenza di genere<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per la zelante ministra alle Pari opportunità, Eugenia Roccella, graziata per essere stata assunta in una squadra di un governo di destra di stampo conservatore, quella di sabato 25 novembre è stata "una occasione sprecata". "Mi dispiace - afferma - che la manifestazione promossa da Non una di meno, che poteva essere una grande occasione, sia stata sprecata per motivi ideologici”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per ogni onesto osservatore della marea di persone di colore fucsia che hanno partecipato alla manifestazione al corteo ed al Circo Massimo (500mila secondo le associazioni organizzatrici della società civile) la dichiarazione inaudita della Ministra lascia perplessi non tanto per motivi ideologici ma per mancanza di realismo e percezione della natura e significato di questa manifestazione collettiva di cittadini in nome di Giulia Ceccherin per l’eliminazione del fenomeno della violenza di genere non solo nel nostro Paese. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oltre l’imponenza quantitativa della partecipazione (descritta come marea umana o una sorta di tsunami umano) e la spontaneità dell’organizzazione da parte di associazioni minoritarie della società civile ideologizzate o meno che hanno lanciato l’appello ad una pubblica manifestazione per dire “Basta” ai femminicidi di donne amate possessivamente, a nostro avviso - non pensiamo di sbagliare - i partecipanti erano non solo padri e madri con le loro figlie per una loro coscientizzazione in modo da difendersi - ma appartenenti ad un ceto medio acculturato ma non solo sull’onda emotiva della crudele uccisione di Giulia per mano dell’ex fidanzato ora in carcere a Verona. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quindi manifestazione di sentito carattere antropologico perchè riguardava carne e sangue di una giovane donna del nostro Paese eliminata da una mano omicida. Non si trattava certo di ideologie in campo, ma di espressione di una responsabilità collettiva nei confronti delle violenze anche omicide nei confronti delle donne ingannate da un falso amore maschile predatorio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo caso della ministra Roccella si tratta invece realmente di CECITA’ ideologica per allinearsi alla campagna governativa contro la violenza di genere “non siete sole, chiamate 1522”, inaugurata dalla premier Meloni in una nera serata di venerdì 24 novembre davanti a Palazzo Chigi illuminato di rosso, di cui ad un precedente intervento. Per amore di Dio, come si dice, questa delicata e sensibile umanamente materia non si può buttarla in interessata propaganda per cavalcare l’onda di indignazione individuale e collettiva della mobilitazione della società civile nelle piazze delle città italiane. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Da questa affermazioni della Ministra Per le pari opportunità emerge un esponente di governo di destra post-fascista che si rivela non in sintonia con il sentimento, valori di vita non negoziabili, aspettattive, di richiesta e difesa si diritti di larghi settori della società civile che si mobilitano all’occasione. Abbiamo l’impressione che questa complessa e delicata materia di genere non sia COSA di questo governo, la sua ideologia e programmi da attuare, certo la Ministra per la sua storia non è una “femminista” di battaglia perchè siede negli scranni di Palazzo Chigi “allineata e coperta” con i programmi governativi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’eliminazione delle violenze di genere fino al femminicidio è in ogni caso una BATTAGLIA CIVILE che deve continuare, anche facendo rumore per le orecchie di qualcuno, ma deve scendere in profondità per la crescita del riconoscimento, rispetto, protezione, sane affettività per le donne di ciascuno e di tutti. E’ un tesoro prezioso da custodire e proteggere al di là delle varie subculture locali e nazionali, perchè secondo la Bibbia all’origine Dio “maschio e femmina li creò”.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-25001234504986023882023-11-27T17:41:00.000+01:002023-11-27T17:41:09.183+01:00Strumentalizzare Giulia<div style="text-align: justify;"><i style="font-family: verdana;">di Domenico Pizzuti sj</i></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ieri notte un video Tv mostrava una pattuglia di atleti assoldati riteniamo, nella nera notte e sullo sfondo Palazzo Chigi illuminato di rosso con la nostra Principessa che illustrava la campagna del governo per la giornata internazionale sulla violenza contro le donne “Non siete sole, chiamate 1522” , ripetute anche oggi su gli schermi televisivi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il video, a nostro parere sapeva di scenografia approntata per l’occasione dalla continua propaganda da parte di Giorgia Meloni, non solo televisiva, per dare visibilità alla sua persona e detti e fatti. Nel contempo i palazzi delle istituzioni: Palazzo Chigi, Camera, Senato, RAI erano illuminati di rosso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Insieme alle manifestazioni promosse in diverse città per la giornata internazionale sulla violenza contro le donne, l’efferato delitto per l’uccisione dell’inerme Giulia Ceccherin si deve rilevare ha suscitata una diffusa ondata emotiva per questo ultimo femminicidio e la stessa politica con le sue istituzioni ha tentato di cavalcare questa ondata emotiva per non essere da meno delle reazioni della società nelle piazze.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ una STRUMENTALIZZAZIONE da parte della politica di questa disgrazia che la Meloni aveva attribuito sia alla Schlein sia alla brillante Lilli Gruber di La7, che è l’ultima cosa desiderata per una tragedia che come fenomeno sociale ha connotati profondamente culturali ed antropologici da disvelare e superare, un veleno, una gramigna velenoso della società da estirpare con una diffusa azione educativa dei “maschi” s’intende, secondo papa Francesco.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Da questo punto di vista riteniamo che il video trasmesso per marcare una presenza nella ondata emotiva della società e trarne visibilità e consenso politico sia oggettivamente OSCENO per trarne vantaggio personale nei confronti del dolore delle famiglie coinvolte in questa tragedia che hanno conservato un composto atteggiamento. Ha senso invece l’inaugurazione nell’Università di Padova dove Giulia aveva studiato ed era alla vigilia della laurea di una “panchina rossa” con la presenza sempre composta del padre con il suo dolore e l'invito alle donne a denunciare sempre di fronte a manifestazioni di violenza. maschile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Secondo l’amico F. questa tragedia con le sue reazioni può essere l’occasione per maturazione civile su questo tragico fenomeno che come ha osservato il Presidente Mattarella segnala un fallimento di tutta la società, non basta indignazione a intermittenza. A sua volta é intervenuto anche il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, richiamando che "“Amore e violenza non vanno d’accordo, l’amore è dono e mai possesso dell’altro. È mio solo se è suo! Indignarsi non basta, bisogna reagire alle tragedie come quella di Giulia e di tante altre donne la cui vita è stata spenta in modo brutale. Non possiamo restare indifferenti e soprattutto non possiamo abituarci”. Così sia.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-15243997384258458412023-11-23T18:22:00.005+01:002023-11-23T18:22:59.795+01:00Onore a chi lavora<div style="text-align: justify;"><i style="font-family: verdana;">di Domenico Pizzuti sj</i></div><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non intendiamo entrare nel merito dello “scontro” riguardante lo sciopero generale proclamato dai sindacati CGIL ed UIL il 17 novembre ed i suoi attori principali Matteo Salvini vice-presidente e ministro per le infrastrutture, definito dalla segretaria PD "guappo" di governo aggiungiamo della Lombardia, più precisamente “populista di governo” ed il segretario della CGIL Maurizio Landini che nella sua strategia di piazza ha forse sottovalutato il peso di una destra di governo saldamente al potere nel nostro paese.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Riflettendo sulla discussione pubblica su questa tematica, sembra che manchi il contributo della “dottrina sociale della Chiesa” da parte non solo dei cattolici, con l’enciclica di Giovanni Paolo secondo sul “lavoro umano” e gli interventi dell’attuale papa Francesco sulla dignità del lavoro per il sostegno della famiglia, il lavoro precario, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il giusto salario, la partecipazione delle donne al lavoro, le nuove tecnologie con l’attuale diffusione dell’ “intelligenza artificiale” e così via.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Su un piano culturale e sociale negli ultimi decenni del secolo scorso e del primo ventennio di questo secolo si deve rilevare, in merito al ruolo del lavoro nella globalizzazione economica e dell’affermazione delle grandi corporazioni industriale e dei servizi, la perdita della CENTRALITA’ DEL LAVORO nella vita sociale che aveva caratterizzato gli anni sessanta e settanta del secolo scorso a vantaggio delle nuove tecnologie e l’AI, con l’individualizzazione e precarietà del lavoro, e la centralità invece del sistema della COMUNICAZIONE, che si rivela sede e manifestazione di potere di fronte ad una platea fluida di cittadini che tifa per un leader o un’altro come mostra il l’uso propagandistico della “comunicazione” da parte dell’attuale governo. Rimane, a nostro avviso, non solo l’aspetto di sostegno economico della famiglia da parte dei “breadwinner” e di “Senso” nella vita quotidiana per il contributo al progresso e prosperità, ed al bene comune della società in cui si vive.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Coltivando in me questi pensieri da anziano nel Buen Retiro di Villa S. Luigi a Napoli, ho sentito l’esigenza di proclamare di fronte ad un lavoro precarizzato e devalorizzato di donne e uomini che sostengono crescita e progresso del nostro paese: ONORE, ONORE, ONORE a tutti i LAVORATORI cui va restituita dignità e riconoscimento da parte di coloro che sono in sintonia con la vita, i diritti e le aspettative di tanti cittadini lavoratori nelle nostre strade di vita e non si vantano di occupare scranni di governo per mantenere il Potere pubblico.</div></span>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1292810867626504141.post-51943763732188391332023-11-22T16:56:00.005+01:002023-11-22T16:56:50.576+01:00Sui femminicidi<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><i>di Domenico Pizzuti sj</i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Il mio amico F., che segue le mie riflessioni sul blog, mi ha sollecitato a scrivere alcune riflessioni sulla tragica vicenda dell’uccisione della ventenne Giulia Cecchettin in un Comune nel veneziano, da parte dell’ex fidanzato Filippo Turetta, che ha destata grande commozione e mobilitazione di cittadini e studenti come commemorazione e presa di coscienza collettiva delle manifestazioni di violenza di genere, di un ennesimo “femminicidio” (105°).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Un fenomeno che riveste i caratteri di “emergenza sociale” nel nostro Paese. E’ utile richiamare che il femminicidio non è un atto isolato, ma ultimo atto di violenza sulle donne. Si è trattato di un un delitto particolarmente efferato e grondante sangue di una giovane donna da parte di ex fidanzato Filippo Turetta, ed il Gip di Venezia che ha compiuto una prima ricostruzione del delitto ha dichiarato che si è trattato di un delitto di “inaudita ferocia” che dimostra la totale incapacità di autocontrollo, sussiste il pericolo che reiteri condotte violente nei confronti altre donne.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">L’autopsia del corpo massacrato di Giulia darà ulteriori elementi di conoscenza della tragica vicenda che ha visto come autore Fillippo Turetta definito in famiglia “un bravo ragazzo” secondo la sorella di Giulia che non ha smesso di “gridare” nelle varie manifestazioni di commemorazione della morte violenta della sorella Giulia da parte di ex fidanzato forse “fuori controllo”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">A questo proposito viene in evidenza un aspetto nella pubblica discussione alquanto sotto tono che riguarda il “maschio” come autore di femminicidi, perchè a nostro avviso le misure annunziate del governo riguardano piuttosto la TUTELA delle vittime donne, mentre sono poco elaborate anche nella visione collettiva misure di PREVENZIONE educativa dei maschi a rischio “carnefici” delle vittime, per il potere maschile prevalente nei media, nella società, nelle istituzioni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Maschio, religioso e anziano, sono il primo a richiederle e farle sviluppare nella società per la protezione e difesa della vita di donne in pericolo. A questo proposito suggeriamo una metodologia educativa leggibile nella ricerca di Giacomo Di Gennaro e Maria Luisa Iavarone, Ragazzi che sparano. Viaggio nella devianza grave minorile, Franco Angeli, Milano 2023, pp. 71-77.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Infine ci ha colpito la dignità dei parenti delle due famiglie, in particolare del papà di Giulia che sui social ha dichiarato: “l’amore vero, non umilia, non picchia, uccide”. Vale anche l’ammonimento del Card. Matteo Zuppi, presidente della CEI: “liberiamoci dell’amore possessivo che distrugge”!</span></div>Giacomo D'Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/13533672893405470809noreply@blogger.com0