ASSOCIAZIONI A SCAMPIA. UNA CITTADINANZA VICARIA
Introduzione all’inserto "Scampia felice" su Il Denaro
tratta da nazioneindiana.com |
Dobbiamo testimoniare che, rispetto alla
mia prima venuta a Scampia circa due decenni fa, ogni mattina vediamo le madri con gli
zainetti in spalla portare i loro figli alle varie istituzioni scolastiche del
quartiere, e anche dal campo rom scorgiamo le madri accompagnare i figli a
scuola. Rispetto ad un cambiamento religioso e culturale atteso, come rilevato nell’intervento citato, si ha la sensazione che nel cinquantennio trascorso non c’è stata una diffusa “rivoluzione culturale” a Scampia, ma piuttosto una colonizzazione dei
ceti medio-bassi da parte dei mezzi di comunicazione di massa e delle istanze
consumistiche. Basti osservare l’omologazione totale alla moda delle donne del
quartiere secondo le loro possibilità
economiche.
Nello stesso tempo non si può non
mettere in luce l’intervento deciso intrapreso congiuntamente dalle forze
dell’ordine nel secondo semestre del 2012 per contrastare il fiorente
traffico della droga, che ha portato all’eliminazione delle piazze di spaccio
nel quartiere e alla liberazione di interi fabbricati come il Lotto
P. Il compimento della “militarizzazione” del territorio per
il contrasto al traffico della droga, con il controllo delle forze
dell’ordine per impedire la rinascita
delle piazze di spaccio, invoca interventi per migliorare la vivibilità
soprattutto sotto il profilo delle opportunità di lavoro per giovani e adulti.
In questo contesto non immobile, se non
altro perché con maggiori difficoltà si compie la riproduzione biologica, culturale, sociale e religiosa della popolazione, un rilievo particolare
assume la presenza e l’attivismo da decenni di Comitati e Associazioni, dallo
storico Comitato delle Vele che ha
animato per decenni la lotta per la casa e la riqualificazione del quartiere, al GRIDAS animato da un artista di graffiti come Felice Pignataro e promotore del colorato Carnevale che da un trentennio attraversa le vie del
quartiere, all’Arci Scampia per la socializzazione giovanile al gioco del
calcio, a Legambiente, più recentemente
al Centro territoriale Mammut, al Centro di Formazione dei Padri gesuiti
Alberto Hurtado, alla Ludoteca Il Giardino dai mille colori animata dalle Suore della Provvidenza, alle Associazioni Chi rom e... chi no, Dream team. Donne in
rete per la rivitalizzazione urbana e
così via. Una consistente presenza di
Associazioni sociali, culturali, sportive e religiose che insieme alle Istituzioni scolastiche sono i
promotori di integrazione sociale e culturale delle giovani generazioni e di assistenza ai più svantaggiati, compresi i
nuclei Rom.
Questi Comitati di cittadini e Associazioni hanno dato vita con
documenti e pubblicazioni ad una elaborazione culturale sulla situazione e i diversi problemi del quartiere che hanno trovato una
proiezione “politica” nel Comitato
Spontaneo Scampia felice con Manifesti di idee e proposte, dai
progetti innovativi per lo sviluppo territoriale alla
localizzazione di Facoltà Universitarie
oggetto di ripetuti protocolli ad un welfare per i ceti meno privilegiati e al lavoro
per le giovani generazioni, alla centralità della scuola e formazione, alla
questione femminile, e non ultimo alla
tutela della salute dei cittadini e al nodo dei trasporti. Infine, ad una civile accoglienza e integrazione dei
Rom risiedenti ormai da quasi un
trentennio sul territorio.
Analisi, idee e proposte sono raccolte in questo dossier, espressioni di
una cittadinanza Attiva e responsabile (come le proposte sul Protocollo d’intesa “Una rete per la
raccolta differenziata porta a porta a Scampia”), da parte di un'élite culturale con radici popolari che alza la voce. Ricalcando una categoria elaborata in
sociologia per il fenomeno religioso “Religione vicaria” per indicare una minoranza religiosa attiva che
opera a favore di un più ampio numero
che approva ciò che la minoranza sta compiendo, anche in questo caso possiamo riferirci ad una CITTADINANZA VICARIA di una
minoranza sociale che opera con il
consenso circostante. E che in un certo
senso si fa STATO.
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