COME SUPERARE E SCONFIGGERE LA POVERTA’?

Lunedì 14 ottobre nel primo pomeriggio ho partecipato alla chiassosa e colorata manifestazione davanti alla sede del Municipio di Napoli, promossa dall’UNEBA (Unione Nazionale Enti Assistenza e Beneficenza della Campania) per rivendicare crediti di 40 milioni di euro non pagati da 4 anni, necessari ai 50 istituti socioeducativi religiosi o laici per proseguire la loro attività.
Mi sono trovato davanti al portone di Palazzo San Giacomo tra madri di estrazione e vivacità popolare con i loro figli saltellanti, che davano fiato a fischietti e trombette, battevano pentole e coperchi, tutte ammassate e vocianti tra le altre cose “Buffoni, ladri, mariuoli!” nei confronti del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
I vari gruppi convenuti innalzavano cartelloni e striscioni con i nomi dei rispettivi istituti penalizzati dai mancati pagamenti o provocanti slogan come “Gigino (nome del sindaco) te li prendi tu i nostri bambini” e così via.
Numerose le suore presenti con i loro abiti che gestiscono talora a proprie spese (con le loro pensioni) questi istituti, con cartelli e megafoni esprimevano vivacemente le ragioni della protesta. Sulla destra vedo quattro suore incatenate ad un palo della luce, per manifestare le condizioni allo stremo in cui versano i loro istituti se non saranno deliberate almeno delle anticipazioni per continuare l'attività. Una protesta inconsueta per religiose la cui foto è apparsa su tutti i giornali e telegiornali locali e nazionali. Quando il piatto è vuoto si ricorre a tutti i mezzi.


Già in occasione della visita pastorale di Benedetto XVI a Napoli nell’ottobre 2007, per via Duomo imbandierata a festa, alcuni striscioni a nome delle strutture di accoglienza della Campania gridavano al Benedetto del Signore: "I minori sono abbandonati, perché le comunità chiudono non ricevendo risorse da 18 mesi. Napoli città ingiusta. Vergognatevi!". La mobilitazione continua in attesa di un po’ di ossigeno per i servizi alle famiglie meno privilegiate.
Il giorno dopo, nel corso della lezione di sociologia agli alunni del primo anno all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Donnaregina, una suora salesiana dal volto pulito mi spara questa domanda: "Professore, come si supera e sconfigge la povertà? La sociologia dà qualche indicazione?".
Sul momento me la cavo con qualche risposta generica dal punto di vista sociologico. E’ apprezzabile e non comune questa domanda ai giorni nostri che tradisce una preoccupazione sincera perché non vuol lasciare inalterate le condizioni di ineguaglianza ed esclusione sociale esistenti. Dio non voglia! Quando a Napoli le condizioni di povertà ereditate danno luogo al “circolo perverso della povertà” perché sono difficilmente mutabili...
Assistenza pubblica alle famiglie più disagiate o lotta alla povertà almeno per pareggiare i conti?

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