PARADISO, INFERNO, PURGATORIO. VOCI DI QUA
Da tempo incontro nella Chiesa della nostra Rettoria una giovane donna, modesta e taciturna o meglio raccolta, in adorazione davanti al tabernacolo aperto ogni giorno dalle 16 alle 17, in ginocchio per pregare, meditare e colloquiare con il Signore considerato presente. Anche questo fiore spunta a Scampia in un quartiere considerato troppo riduttivamente maledetto in ogni sua parte. Non è estranea a raccogliere anche mie esternazioni e di altri. Una laica che ha fatto una scelta di vita personale consacrata in un contesto di religiosità prevalentemente cultuale, sacramentale e devozionale, di cui bisogna cogliere la intima esperienza religiosa dono dall’Alto ma anche scelta di vita fedele. E’ un'“anima orante” scherzosamente la definisco, ma sa anche cantare divinamente, provvedendo con il lavoro al suo mantenimento. E’ una possibilità di vita, che non può ignorare il contesto dei problemi noti e meno noti degli abitanti del quartiere, appena fuori la porta della chiesa.
In secondo luogo, una riunione a Napoli di volontari religiosi e laici che esercitano una advocacy a favore del riconoscimento dei bisogni e dei diritti delle popolazioni rom a Napoli e provincia, in particolare in rapporto con le Istituzioni sensibili (dal prefetto di Napoli al Ministro Riccardi) per una sistemazione più umana dei 400 Rom e passa sgomberati più volte dalle aree agricole di Giugliano.
E’ con noi una giovane donna che unica – se non andiamo errati - dei 120mila abitanti di Giugliano si è presa cura in questi anni dei bisogni primari di questi gruppi fuori le mura della città. Apprezzando il lavoro da lei svolto nelle ultime settimane per “trovar casa” alle famiglie rom accampate nelle campagne tra l’ostilità di proprietari e contadini, le dico "Avrai certo il Paradiso…". Mi risponde d’acchito "Che cos’è il Paradiso?". In italiano antico si direbbe "non ne aveva contezza" o "questa prospettiva non fa parte del suo universo culturale", pur operando attivamente a favore di questi “poveri cristi” di Rom giuglianesi. Un’altro cammino o possibilità di vita che fiorisce anch’esso nel deserto della disattenzione e dell’indifferenza degli abitanti cittadini dentro le mura.
In terzo luogo, accennando a questi episodi nel corso di un’omelia partecipata in un giorno di questa settimana, una signora piuttosto taciturna ma bene educata religiosamente, e partecipante ad un coro locale ben addestrato, ad un certo punto sbotta: "Ma l’inferno è su questa terra, per tutti i mali che incombono…". Accolgo questa voce che viene dall’interno di questa persona senza replicare.
Pluralismo religioso o possibilità di vita in un contesto in cui la credenza e appartenenza religiosa (cattolica o meno) non è più scontata ma oggetto di scelta e talvolta di contesa.
PARADISO, INFERNO e…PURGATORIO, se si esce dalla chiesa e si incontrano le madri affaccendate e preoccupate dei ceti popolari nel vicino Lotto P, che accompagnano i figli a scuola o ricorrono sempre più alla Caritas della chiesa o all’Ambulatorio medico gratuito per bisogni primari. E soprattutto per il lavoro che manca per giovani e adulti o è precario, discontinuo, mal pagato.
Ha ragione la signora, forse non l’Inferno ma il Purgatorio è veramente su questa terra, ma non è un destino e neanche una prova da subire, ma un compito per combattere i “peccati sociali” che gravano ingiustamente sugli umani.
In NOME DI DIO!
In secondo luogo, una riunione a Napoli di volontari religiosi e laici che esercitano una advocacy a favore del riconoscimento dei bisogni e dei diritti delle popolazioni rom a Napoli e provincia, in particolare in rapporto con le Istituzioni sensibili (dal prefetto di Napoli al Ministro Riccardi) per una sistemazione più umana dei 400 Rom e passa sgomberati più volte dalle aree agricole di Giugliano.
E’ con noi una giovane donna che unica – se non andiamo errati - dei 120mila abitanti di Giugliano si è presa cura in questi anni dei bisogni primari di questi gruppi fuori le mura della città. Apprezzando il lavoro da lei svolto nelle ultime settimane per “trovar casa” alle famiglie rom accampate nelle campagne tra l’ostilità di proprietari e contadini, le dico "Avrai certo il Paradiso…". Mi risponde d’acchito "Che cos’è il Paradiso?". In italiano antico si direbbe "non ne aveva contezza" o "questa prospettiva non fa parte del suo universo culturale", pur operando attivamente a favore di questi “poveri cristi” di Rom giuglianesi. Un’altro cammino o possibilità di vita che fiorisce anch’esso nel deserto della disattenzione e dell’indifferenza degli abitanti cittadini dentro le mura.
In terzo luogo, accennando a questi episodi nel corso di un’omelia partecipata in un giorno di questa settimana, una signora piuttosto taciturna ma bene educata religiosamente, e partecipante ad un coro locale ben addestrato, ad un certo punto sbotta: "Ma l’inferno è su questa terra, per tutti i mali che incombono…". Accolgo questa voce che viene dall’interno di questa persona senza replicare.
Pluralismo religioso o possibilità di vita in un contesto in cui la credenza e appartenenza religiosa (cattolica o meno) non è più scontata ma oggetto di scelta e talvolta di contesa.
PARADISO, INFERNO e…PURGATORIO, se si esce dalla chiesa e si incontrano le madri affaccendate e preoccupate dei ceti popolari nel vicino Lotto P, che accompagnano i figli a scuola o ricorrono sempre più alla Caritas della chiesa o all’Ambulatorio medico gratuito per bisogni primari. E soprattutto per il lavoro che manca per giovani e adulti o è precario, discontinuo, mal pagato.
Ha ragione la signora, forse non l’Inferno ma il Purgatorio è veramente su questa terra, ma non è un destino e neanche una prova da subire, ma un compito per combattere i “peccati sociali” che gravano ingiustamente sugli umani.
In NOME DI DIO!
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