DONNE, MADONNE E SANTI
tratta da buongiornoslovacchia.sk |
PRIMA MADONNA. In un intervento all’inizio del 2009 su
Repubblica Napoli (Immagini di Natività nel campo Rom a Scampia, 2 gennaio 2009)
provocatoriamente affermavo: "Ho
trovato nella baracca la Madonna con la bambina!", riferendomi ad una minuta madre ventenne di origine slovena con una piccola di
cinque mesi ed in attesa del riaffidamento di un’altra figlia di circa due anni
temporaneamente affidata per decreto del Tribunale dei Minori di Napoli ad una
comunità di accoglienza, che continua a chiamarmi con il cellulare per le
necessità dei propri figli. La figlia
più grande, dopo un lungo percorso di un anno e mezzo presso il Tribunale dei
Minori, per decreto dello stesso Tribunale nell’ottobre di
quell’anno è stata riaffidata ai
genitori che l’hanno accolta con gioia nella loro pulita e modesta abitazione,
in virtù di un strategia comune tra
servizi sociali e volontariato. Proprio
come nella Meditazione della Natività di S. Ignazio di Loyola negli Esercizi
spirituali, che invita a sentirsi presente all’evento nella grotta e a
servire nelle loro necessità la santa Famiglia. Naturalmente la famiglia in
questione è stata assistita fino al ritorno recente in Serbia.
SECONDA
MADONNA, che mi è apparsa a fine mese di ottobre lungo una strada di forte traffico, moglie di
un romeno mio amico, che due anni orsono hanno perduto la loro prima figlia
deceduta in forza di una grave malattia all’ospedale per bambini di Napoli e che per un momentaneo
allontanamento del padre è morta nelle
mie mani. Era ad aspettarmi vicino ad un bar al secondo mese di gravidanza, con
una piccolina di due anni in braccio ed un maschietto di tre anni per mano. Mi sembrava in piedi una
riproduzione delle madonne della pittura fiorentina per la luce del volto. Effetto della gravidanza, fascinazione? Per
il breve incontro non ho avuto tempo di
approfondire perché mi interessava
incontrarla amichevolmente. In ogni caso, chiedo scusa per l’ignoranza
di certi fenomeni, sempre umani…
TERZA
MADONNA, la più seria, che stavo quasi
dimenticando e certo trascurando, se non
prestando una certa attenzione quando la incontro, è una giovane longilinea
donna Rom con un figlio che accompagna a scuola. Ha letteralmente stampata sul
volto una maschera di sofferenza, come non ho mai visto, per tutte le
sofferenze patite, tra cui un marito impiccatosi in carcere.
Ci sono anche i
santi maschi, in una riflessione nella festività della comunione dei santi
riflettevo se avevo incontrato recentemente “santi” o più precisamente “giusti
e giuste”. Senza offesa per nessuno, mi
sovveniva la vita di un “fratello coadiutore” della Compagnia di Gesù veneto deceduto da qualche anno, improntata alla
preghiera, al servizio coscienzioso alla comunità religiosa, all’ascesi
personale (non capiva perché qualche volta ci recassimo a mangiare una pizza
fraternamente).
C’è n è per
tutti donne e uomini nella sequela del Signore Gesù, in questo mondo umano,
sociale e cosmico, da liberare o portare al compimento nel segno dell’Altissimo
da parte di cristifideles laici o altri
che siano, sporcandosi le mani.
Ciao a tutti,
Domenico
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