IL LAVORO UMILIATO ED OFFESO

tratta da job.befan.it

Per non rimanere prigionieri del teatrino della politica con i vari Renzi, Formigoni, Santanché e Rosy Bindi, o del circolo mediatico con la Minetti, Belen Rodriguez, Ruby e via dicendo, non possiamo estraniarci dai fatti più “duri” come quelli riguardanti il mondo del lavoro e in particolare le relazioni industriali nella più grande industria automobilistica italiana, la FIAT, che a nostro avviso non è solo dell’AD Marchionne ma di tutti i lavoratori. E forse anche dello Stato per tutte le sovvenzioni e sconti erogati per decenni.

Si tratta di problemi che non sono solo tecnici o ragionieristici, di sfide economiche per reggere sul mercato, ma riteniamo anche di valori in gioco, secondo l’insegnamento della Laborem exercens di Giovanni Paolo II che ha riaffermato il primato del lavoro sul capitale, valevole anche in un’epoca di globalizzazione finanziaria imperante, di diffusione di nuove tecnologie e di crisi dei bilanci statali, con rapporti di forza che privilegiano il capitale finanziario. O come è stato detto, di lotta di classe all’inverso, per condizionamenti, limitazioni di diritti, condizioni di lavoro e sicurezza, salari, rappresentatività dei lavoratori nell’impresa e precarietà dell’occupazione.

Per non farla lunga, riporto la conclusione del mio articoloMarchionne, La FIAT e i valori in gioco” (Il Denaro, 19 gennaio 2011), che ha valore anche in riferimento all’inammissibile o “cattivo” scambio tra 19 lavoratori assunti per disposizione della Magistratura e 19 licenziati nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Questa mattina un operaio di Pomigliano mi esprimeva l’impotenza che sperimentano i lavoratori anche per evitare la “guerra tra poveri”.

“Ci preme soprattutto che da parte delle chiese e comunità cristiane e dei loro movimenti – dopo un silenzio durato troppo a lungo su vicende che interessano la vita quotidiana di uomini e donne -  si elevi finalmente una voce ed una riflessione per riaffermare - secondo il tradizionale insegnamento sociale della Chiesa sulla preminenza del lavoro umano sul capitale anche nell’epoca della globalizzazione e dell’impresa multinazionale - le ragioni ed i ritmi del lavoro umano in un’impresa che certo  deve essere produttiva ma non asservire alle catene di produzione o dei computer.
In merito alle vicende delle relazioni industriali alla FIAT a torto o a ragione si è parlato di una svolta storica, che è tale se segna un progresso di civilizzazione per liberare la produzione ed il lavoro umano. Non può mancare l’apporto delle articolazioni sociali della chiesa italiana e dei centri di studio e formazione con meditate riflessioni e approfondimenti da offrire nel dibattito sociale e culturale e che possano illuminare la lotta tra valori ultimi nel senso weberiano di lotta tra gli dei (i miti della produzione, del mercato, del  profitto) e il travaglio dei lavori umani.
Anche se poi è da gestire la realtà penultima che non è esente da conflitti e compromessi.”

Il mantra si arricchisce di un’altra parola evangelica in coda:
SIAMO TUTTI FRATELLI E SORELLE, AMICI DEL SIGNORE, INVITATI ALLA SUA MENSA. NON CI SIA ALTRO MAESTRO E PADRE IN MEZZO A VOI, DICE IL SIGNORE.

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