VENTI DI GUERRA IN MEDIO-ORIENTE

Per riflettere e non guardarci l'ombelico religioso
tratta da webmasterpoint.org
Questa mattina all’inizio del programma radiofonico Prima pagina di Rai 3 viene trasmessa la notizia dei venti di guerra tra Palestina ed Israele (in verità mai cessata in seguito all’occupazione israeliana della striscia di Gaza che dura da 45 anni) per i razzi di Hamas su Tel Aviv, che potrebbe preludere ad una “seconda guerra di Gaza”.
Lo scrittore israeliano David Grossman commenta che si tratta di “due popoli prigionieri nella sfera della violenza, (…) e che le due parti non sono in grado, in questo momento, di liberarsi del rituale automatico di attacchi e ritorsioni, e da sole non potranno riuscire” (La Repubblica, 16 novembre 2012).
Si tratta di quelle notizie che angosciano ed interrogano profondamente le basi della nostra esistenza sul pianeta e che non bisogna facilmente rimuovere perché non ci riguardano direttamente. Non sono un ponemologo, ma qualche elemento di riflessione forse elementare è necessario anche se non esaustivo per comprendere la posta in gioco.
Il primo è che questo conflitto con le sue alterne vicende riguarda un aspetto classico della guerra anche nel XX e XXI secolo, cioè il possesso della terra o di un porzione di territorio come nel conflitto palestinese-israeliano. La conseguenza è che unitamente all’eliminazione di vite umane innocenti, è anche ferita profondamente Madre Terra.
Il secondo, più moderno, si riferisce all’uso di tecnologie raffinate (certo costose) come il sistema di difesa israeliano Iron Dome per intercettare e colpire razzi avversari, impiegate per difendersi o attaccare.
Il terzo è che questo conflitto devastante e sanguinoso è supportato dalla produzione e commercio di armi in cui sono coinvolte potenze nord-atlantiche e dello scacchiere orientale.
Ed allora la quarta è una domanda: dove siano finiti i gruppi ed i  movimenti pacifisti non violenti che si vedono sulle strade e sulle piazze una volta all’anno o anche meno. La risposta di un questore di Napoli a questo da me considerato ingenuamente un “mistero” è che non esista un compromesso tacito tra Stato e movimenti, ma le manifestazioni di piazza coinvolgono sempre i diversi gruppi più o meno allergici alla violenza sotto diverse sigle.

Devo anche dire che è in corso un’altra guerra, quella delle forze dell’ordine contro le organizzazioni criminali a Scampia e nell’area nord di Napoli, perché quasi ogni giorno sento roteare gli elicotteri dei carabinieri a sostegno di interventi per la continuazione della bonifica della piazza di spaccio, e dalla mia postazione anche ora a mezzogiorno vedo le pantere dei carabinieri che presidiano l’accesso alle Case dei Puffi del lotto P per ostacolare la ripresa dei traffici di stupefacenti.

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