PER UN "RINASCIMENTO" ALLE RADICI, UN CONTRIBUTO DAL LIBANO
tratta da famigliacristiana.it |
Nei grandi rivolgimenti che stanno scuotendo il
Medio Oriente, il precedente storico in cui anche i cristiani possono trovare
ispirazione è la Nahda, il rinascimento culturale e politico vissuto dai popoli
arabi nel XIX secolo. L'eloquente richiamo storico è stato proposto dal
Patriarca maronita Bechara Boutros Rai nel suo discorso di apertura dei lavori
della Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente,
iniziata ieri pomeriggio, 3 dicembre, presso la casa di accoglienza Bethania ad
Harissa. Secondo il capo della Chiesa maronita, creato cardinale da Benedetto
XVI nel Concistoro del 24 novembre, le Chiese e le comunità cristiane del Medio
Oriente devono tutelare “il diritto e il dovere dei cristiani a partecipare
alla vita nazionale nelle loro diverse Patrie, e di godere di una cittadinanza
completa, senza essere trattati come delle minoranze”.
I cristiani mediorientali, ha aggiunto Sua Beatitudine,
“devono condividere con i loro connazionali musulmani i differenti valori della
loro cultura, così come avevano fatto nella Nahda del XIX secolo, e in
particolare la libertà di credenza e di culto”. La Nahda è il variegato
fenomeno del “risveglio” che animò le elìte arabe mentre l'Impero Ottomano si
andava estinguendo e le potenze occidentali tentavano di imporre la propria
egemonia sul Medio Oriente. In quel contesto, anche i cristiani – ad esempio
con i testi in arabo pubblicati dalle loro tipografie – offrirono un contributo
decisivo alla rinascita culturale e politica dell'”arabità”. Al centro dei
lavori in corso ad Harissa – a cui prendono parte più di cento rappresentanti
delle Chiese cattoliche della regione – c'è la ricezione dell'Esortazione
Apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente. L'assemblea si concluderà
giovedì 6. Ieri ha preso la parola anche il Nunzio apostolico in Libano, Sua
Ecc. Mons. Gabriele Caccia, che nel suo intervento ha ricordato come la recente
visita di Benedetto XVI nel Paese dei Cedri abbia rivelato “la vitalità della
presenza cristiana” nell'area mediorientale.
E’ un
approccio storico-culturale interessante sul piano del metodo che interroga anche la “parrocchia” se non il
provincialismo dei cattolici italiani
per individuare le fonti culturali, sociali, politiche a cui ispirarsi nella
crisi non solo economica e finanziaria per un contributo alto di pensiero ed
azione.
E’
interessante che il Patriarca maronita faccia riferimento ai libri in arabo
stampati dalle tipografie come contributo decisivo alla rinascita culturale e
politica dell'”arabità” nel secolo XIX.
E noi a chi ci ispiriamo: all’ultima opinione dei grandi giornalisti o
direttori di giornali, alle esperienze non sempre edificanti - che non spetta a noi giudicare - dell’ultima star musicale e
televisiva, del comico o guru di turno, e così via?
Ed allora quali libri leggere, diffondere e
pubblicare per un vero rinascimento si direbbe dell’anima italica forse
cristiana?
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