SCAMPIA, PIANTARE LA LEGALITA’ E NON ALBERI SIMBOLICI
tratta da facebook.com |
Al di là della cronaca dell’evento di accensione delle luci dell’albero
della Legalità con il Sindaco contornato dagli alunni del decimo Circolo e dai
loro insegnanti, interessa mettere in evidenza – anche per le sovrastanti
Vele abbandonate con famiglie occupanti
abusivamente - la richiesta di una donna claudicante con i segni della
sofferenza sul volto che si fa avanti per esprimere al Sindaco la
preoccupazione per gli sgomberi alle porte degli appartamenti occupati nelle
vicine Vele. Viene rassicurata che non avverranno allontanamenti senza la
predisposizione di alternative abitative. La ritrovo quasi piangente alla fine
della cerimonia per la preoccupazione, e non completamente convinta.
Si discute tra i presenti
sull’importanza o meno di questo simbolo della presenza dello Stato che in
verità spunta dalla sera alla mattina e non raccoglie folle di cittadini, dopo
gli annunci dei giorni precedenti di grandi dimostrazioni promosse dal Comune
napoletano per marcare una presenza nel bel mezzo della faida di Camorra, che registra
un altro pregiudicato raggiunto nei pressi della cupa di Capodichino dai colpi
mortali di killer spregiudicati.
In questo contesto di bisogni primari inevasi
per una parte della popolazione (abitazione, occupazione, istruzione, per non
parlare degli autobus che passano ad ore alterne - perché come mi suggerisce un
amica “in un modo o in un altro tutti
hanno pasciuto”, cioè hanno fatto i loro comodi) e di una violenza illegittima
ad opera dei gruppi della criminalità organizzata, Stato e Legalità finiscono
per identificarsi. Infatti legalità assume il significato di compimento del
patto societario, cioè dell’aspettativa dei cittadini che vengono alla luce in
un determinato contesto di avere egualmente accesso e soddisfacimento dei
bisogni primari, dall’aria all’acqua alle risorse terrestri a un tetto,
alle opportunità occupazionali, all’istruzione scolastica, alla cura delle
malattie e così via. Ma anche da parte dei cittadini rispetto della vita
altrui, della salubrità dell’acqua, dell’aria, dei frutti della terra, in
generale dei beni comuni. Si tratta di un impegno reciproco che implementa la
cittadinanza societaria e legittima lo Stato con le sue funzioni non puramente
repressive di detentore della violenza legittima in un territorio.
Faccio presente al Sindaco,
sulla balza del Parco pubblico su cui è piantato l’albero della Legalità
napoletana con alcuni fili di luce, che la legalità è espressione e preserva una società normale, e nel contesto di situazioni di emarginazione ed
esclusione sociale il suo perseguimento appare flessibile per ovvi motivi. Il
magistrato De Magistris, dopo un pausa mi risponde che “la legalità è
interpretabile” e non flessibile o selettiva. Questi ragionamenti non escludono
il rispetto e l’osservanza convinta e continua della legalità da parte di
amministratori ed amministrati napoletani o meno, dal politico, al
professionista, all’impiegato, al
commerciante, al religioso e così via.
Da mesi vedo le pantere della polizia e dei carabinieri,
sostenute dai roteanti elicotteri, sostare giorno e notte nei pressi delle
piazze di spaccio dal Lotto P alle Vele per impedire la ripresa del traffico di
droga dopo i blitz effettuati. Nel presepe napoletano a Scampia andrebbero
giustamente postate anche queste grigie e nere pantere per il servizio
effettuato di liberazione da traffici illegali e di protezione del territorio.
SVEGLIATEVI cittadini di Scampia per riconoscere il merito delle forze
dell’ordine ma non solo. A mio avviso, per quanto riguarda il contesto
scampiese, queste pantere con i loro uomini dovrebbero essere segnalati come
il Personaggio dell’anno 2012.
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