LA PAROLA DEI FEDELI, LA PAROLA AI FEDELI
tratta da cattolicesimo-reale.it |
Martedì scorso conversando sulle letture del giorno con quattro care signore - poche a causa freddo - durante la messa vespertina settimanale che segue il loro consueto rosario, nella rettoria di Santa Maria della Speranza, sottolineavo la persistenza di
pratiche di una religiosità tradizionale, non scalfite dagli orientamenti
conciliari cinquant’anni dopo o da diverse offerte religiose.
Manifestavo la mia sofferenza, motivata o
meno, in questa situazione a Scampia ma non solo. Una donna di poche
parole ma di buon ascolto, dopo un attimo di riflessione mi dice: “Va bene quello che fate”. Sono rimasto anch’io un attimo fermo, ed ho soggiunto
impressionato: “Parola di Dio!”.
Poco prima un’altra signora inaspettatamente, alle mie osservazioni che
richiamavano diverse iniziative religiose promosse a favore dei fedeli, faceva presente che non sempre a suo giudizio
viene offerto “qualcosa di sostanzioso”
(sic), che interpreto nel senso di discorsi sistematici, e che non si discute in gruppo.
E’ questione di gusti o
preferenze religiose rispetto alla formazione ricevuta e vissuta -
pensavo dentro di me - ma la richiesta è
di qualcosa di più sostanzioso nel senso di “verace” (come dicono a Napoli),
espressione di esperienza religiosa vissuta dall’operatore religioso. Non è
sufficiente l’omelia domenicale anche più elevata o qualche ritiro o catechesi,
perché i gusti sono diversi e le troppe prediche annoiano, ma sono da
sperimentare cammini o percorsi religiosi di carattere più sistematico per la
crescita dei cristiani.
Rimane l’aspetto sostanziale rilevato di testimoniare e
presentare un menù religioso “sostanzioso” per la vita dei Cristifideles laici e nostra, che interroga tutti, ragione e cuore, alla stessa Mensa del Signore.
Per continuare questa riflessione a partire da un piccolo gruppo di
fedeli (micro-pastorale), dopo la celebrazione della Messa domenicale nella
ricorrenza dell’Epifania in un’affollata chiesa della Napoli bene, un signore in
sacrestia mi avvicina per
ringraziare perché “dopo quarant’anni di
retorica, ho ascoltato qualcosa di sintetico”. Mi auguro nel senso di sostanzioso per la sua vita.
Diamo quindi parola ai cristiani, per ascoltare veramente le “risonanze”
della Parola proclamata e meditata nel
loro cuore o se si vuole la Parola che esce dal loro cuore nell’assemblea convocata.
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