DIO, DIGNITA' E AMORE TRA UOMO E DONNA
Meditazioni forti in una giornata ordinaria
tratta da santamariaallafonte.it |
1. La
Lettera di Paolo agli Ebrei, nel passo
che si legge il martedì della quarta settimana del tempo ordinario,
sulla scorta dell’esempio di Cristo invita a correre “con perseveranza nella
corsa che ci sta davanti, tenendo fisso
lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (12, 1). Un passo di straordinaria
“concentrazione cristologica” per la fede dei cristiani. Mi volto dalla sedia
dove tra la gente uso commentare i passi
biblici, o meglio proporre e condividere
le mie riflessioni, e mi volgo verso
la piccola croce di San Damaniano per
indicare more oratorio “l’Autore e perfezionatore della fede”. L’unica fonte
della nostra fede, in grado di implementarla con la nostra disponibilità, secondo il suo esempio, con rispetto
parlando, al di là di tutte le Madonne, santi, pellegrinaggi e devozioni varie che fanno parte di una religiosità
tradizionale praticata con sincerità da tanti fedeli. La mia uscita lascia
immutate, un po’ perplesse per il tono usato, le "care signore” presenti,
non più giovani e pensionate, ma fedeli alla messa giornaliera. Ma tant’è
ritengo che sia così al di là del mio tono elevato, e mi auguro di avanzare pur
nell’oscurità nel cammino della vita “tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore
e perfezionatore della fede”.
2. Il Salmo responsoriale
(21) richiama che “La gloria di Dio è l’uomo vivente”, e in rapporto a situazioni di
“non vita”, all’espressione di Julia immigrata senza casa e lavoro a Castelvolturno (“che vita è mai questa in Italia!”), l’adoperarsi per dare o restituire vita a queste persone, per sollevare le sofferenze o le numerose persone traumatizzate dagli
eventi della vita, secondo una fedele presente è “gloria di Dio”. Adduco come
esempio il mio confratello rettore
della Chiesa, che due anni orsono si è adoperato per costruire un vano in
muratura per una famiglia del campo rom che viveva in una baracca fatiscente.
Due donne rom, con i loro mariti in carcere per reati commessi da minorenni, mi
aspettano in fondo alla cappella per essere accompagnate all’ufficio Immigrazione della questura di Napoli per le
pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno, e trovano comprensione in un
funzionario che dopo qualche rimostranza abituale si dimostra disponibile a prendere in mano le
pratiche.
3. Faccio riferimento a una considerazione
di Saverio Corradino, Chi è l’uomo? L’antropologia
di Genesi 1-11 (Palermo, P. Vittorietti 2012), gesuita, biblista e storico della
scienza, scomparso alcuni anni fa. In questo saggio, particolarmente
efficace è la riflessione sull’uomo come
“immagine di Dio”: in un momento storico in cui la Torah vieta di fare immagini,
la Parola rivelata insegna che nel mondo c’è un immagine di Dio, ed è
l’amore fra l’uomo e la donna.
Si tratta quindi di un messaggio che esalta la dignità dell’uomo e della coppia umana. E' un’“illuminazione“ non di
acquisizione comune tra cristiani che ho riportato in altri Pensieri in libertà:
Una signora del coro e lettrice dei testi biblici domenicali, credo quarantenne, inaspettatamente proclama: "IL MATRIMONIO E’ L’AMORE SUPREMO". Rimango impietrito di fronte a questa autentica rivelazione, mi viene la pelle d’oca, e pongo termine al mio parlare anche perché la Parola si è manifestata per bocca di questa partecipante. Forse bisogna reimpostare la vita personale e di Chiesa su questa Parola rivelante il divino ed il disegno divino, alla luce degli stessi simboli biblici, per non perdere la realtà del divino nelle nostre vite di uxorati o meno.
La conferma mi viene da un diacono di un’altra chiesa napoletana
che, ascoltata questa citazione
nell’omelia, accompagnandomi in macchina a casa mi chiede: “Chi ha detto queste cose?” Sic!
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