DUE VIE CRUCIS

tratta da redacon.it
Mercoledì mattina dopo la messa mi aspetta J. con la simpatica bimba di tre anni per essere accompagnata all'Agenzia delle Entrate di Napoli: deve ottenere il codice fiscale per i suoi quattro figli nati in Italia. Il marito è in carcere ad Avellino e lavora in cucina con un salario, ma per avere gli assegni familiari ha bisogno dei certificati con il codice fiscale dei figli. Nell'accompagnamento "per pratiche" di questa rom serba del campo nomadi di via Cupa Perillo non sono mancate sorprese.
Dopo aver aspettato per più di un'ora nella sala d'attesa, l'impiegato ci dice che non può rilasciare i certificati perchè la madre non ha il permesso di soggiorno pur avendo la striscetta del rinnovo di cui è in attesa. J. allora mi porta in un altro ufficio provinciale lungo la via marina, dove sa che rilasciano i certificati.
L'impiegato non fa difficoltà di principio in riferimento agli atti di nascita esibiti. Rilascia il certificato per l'ultima dei figli, poi fa presente che non è la madre naturale dei primi due, e che un altro è nato in Serbia, quindi ci vuole la delega del marito per ritirarli.

A parte l'assurdità che nella Pubblica Amministrazione a poche centinaia di metri la destra fa quello che non fa la sinistra, lungo la via del ritorno chiedo tranquillamente spiegazione di questa situazione familiare e J. mi rivela che è madre dei due ultimi figli e si è assunta la cura dei due figli avuti dal marito in una precedente unione e che vivono con lei. Nella conversazione mi manifesta tutti i suoi problemi per questa situazione con il marito in carcere e il rammarico che il figlio più grande incominci a disconoscerla come madre naturale nonostante tutte le cure che presta a lui come agli altri.
Camminando verso la stazione si ferma davati ai negozi di scarpe e vestiti, vorrebbe da me qualche regalo che non posso darle, se non si tratta di cose necessarie. Non l'ho fatto in gioventù, certo non posso farlo ora da anziano religioso, pur avendo in caso di necessità comprato di tutto a giovani donne rom bisognose...

Mi fermo davanti a un portone con l'annuncio di una via crucis nella zona. Cerco di spiegare di che cosa si tratti, ma forse distratta non ha alcuna reazione. A sera vengo a sapere che per la prima volta la via crucis è stata effettuata nel campo nomadi dove J. abita e che diverse famiglie sono assistite dalla caritas della nostra Rettoria.
Due vie crucis?  Una reale di tante donne non solo rom con i mariti in carcere e addosso la cura di numerosi figli anche non generati; l'altra simbolica per la pietà verso il figlio di Dio che si è addossato tutta la sofferenza umana per un riscatto nella morte-resurrezione.
Si incontrano tra loro queste due vie crucis? Certo, in queste vite donate per gli altri con semplicità e normalità di fronte al Cristo Signore. Forse dobbiamo assumere maggiormente questa umanità nei nostri incontri, prima di tante celebrazioni religiose. Ringrazio il Signore di questi incontri!

Commenti

Più letti