IL PAPA CHE S'INVOLA

tratta da lavignadelsignore.blogspot.com
La sera del 28 febbraio 2013 Benedetto XVI s'involerà con l'elicottero verso la dimora pontificia di Castelgandolfo per iniziare un periodo di preghiera e meditazione in nascondimento volontario. Nell'ultimo Angelus ha interpretato la sua scelta di rinuncia al pontificato come una chiamata al monte della preghiera per continuare nel nascondimento orante il servizio alla Chiesa universale. Questo prendere il volo dai palazzi pontifici del Vaticano intriga, perchè rivela altri significati di questa rinuncia al soglio pontificio, e cioè un prendere il volo da quel colle, un distanziarsi dall'ufficio di governo della Chiesa, dalle sue strutture e dal personale che le regge, il che implica anche un giudizio sulla governance abbastanza chiaramente indicato nell'udienza generale del 12 febbraio.

Nella storia della Chiesa ritorna questo ritirarsi dalle città nel deserto, dai monaci del deserto agli eremiti, a personaggi moderni come Charles de Foucauld fra i Tuareg, di fronte alla corruzione della società e della Chiesa per vivere una vita di semplicità, meditazione, preghiera fonte di sapienza per chi si accosta ad essi; per demitizzare i falsi miti del successo, del potere, dell'opulenza, dell'ubriacatura mediatica nel nostro tempo. In occasione del Conclave che elesse il Cardinale Ratzinger, che ebbe un'ampia copertura mediatica fino all'ingresso nella Cappella Sistina attarverso gli artistici e sontuosi corridoi del palazzo pontificio, qualcuno rimase scandalizzato dai gemelli d'oro sulle maniche delle bianche camicie dei signori cardinali in processione.

E' chiara allora l'indicazione che proviene dal significato di questo gesto di rinuncia e distanziamento di Benedetto XVI e riguarda una riforma della curia o meglio della governance della Chiesa, cui abbiamo già fatto cenno in una precedente riflessione, per una struttura leggera e trasparente a servizio del Papa e della Chiesa universale. Conseguentemente è investito il significato e il ruolo del collegio dei Cardinali che attualmente, se non andiamo errati, poggia sul collegio dei Vescovi, successori degli apostoli, per dare vigore a una struttura sinodale che raccoglie gli episcopati mondiali. Una struttura di servizio e non una corte!

Ci piace la proposta di denominare il pontefice dimissionario Benedetto XVI "Papa emerito". Il Vangelo di di Matteo (23, 1-12) letto nel martedì della seconda settimana di Quaresima recita: "Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perchè uno solo è il vostro maestro e voi fratelli. E non chiamate nessuno padre sulla terra, perchè uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare maestri, perchè uno solo è il vostro Maestro, il Cristo". E a maggior ragione "eccellenze" o "eminenze" che dir si voglia.
Mi accorgo che manca una tessera fondamentale e riguarda il popolo di Dio  che vive il "Vangelo della quotidianità" e forse per lungo tempo non ha avuto voce e non si è presa voce nella Chiesa casa di tutti. Rimane il Padre, il Maestro, il Pastore universale da ascoltare e seguire nella quotidianità anche per una società più giusta, fraterna e accogliente.

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