LA MIA COMPARSA TRA I CINQUE STELLE

tratta da campania24news.it
Circa una settimana fa ho partecipato nella Stazione Marittima di Napoli a una trasmissione radiofonica (Radio capital 91) con un docente universitario, tre sociologi e tre rappresentanti politici (PD, PdL e lista Monti) sui risultati delle elezioni e in particolare sullo tsunami del Movimento 5 Stelle anche in Campania. Al di là di commenti più o meno noti e di prospettive credibili di governo, al centro dell'attenzione e preoccupazione c'era il M5S come entità sconosciuta, al pari del Grillo con la faccia mascherata sulla spiaggia ligure, altra, diversa, estranea per suoi comportamenti di democrazia diretta, interrogante sul suo comportamento nelle sedi parlamentari, una volta legittimata dal voto come soggetto politico e di governo a pieno titolo, a nostro avviso.
Devo aggiungere che al di là delle diverse rappresentanze politiche e culturali non si manifestava da parte dei presenti una diffusa volontà di cambiamento nelle sfere delle istituzioni in senso sociologico, per la condivisione di un'architettura istituzionale che comprende progressisti e conservatori.

Sabato scorso ho voluto partecipare nella sede del Forum delle Culture all'assemblea del Movimento con gli eletti a Napoli e in Campania per vedere in faccia grilline e grillini eletti o meno e ascoltare le loro proposte politiche. Quando sono tornato nella mia comunità, ho detto che avevo visto qualcosa di "nuovo", di cui confesso di non essermi accorto in questi anni, soprattutto sul piano dello stile assembleare e di alcune proposte politiche discutibili, semplici ma dirompenti assetti mentali prima che istituzionali, da parte sia degli eletti sia dei followers che stipavano l'aula. E che seguivano con entusiasmo e speranza di cambiamento lo sbarco del Movimento nelle sedi parlamentari e di governo, con problemi di organizzazione e comportamento da definire.

L'assemblea, aperta dall'intervento chiaro e tranquillo di Roberto Fico sull'entità del finanziamento pubblico ai partiti da abolire, in contrasto con le minime risorse impiegate virtuosamente dal Movimento per le elezioni, raccoglieva poi gli interventi dei presenti cui rispondevano con garbo secondo gli argomenti la senatrice Paola Nugnes e la deputata Vega Colonnese. Uno stile di democrazia aperto alla discussione dei militanti e sostenitori alla luce delle proposte e dei programmi elaborati dal Movimento sui vari temi sollevati dall'economia, al lavoro, alla giustizia e così via. Devo dire che è emerso un certo arroccamento di fronte alle riprese da parte di giornalisti di Ballarò, si è ampiamente discusso se consentirle o meno per il timore di essere costantemente mal rappresentati dai media quando direttamente non si vuol partecipare al circo mediatico. Quasi una chiusura di chiesa per difendere la purezza di un progetto e di un messaggio.

Ad una mia ammissione ai vicini che non avevo votato il M5S stavo quasi per essere escluso da qualche presente zelante come un intruso e disturbatore. A parte questi atteggiamenti di un Movimento che vuol salvare la propria integrità e identità, anche nel confronto con altri cittadini e altre proposte, su alcuni temi come su quello del lavoro che avevo sollecitato ho ricevuto risposte che manifestavano una elaborazione in merito secondo il programma presentato per esempio sulle prospettive di produzioni alternative alle auto e sul lavoro da scegliere secondo le competenze una volta assicurato un reddito di cittadinanza. Di pari passo a una visione di ristrutturazione complessiva dell'area di Bagnoli a partire dalla ricostruzione o meno della Città della scienza.

Di fronte a questa nuova realtà sociale prima che politica, con i tratti di una "rivoluzione culturale" che configura per visioni e stile anche antropologicamente nuovi soggetti, da un lato a noi (parte del vecchio sistema istituzionale) spetta il tentativo di comprendere questo nuovo "movimento" con il suo messaggio di cambiamento condiviso da milioni di cittadini per il default del sistema politico; dall'altra i sostenitori del M5S non possono sottrarsi al confronto per rendere credibili le loro proposte non solo in Parlamento ma anche nella nostra città, affinchè esca dall'immobilismo non solo ammnistrativo ma sociale e culturale.

Ci piaccia o meno, le elezioni politiche hanno legittimato il Movimento come soggetto politico che raccoglie un buon quarto degli elettori e che è chiamato a dare un contributo al governo del paese e della nostra città e che nei tentativi di organizzazione per partecipare alle istituzioni parlamentari configura una dinamica nota, tematizzata da Alberoni ed a cui non ci si può sottrarre: MOVIMENTO e ISTITUZIONI, cioè un movimento che si cala e si fa istituzione. E' la sfida per il rinnovamento stesso delle istituzioni e dello stesso movimento che deve innervare "nuove" istituzioni, senza volere il 100% dei voti e del governo.

Commenti

Più letti