SONO UNA DONNA DI SCAMPIA. NON DOBBIAMO AVERE PAURA


tratta da campaniasuweb.it
Questa è la testimonianza di esperienza religiosa di una donna del Lotto P di Scampia, che partecipa alle attività della rettoria Santa Maria della Speranza per le famiglie del Lotto. Sarà pubblicata sul numero di aprile della rivista locale Fuga di Notizie.

Sono una donna di Scampia, Tina Esposito, che abita al rione Lotto P, e come me tante altre donne ci abitano da molti anni. Ogni donna avrebbe una storia da raccontare: ogni donna vive situazioni molto difficili. Disastri familiari, tribolate dal male contro i figli, tribolate da malattie fisiche ma soprattutto spirituali. E tutto ciò le porta sempre più ad allontanarsi dalla Chiesa ma non da Dio, perchè nonostante tutto ciò che le turba, riescono ad essere presenti al Vangelo nelle case, al Rosario che si recita una volta la settimana (il martedì). E si sforzano di portare le loro croci.

Questa settimana di Passione di Gesù sono stata ispirata dallo Spirito Santo che ha voluto che in me ci fosse un desiderio, quello di portare la croce il venerdì santo per tutto il rione Lotto P. Così è stato. Quando ho sentito appoggiare quel pezzo di legno sulla mia spalla destra è stato allora che ho capito che quella croce che Gesù ha portato l’ha veramente portata con amore. Ed io con quel gesto ho voluto dare un messaggio alle donne del Lotto P e di Scampia.

Di non aver paura di portare la propria croce se si porta con amore. E anche se è pesante non ci dobbiamo scoraggiare ma condividere la propria croce con gli altri, e amarci e perdonare coloro che non sanno quello che fanno.

Soprattutto non discriminare i giovani di Scampia che hanno bisogno di preghiera, di parole d’amore, di conforto per guardare al futuro con amore e speranza, perchè il Signore è in ognuno di noi e non dobbiamo fingere di non vedere, perchè siamo tutti figli di Dio.
   
Di fronte alla testimonianza di una sentita esperienza religiosa s’impone il silenzio meditante e il religioso rispetto. Certo bisogna perdonare chi fa il male o ti fa il male (non però il male), ma si richiede sempre rispetto. In simili situazioni solevo dire: RISPETTA TE STESSA, RISPETTA GLI ALTRI, MA RICHIEDI ANCHE IL RISPETTO DI TE.                                                                    

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