LORDS OF WAR, CHE PARLANO PUGLIESE

tratta da anotherplotdevice
La sera del 26 giugno ho seguito su La7 il film Lord of war (2005) del regista Andrew Niccol con Nicolas Cage che interpreta Yuri Orlov, trentenne ucraino immigrato negli USA con tanta voglia di emergere ma pochi mezzi a disposizione. Un giorno Yuri intuisce che il traffico d'armi può diventare il passaporto per una vita agiata sempre desiderata e in breve tempo, tra alterne vicende, conquista soldi, potere e la donna dei suoi sogni. Alla sua impresa si oppone Jack Valentine, un giovane agente idealista dell'Interpool. In una prima fase il traffico d'armi del protagonista si svolge con militari dell'ex URSS che hanno in custodia enormi depositi di armi accantonate in varie repubbliche dell'impero sovietico. La trama è certo inventata, ma si ispira a  fatti e persone reali, mostrando i retroscena del traffico d'armi e gli intrighi politici che lo rendono possibile. Una fiction o meglio una realtà romanzata, che fa riflettere.

Il venerdì seguente, nell'ambito di un Master in Criminologia e diritto penale presso l'Università di Napoli, ho seguito una interessante lezione di una studiosa della criminalità organizzata in Puglia, Monica Massari, che nel 1998 ha pubblicato il volume La Sacra Corona Unita. Potere e segreto (Laterza). Con chiarezza, sulla base di una ricerca pluridecennale del fenomeno, ha illustrato presupposti, nascita all'inizio degli anni '80 di questa nuova organizzazione criminale, caratteri, evoluzione, trasformazioni e azione di contrasto da parte della Magistratura. Nel ripercorrere le trasformazioni dei traffici di questa mafia pugliese, la Massari ha segnalato  l'importanza del traffico di armi tra le due sponde dell'Adriatico - quindi con i paesi dell'Est - sviluppato dagli anni '90 da questi gruppi, che interessano le organizzazioni criminali e le aree di guerra in Medio Oriente e Africa.

Ecco i LORDS OF WAR delle coste salentine, i mercanti del lucroso traffico di armi che parlano pugliese. Non si tratta di fiction, di  realtà romanzate, ma di imprese criminali più o meno efficacemente contrastate, che ci interrogano sul potere di  morte e distruzione di questo traffico che serve ad arricchire alcuni e portare morte e distruzione ad altri. Nel teatrino della politica più o meno concludente e nelle beghe ecclesiastiche divisive, nella ricerca umana e spirituale non possiamo non prendere coscienza di questi più o meno sotterranei traffici di armi prodotte anche nel nostro paese. Non basta una marcia qualche volta all'anno con le bandiere pacifiste perchè questo traffico interessa pesantemente l'economia e la politica. Basti per il nostro Paese la questione degli aerei F35, per cui lo stesso Parlamento non potrebbe porre veti sotto alcuni profili secondo notizie di oggi: la coscienza collettiva è comunque sollecitata ad interrompere la spirale di morte con i bollettini quotidiani di morti sugli scacchieri di guerra dall'altra parte del Mediterraneo.
Ci sono questioni molto più serie di Renzi, segretario o premier scalpitante per futuri governi, o della Santachè con una faccia di bronzo designata dal PdL alla Vicepresidenza della Camera.
DIO CI SALVI

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