RELIGIONI DELLA PORTA ACCANTO. AL CUORE DELLE FEDI


tratta da mondoislam.altervista.org
Ho letto per aggiornamento due studi di Enzo Pace, sociologo delle religioni all'Università di Padova, sulla geografia religiosa nell'Italia che cambia (Vecchi e nuovi dei, Paoline, Milano 2011; Le religioni nell'Italia che cambia. Mappe e bussole, Carocci 2013). In un mondo interconnesso le religioni si muovono con i movimenti delle persone, e muovendosi nel mondo cambiano. Anche l'Italia con un certo ritardo sta vivendo questa situazione. Nel giro di soli vent'anni la carta socio-religiosa sta gradualmente cambiando: da paese a maggioranza cattolica l'Italia sta diventando una società caratterizzata da inedita ed elevata diversità religiosa. Per leggere tale diversità occorre dotarsi di una mappa e di bussole per viaggiare e imparare a conoscere e riconoscere i luoghi di culto delle nuove religioni, perchè sia più facile orientarsi con una "cartina delle fedi". Questo è lo scopo dei due studi citati, frutto di ricerche accurate sui luoghi di culto delle religioni degli immigrati nel nostro paese, per  aprire gli occhi sul cambiamento religioso che l'Italia sta sperimentando. 

E' da tener presente che, a differenza di altri paesi europei, le nazionalità approdate nel nostro paese risultano circa 190 e questi immigrati con le loro famiglie portano e intendono esercitare le proprie fedi e pratiche religiose. I loro luoghi di culto sono in gran parte invisibili, perchè ancor oggi ospitati in ex capannoni industriali riadattati, o in chiese cattoliche generosamente messe a disposizione specie alle comunità ortodosse, garage e appartamenti privati, sale affittate in  hotel o palestre, patronati e così via. A parte le stime quantitative più o meno adeguate dell'appartenenza religiosa delle varie nazionalità di immigrati, molto più difficile è rispondere alla domanda: in che cosa credono quelli che formalmente classifichiamo come musulmani, buddhisti, hindi, sikh, pentecostali e così via?

A parte i problemi di rilevazione e analisi sociologica di questo fenomeno, altre sono le questioni che si pongono nella convivenza con le altre religioni su un territorio non solo sotto il profilo sociale e pastorale, ma nell'incontro con religioni altre cioè con  credenti e praticanti altre fedi. Ritengo che non basti assicurare la libertà religiosa, l'esercizio conveniente dei vari culti quanto a possibilità di edificare luoghi di culto secondo lo stile proprio, quindi la tolleranza verso altre forme religiose, la partecipazione a momenti festivi particolari non come a qualcosa di esotico o esoterico, né incontri per azioni comuni su temi di attualità, il dialogo e lo scambio tra le varie dottrine (miti e riti). Ad una persona religiosa interessa qualcosa di più. Cioè entrare nel fuoco delle varie fedi religiose per cogliere il divino cui i vari culti cercano di elevarsi e in cui si manifesta. Si richiede empatia, ma anche una più approfondita conoscenza dei miti e dei riti dei vari culti per evitare semplificazioni e incomprensioni reciproche. Si tratta delle religioni degli immigrati della porta accanto o in casa propria per i servizi alle persone. Si vuole convivere pacificamente con i praticanti di altri culti religiosi, non solo in una distinzione e distanza reciproca, per praticare un'accoglienza ma cogliere il religioso nell'altro che dovrebbe condurre alla scoperta del Mistero che lo abita. 
Così sia.

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