A PROPOSITO DI MADONNE VIAGGIANTI...
tratta da nazaret-it.custodia.org |
Un’interpretazione antropologica del diffuso culto mariano nel Mezzogiorno si ritrova in studi storico-religiosi di Giuseppe Galasso, secondo il quale il culto alla Madre “addolcirebbe” il severo culto al Figlio crocifisso. Questi ritorni di culti mariani non sono solo un fatto religioso, se non altro perché invadono spazi pubblici con processioni e pellegrinaggi, e meritano qualche riflessione per comprendere un fenomeno che attira diversi gruppi di fedeli. Alla luce delle teorie sul mercato religioso, che hanno cercato di rispondere alle insoddisfacenti teorie sulla secolarizzazione nei paesi occidentali, si può dire che tali pacchetti e programmi religiosi anche a Napoli si posizionano su un mercato religioso più o meno ampio, in cui si incrociano offerte e domande, o domande e offerte, da parte di certi gruppi sociali, e contribuiscono o meno a perpetuare culti - come quello mariano – secondo modalità più o meno stereotipate. Naturalmente su questo mercato si possono fare altre offerte in rapporto alle domande...
A nostro avviso questi programmi di manifestazioni mariane rivelano una
scarsa creatività: ritornano infatti per
le varie categorie di persone o comunità cristiane convocate gli stessi moduli
religiosi (processioni con banda o senza, rosario, adorazione eucaristica,
messa) tradizionali o aggiornati. Per non dire dell’assenza di tematiche
sociali o
esplicitamente di approfondimento teologico. Si attinge ad un immaginario
religioso più o meno aggiornato nelle modalità, in cui campeggia il “principio materno” che mi viene più volte
rammentato da sincere devote quando chiedo spiegazioni di un culto mariano
fuori delle righe. E’ il ricorso e la fiducia alla “Mamma”, che secondo la
dottrina cattolica è la Madre
di Dio e appartiene ormai al “mondo celeste” dopo il passaggio terreno.
Il culto appare talora esorbitante,
come nella rispettabile Basilica
pontificia di Santa Lucia a mare, dove appare qualificante nel programma della visita della
Madonna di Fatima la narrazione a puntate in chiesa delle apparizioni ai pastorelli di
Fatima e la proiezione in chiesa del film Fatima. Sono previste inoltre consacrazioni al Cuore
Immacolato di Maria di famiglie e fanciulli, obliando a nostro avviso la consacrazione di ogni
cristiano attraverso il Battesimo e la Cresima che devono essere
vissuti in una vita cristiana coerente. Ci sembra che queste modalità in
qualche modo non siano coerenti con la dottrina cattolica e l’anno della Fede
promosso da Benedetto XVI, in cui bisogna approfondire le verità del credo
cattolico in un'epoca di globalizzazione e di crisi, non solo economica. Non
sono un defensor fidei, ma almeno di una coerenza, proporzione,
consequenzialità. Maria appartiene al
mondo celeste per quel che significa e
viene celebrata nella liturgia cattolica in diverse feste e invocata dai
fedeli.
Di fronte
ad accentuate manifestazioni di devozione mariana,
le cui principali festività
sono riconosciute e celebrate dalla liturgia, si può formulare
l’interrogativo: ci troviamo di fronte ad un cristianesimo e/o marianesimo (ci si perdoni il neologismo) meridionale? Last but not least, al di là del sostegno e
conforto offerto nel tempo a tante e tanti che l’hanno invocata, viene da
pensare che non si tratti di un culto “pericoloso”: non sovverte modelli o strutture culturali e religiose; in
secondo luogo non può essere totalizzante ma sempre in direzione della fede cristiana, che è la vera sfida.
Secondo un mio effato per spiegare
eccessi di culto mariano, noi sappiamo chi è Maria, donna, madre, partecipe
della nostra umanità, a noi nota
pur essendo ora “figura celeste”. Meno noto è Gesù Cristo figlio di Dio e figlio dell’uomo grazie a Maria,
profeta della salvezza divina, Signore del
e dal mondo celeste.
Per quanto ci riguarda, al di là di altri
aspetti della storia della salvezza, Maria ci appare degna di ammirazione e
venerazione perché nel corso della sua umile vita terrena, ci si
perdoni, non si credeva la
Madonna !
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