TENGO FAMIGLIA, TENGO CASA. L'INACCETTABILE VICENDA IMU
tratta da formiche.net |
La sfida agostana sull’IMU si è finalmente conclusa, certo a vantaggio
dei proprietari di abitazioni che non pagheranno la prima rata di giugno e
forse quella successiva, ma soprattutto del governo Letta delle larghe intese
che rimane in sella dopo inaccettabili diktat della corazzata Berlusconi-Santachè & compagne. Qualcosa non convince in
questa vicenda che ha tenuto ferme per mesi le due forze di governo, se il leader cislino
osserva che la cancellazione della prima
rata dell’IMU rappresenta certo un fatto positivo, nonostante le alchimie
politiche messe in campo per mantenere
in piedi l’esecutivo “non rappresentino la soluzione migliore possibile”.
L’affondo non tenero dell’ex-premier Mario Monti sul governo affinché non sia smidollato e cedevole di fronte alle
intimidazioni del PdL riporta
all’attenzione la mancata esenzione dalla cancellazione dell’ IMU per gli
immobili di maggior valore che avrebbe consentito di disporre di risorse per
finanziare altri interventi. Un
cedimento o uno scambio?
A parte la battaglia di bandiera a difesa di una promessa
elettorale - ma soprattutto del capo gravato da sentenza passata in giudicato, con toni alti e senza alcuna ammissione
nei vari talk show televisivi e perfino
nelle conferenze stampa governative dell’Angelino pidiellino -, fa riflettere il costo in termini di tempo che ha comportato la soluzione raggiunta, specialmente in "efficacia", in dispendio di risorse impiegate per conseguire il risultato, secondo
il linguaggio sociologico. Ma queste
considerazioni può farle qualche sociologo o grillo parlante disincantato,
non certe pitonesse, falchi e colombe del bestiario pidiellino nei loro ragionamenti contorti proposti con faccia tosta. Nell’arena pubblica erano in gioco non solo o non tanto
l’eliminazione di un balzello
iniquo sulle famiglie italiane, ma la sorte di leader innaturalmente
costretti all’abbraccio di un governo di salute pubblica, ma con reputazioni
abissali incomparabili nei confronti
delle leggi e regolamenti. La “reputazione” non è solo questione di
onore personale, ma un bene pubblico che
non può essere misurato esclusivamente in termini quantitativi di consenso elettorale o di milioni di voti, attratti da promesse di liberazione da tasse che non devono riguardare solo abitazioni familiari,
ma produzione e lavoro. Sarebbe necessaria una fiscalità equa per erogare servizi ai cittadini da parte dei Comuni.
Bisogna riconoscere che
queste misure di abolizione tasse
propagandate e più o meno realizzate
fanno leva su una mentalità nostrana
particolaristica abilmente manipolata: “tengo famiglia”, quindi “tengo
casa”! E i rimedi alla crisi economica
perdurante, al superamento della recessione timidamente affrontati dal governo
in carica, sono stati obnubilati dalla
contesa estiva e dai diktat per ottenere la cancellazione dell’IMU, quando le
priorità riguardavano il sostegno alle imprese per la ripresa produttiva, la risposta fiscale al
lavoro e alle pensioni, l’incentivazione del lavoro giovanile e femminile... Una domanda non fuori posto: “Il Cavaliere paga l’IMU sulle sue ville lombarde
e sarde, quando la simpatica ministra Idem si è dimessa dopo pochi giorni di
nomina per poche migliaia di euro non versate?” Il nodo non solo politico ma
etico del personaggio è l’arroganza nei
confronti di leggi e sentenze. Popolo
pidiellino e non, rifletti e non farti incantare dalla faccia del sovrano che è nudo di fronte alla legge e alla sua agitata
corte.
Al di là degli effetti
benefici sui bilanci delle famiglie per la cancellazione della prima rata dell’IMU
su abitazioni di proprietà, si può porre
la questione se e come questa
cancellazione vada a vantaggio nella stessa misura di chi possiede una modesta
abitazione o più abitazioni e/o case di lusso. Questa misura è veramente egualitaria e rispetta la
progressività fiscale sancita dalla Costituzione? Non se ne è parlato in
questa distribuzione di vantaggi che sembrano riguardare tutti i
proprietari di abitazioni. Dalle nostre parti, peraltro, ne usufruiscono anche le abitazioni irregolarmente edificate, che non
pagano certo tasse per i servizi alla collettività.
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