IL PASSO AVANTI POSSIBILE SU SESSUALITA' E AMORE
tratta da radiokaositaly.com |
Continua l’offensiva
della “misericordia” di papa Francesco nei confronti di persone che si sentono
ferite dall’atteggiamento della Chiesa, come gay, divorziati e risposati, donne
che hanno abortito, stando all’intervista rilasciata a La Civiltà Cattolica: “vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi
è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli. Io vedo la Chiesa come un ospedale da
campo dopo una battaglia”. Anche se prende atto dalla sua esperienza che le
“ferite sociali” dipendono dalla condanna che omosessuali ed altri affermano di aver ricevuto dalla
Chiesa. Si tratta, in poche parole, di esclusione dai sacramenti e dal progresso nella vita cristiana, talvolta più da parte dell'istituzione o di alcuni suoi rappresentanti che da sapienti e illuminati pastori.
Negli
ultimi decenni è da registrare un altro fenomeno diffuso nelle società
occidentali, l’assunzione da parte dei cristiani sotto la propria responsabilità di tutta la
tematica attinente la sfera sessuale e matrimoniale, che non viene portata nel
sacramento della riconciliazione, sia perché ritenuta già giudicata in alcune
forme meno regolari (e si ritengono esclusi) sia per un certo silenzio da parte di
rappresentanti della Chiesa che non aiuta un serio discernimento. Continuiamo a
ritenere che in questa materia sono necessari almeno alcuni criteri orientativi da elucidare con le coscienze, per
potere vivere felicemente queste condizioni ed esperienze di vita senza traumi
o giustificazioni.
Ciò che è sotteso a tutta la problematica
di omosessuali, divorziati e risposati, donne che hanno abortito con angoscia
(i mariti o compagni, che dir si voglia, non hanno alcuna responsabilità?), è a
nostro avviso non solo e non tanto l’accesso ai sacramenti e alla vita
cristiana, la comprensione misericordiosa da parte di pastori e altri fedeli, o il rapporto tra sessualità e sacramenti, ma
significativamente tra SESSUALITA’ e
SACRO, che va elaborato o rielaborato alla luce dell’esperienza umana
e della Parola che interpella ed illumina e non solo da parte dei pastori ma degli stessi fedeli pensanti. E’
un tema certo scottante per i singoli e
per l’umanità perché attiene una delle vitali esperienze umane e della
perpetuazione della specie umana nell’incontro e fusione tra femmine e maschi, che in sé è già un sacramento di vita.
Riteniamo che sia ineludibile da parte della Chiesa in capite e nelle sue
membra una rivalutazione della sessualità umana e del suo significato per non
scadere in una banalizzazione appiattente, o in una chiusura autoregolante che
non apre a più ampi orizzonti. Nello stesso tempo riteniamo che più apertamente e
felicemente venga declinato l’AMORE UMANO in tutte le sue dimensioni anche
alla luce dei testi sacri dell’Antico e Nuovo Testamento, che lasciano
intravvedere specialmente nelle esperienze matrimoniali una significazione o una
via al divino. Questa elaborazione certo non può essere fatta solamente o
principalmente da un clero non uxorato, ma dagli stessi cristiani con l’apporto delle scienze umane che spesso
non viene tenuto nel dovuto conto.
Il passo avanti da compiere da parte di Francesco
e delle comunità cristiane non consiste solo nel curare le ferite, o in un surplus
di comprensione e misericordia verso alcune categorie di persone da parte della
Chiesa, ma nel contributo a dare
significato, vita e felicità ad esperienze umane fondamentali che attingono il
Mistero o il divino, senza ignorare ambiguità e cadute.
Che ve ne pare?
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