IL SONDAGGIO NELLA CHIESA, OCCASIONE DA NON SPRECARE

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La proposta di un sondaggio a livello mondiale sui temi della famiglia che da tempo fanno problema, in preparazione al Sinodo straordinario dei vescovi dell’ottobre 2014 (“Sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”)riguarda anche la Chiesa napoletana con tutte le sue strutture di base e di partecipazione: decanati, parrocchie, consigli pastorali, famiglie, associazioni e gruppi di varia ispirazione. La recente Lettera pastorale del Card. Crescenzio Sepe Canta e cammina. Una chiesa adulta per una società responsabile”, osserva: "Pur attraversati da profonda crisi di identità, da incertezze operative e da difficoltà per sovraccarico di impegni di fronte alle attuali sfide, famiglia e scuola costituiscono dei cardini imprescindibili nella nostra azione pastorale". Sono da valorizzare e mobilitare attivamente in questa occasione per le risposte da dare alle domande del questionario.

Ci si deve augurare che questa insolita iniziativa nella Chiesa dia luogo ad un'ampia e matura discussione nelle comunità cristiane per non essere solo degli interrogati ma dare ulteriori contributi sulle esperienze matrimoniali affettive e sessuali, e sulle richieste rivolte agli stessi pastori, non nascondendosi il fenomeno dell’assunzione soggettiva (nelle società occidentali degli ultimi decenni, da parte degli stessi cristiani) dell’ambito riguardante la sfera sessuale e matrimoniale. Avvalendosi nel contempo dei contributi conoscitivi elaborati su questi temi dalle scienze sociali, per non contentarsi di qualche statistica come suggerisce il questionario di domande inviato.

L’attuazione di questo sondaggio nel nostro territorio, secondo le direttive della chiesa locale, può essere un’occasione da non sprecare di discussione e vera partecipazione, mettendo in luce problemi non solo pastorali che attanagliano le famiglie spesso lasciate a se stesse senza sostegni pubblici e sociali, perché possano aver voce primariamente christifideles laici che vivono in prima persona le esperienze familiari. Non nascondendo a sè e a gli altri i problemi che sono rimasti per lungo tempo coperti e non hanno trovato accoglienza se non esclusione da parte della Chiesa per situazioni meno regolari. 

In particolare lo stesso questionario chiede "come la misericordia di Dio viene proclamata alle coppie separate, divorziate e risposate" e informazioni sulla cura pastorale di uomini e donne che vivono insieme al di fuori del matrimonio, se gli uomini e le donne sposate tendono a seguire l’insegnamento della Chiesa sull’uso della contraccezione artificiale. Nelle nostre realtà, ma non solo nelle situazioni citate, si tratta di contribuire ad elaborare criteri che responsabilmente illuminino le coscienze per l’accesso ai sacramenti e alla vita della Chiesa in una comunità cristiana accogliente. Non può essere trascurata, specialmente nelle nostre zone, la condizione della donna nella famiglia, nella società e nella Chiesa, che non è in alcun modo richiamata nel questionario di domande inviato a tutto il mondo.

Si deve infine osservare che dal documento e dal questionario allegato non emergono aspetti fondamentali dell’esperienza coniugale, come quelli legati all’affettività nella fragilità delle esperienze coniugali e degli incontri e della dimensione sessuale da riconoscere e significare senza paure anche da parte della Chiesa. Più che su condotte morali che includono o escludono dai sacramenti e dalla vita ecclesiale, a nostro avviso bisognerebbe richiamare il significato dell’amore tra due esseri in tutte le sue dimensioni e l’apertura al divino nell’unione coniugale e nella corrente di vita che continua la creazione della/nella specie umana.
Ci si potrebbe anche interrogare se si intende veramente contribuire al perseguimento della FELICITA’ – per quanto è possibile – specialmente nelle esperienze umane di amore.

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