UN SONDAGGIO MONDIALE SULLA FAMIGLIA...O SULLE FAMIGLIE?

tratta da catholic-ew.org.uk
Con uno scoop il sito di Repubblica di ieri riportava la notizia di un sondaggio a livello mondiale  da parte del Vaticano sui temi della famiglia da effettuarsi da parte delle strutture di base della chiesa cattolica (parrocchie, vicariati…) in preparazione al Sinodo straordinario dei vescovi dell’ottobre 2014 sulle “Sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. La notizia finora non trapelata è riportata da un lettera in lingua inglese in data 18 ottobre del Segretario del Sinodo dei Vescovi mons. Baldisseri al Presidente della Conferenza degli Stati Uniti Card. Dolan con la richiesta di attivarsi per questo sondaggio sulla base del documento preparatorio al Sinodo del prossimo anno. Questa richiesta riguarda tutte le Conferenze dei vescovi a livello mondiale.

Prima di ogni informazione e valutazione è importante notare che questo documento riporta in maniera sintetica se non succinta l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla famiglia alla luce della Parola biblica e dell’insegnamento tradizionale, e dopo le questioni che interrogano la Chiesa sui cambiamenti della famiglia per testare gli atteggiamenti e le pratiche delle diverse realtà ecclesiali. L'introduzione al sondaggio delinea un ampio elenco di preoccupazioni che "erano sconosciute fino a pochi anni fa", comprese le famiglie monoparentali, la poligamia, i matrimoni interreligiosi e le "forme di femminismo ostile alla Chiesa". La maternità surrogata è indicata nel documento come "uteri in affitto" ed è citata come nuova sfida quella delle "unioni omosessuali tra persone che, non di rado, hanno anche il permesso di adottare bambini".

Sul significato di questa rilevazione, che rispecchia nel documento preparatorio un insegnamento in alcun modo innovativo da parte della Chiesa sulla famiglia (o meglio “le famiglie” secondo le tipologie di famiglia proposte dalle scienze sociali nel contesto dei cambiamenti sociali) in primo luogo è espressamente richiamato l’intento di realizzare ulteriormente la collegialità episcopale richiesta dal Concilio Vaticano II e sollecitata da papa Francesco in modo da superare quell’approccio definito dallo stesso Papa “vaticano-centrico” e promuovere un maggiore coinvolgimento nelle decisioni e nel cambiamento della Chiesa da parte delle realtà religiose locali. Si può anche pensare, dopo un lungo ambiguo silenzio negli ultimi decenni su alcune questioni all’ordine del giorno nel questionario di domande, di voler portare nel prossimo Sinodo dei vescovi le diverse esperienze e pratiche in questo campo secondo i risultati del questionario in modo da potere meglio individuare linee guida per l’azione pastorale e dare impulso a pratiche illuminate nei confronti dei soggetti che afferiscono alla Chiesa. E’ da approfondire se le domande del questionario riguardino problematiche della società occidentale, anche se nel questionario si fa riferimento per esempio alla poligamia e al sistema delle caste propri di altre culture.

Tra le domande sottoposte alle parrocchie, ai rappresentanti del clero nel mondo, ai cattolici, ci sono quelle se il matrimonio gay è riconosciuto nel loro paese e come i sacerdoti si rivolgono alle coppie dello stesso sesso, e infine come rispondono alla richiesta dei gay di avere una educazione religiosa o la comunione per i loro figli. Il sondaggio chiede anche "come la misericordia di Dio viene proclamata alle coppie separate, divorziate e risposate". Inoltre sono chieste ulteriori informazioni sulla cura pastorale di uomini e donne che vivono insieme al di fuori del matrimonio. Il sondaggio chiede anche se gli uomini e le donne sposati tendono a seguire l'insegnamento della Chiesa sull'uso della contraccezione artificiale.
Helen Osman, portavoce della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti a Washington, ha precisato: "Sarà compito di ogni Vescovo determinare quale sarà il modo più utile per la raccolta di informazioni da fornire a Roma" entro gennaio 2014. In Inghilterra, i Vescovi hanno già inviato il sondaggio online per essere compilato da una vasta gamma di cattolici, compresi preti, laici, genitori e suore.

A parte i problemi connessi sul piano metodologico ai risultati conoscitivi di un così ampio sondaggio e alla loro utilizzazione in rapporto alle diverse realtà sociali, culturali, ed ecclesiali, alla sua destinazione primaria alle strutture di Chiesa di base, si deve augurare che questa iniziativa dia luogo nel contempo ad una ampia e matura discussione nelle comunità cristiane per non essere solo degli interrogati ma dare ulteriori contributi sulle esperienze matrimoniali, affettive e sessuali vissute e sulle richieste rivolte agli stessi pastori. E naturalmente nelle diverse società sulla base della immensa letteratura delle scienze sociali dalla antropologia, alla sociologia, alla psicologia, storia ed economia, per non contentarsi di qualche statistica come accennato nel questionario di domande.


Augurandoci un’esplosione di chiarezza con questa inusitata iniziativa nel campo della comunicazione tra vertice e base, per lo meno due aspetti vogliamo segnalare. Primo, che i cristiani nella Chiesa non siano senza voce e non si parli a nome loro su realtà così vitali e quindi diventino a loro volta interroganti ed esprimenti le loro esperienze di vita. In secondo luogo, ci sembra che dal documento e dal questionario non emergano aspetti fondamentali legati all’affettività nella fragilità delle esperienze coniugali e degli incontri, e alla dimensione sessuale da riconoscere e significare da parte della Chiesa senza paure. Senza alcun romanticismo o utopismo più che su condotte morali che includono o escludono dai sacramenti e dalla vita di Chiesa, a nostro avviso, bisognerebbe richiamare il significato dell’amore tra due esseri in tutte le sue dimensioni e l’apertura al divino nell’unione coniugale e nella corrente di vita che continua la creazione della/nella specie umana.

Commenti

Più letti