NATALE, SDOLCINATO O IMPEGNATO?
Lucia Annunziata, direttrice di Huffigton Post, laicamente ma in maniera
penetrante, in riferimento alla celebrazione del Natale osserva: “Il bambino la
cui nascita festeggiamo sarebbe nato oggi in un campo profughi. E non si parla
qui di buoni sentimenti natalizi. E nemmeno si parla qui di cattolici e
mussulmani, di ebrei e palestinesi, sunniti e sciiti. I Maria e i Giuseppe
odierni, in fuga dai despoti di turno, gli Erode sempre in forza in
Medioriente, non avrebbero certo modo di raggiungere l'Egitto da Betlemme, o il
Libano dalla Siria, o la
Giordania dall'Iraq, o l'Italia dalle spiagge della Libia. Ed
è probabile che la loro vita finirebbe con l'essere quella delle centinaia di
migliaia di rifugiati che in questo momento sono sospesi fra confini nazionali
e religiosi ormai collassati”.
Per guardare a casa nostra questo Natale ha registrato le proteste
contro le condizioni disumane dei CIE. Sul prolungamento ingiustificato della detenzione
dei migranti sono in campo la revisione o abolizione della Legge Bossi-Fini,
riforma vista di mal’occhio dall’Angelino del NCD, e soprattutto il
riconoscimento della cittadinanza a chi nasce sul nostro suolo (ius soli). Per non parlare dei bambini
Rom che continuano a nascere nei campi - autorizzati o meno - nella vergogna di
questo Paese definito “campland” per
il confinamento di questa minoranza non riconosciuta in campi. Nonostante sia stata
elaborata dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), in
attuazione della comunicazione della Commissione Europea n. 173/2011, una
“Strategia di inclusione di Rom, Sinti e Camminanti”. La problematica
dell’accoglienza e riconoscimento dei diritti di rifugiati, migranti e Rom, che
ormai fanno parte del nostro “Presepe”, non può essere lasciata alle
strumentalizzazione delle forze e dei movimenti politici, ma alla crescita di
coscienza e mobilitazione della società “civile” appunto per far posto opportunamente
anche ai nuovi arrivati sul nostro suolo.
Comunità cristiane,
congregazioni e organizzazioni religiose, associazioni e gruppi di varia
ispirazione, al di là di azioni positive svolte a favore di rifugiati, migranti
e Rom potrebbero porsi come obiettivo una campagna a favore della concessione
sul piano legislativo della cittadinanza a chi nasce sul nostro suolo e la
regolarizzazione degli appartenenti alle popolazioni Rom. E’ una battaglia di
civiltà e un valore non negoziabile in nome della comune umanità.
Il Papa nel corso dell'Angelus del giorno di Santo Stefano ha
criticato "la falsa immagine del Natale:
l'immagine fiabesca e sdolcinata, che nel Vangelo non esiste!"
e ha poi ricordato "il senso autentico dell’Incarnazione", che
collega "Betlemme al Calvario”. Non sappiamo se faccia parte dell’immagine
folkloristica il Presepe napoletano donato dal cardinale Sepe con il Governatore
della Campania ed installato a Piazza San Pietro al canto di “O’ sole mio”!
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