OMELIE ESAGERATE
Nella breve omelia del primo dell'anno, che la liturgia dedica alla Madre di Dio, ho ritenuto opportuno e fruttuoso richiamare il
ricco insegnamento di papa Francesco sul significato del Natale nel Vangelo (cfr il post Natale, sdolcinato o impegnato?). Durante la raccolta delle intenzioni, un partecipante si alza e dice: "Sì, bisogna pregare
perché i sacerdoti veramente aiutino i fedeli nel cammino di fede, secondo
l’esempio di papa Francesco". Soggiungo: “Certo, dobbiamo accompagnare i
cristiani in questo cammino, per
discernere lo Spirito che parla al cuore dell’uomo”. E poi osserva: “Non avete esagerato nel parlare, ce ne fossero tanti che 'esagerano'..."
L'ammirevole sensibilità di questo
praticante non è certo merito mio, dal momento che pur vedendoci ogni mattina a pregare non abbiamo avuto una particolare frequentazione. Mi spiegano altri
presenti che si tratta di un convertito, che dimostra un’avvertenza dei bisogni
della cura pastorale. In un
passaggio dell'omelia del 3 gennaio nella Chiesa del Gesù a Roma, papa Francesco manifesta: "Mi
viene da pensare alla tentazione, che forse possiamo avere noi e che tanti
hanno, di collegare l'annuncio del Vangelo con bastonate inquisitorie, di
condanna. No, il Vangelo si annuncia con dolcezza, con fraternità, con amore''.
Così sia!
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