SALUTE SENZA ESCLUSIONI. IL CONVEGNO CARITAS PER I ROM

tratta da piuculture.it

Lunedì 28 gennaio ho partecipato al convegno nazionale La salute dei Rom: disuguaglianze vissute, equità rivendicata, promosso dalla Caritas di Roma presso la sede di Caritas italiana nella cittadella CEI, per uscire dalle ristrettezze dei problemi locali a Scampia. Ho scoperto in questa occasione il lavoro che da 25 anni la Caritas di Roma con l’Area sanitaria svolge in maniera organizzata, sistematica e riflessiva a favore delle comunità Rom nell’area romana (area.sanitaria@caritasroma.it; www.caritasroma.it). 
Al convegno erano presenti circa un centinaio di operatori e volontari di varie regioni italiane, espressione dell’impegno per la tutela della salute dei Rom nelle aree di provenienza. Un campo di impegno non solo di volontari che non sempre viene affrontato in maniera sistematica e continuativa, a causa delle varie emergenze che presentano le comunità rom nelle realtà locali.
 
Per un inquadramento di questo tipo di intervento è opportuno ricordare che la “Strategia nazionale d’inclusione dei Rom dei Sinti e dei Camminanti” (in attuazione Comunicazione Commissione Europea n. 173/2011 - UNAR 2012) prevede quattro assi di intervento:
Asse 1. Istruzione. “Aumentare la quantità e la qualità delle opportunità educative ed il  numero di studenti RSC iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado, favorendone la frequenza  e il successo  scolastico e la piena istruzione”.
Asse 2. Lavoro. “Promuovere la formazione professionale e l’accesso al lavoro per donne e uomini RSC”.
Asse 3. Salute. “Migliorare l’accesso ai servizi sociali e sanitari disponibili sui territori e implementando la prevenzione medico-sanitaria, con particolare riferimento alle fasce più vulnerabili della popolazione di origine Rom e Sinti”.
Asse 4. Abitazione. “Aumentare l’accesso ad un ampio ventaglio di soluzioni abitative per RSC, in un'ottica partecipata di superamento definitivo di logiche emergenziali e di grandi insediamenti mono-etnici e nel rispetto delle opportunità locali, dell’unità familiare e di una strategia  fondata sull’equa dislocazione”.


Ci sembra che l’approccio, la metodologia, gli obiettivi e gli interventi intrapresi dall’Area sanitaria della Caritas di Roma rispondano all’intento dell’Asse 3 per la tutela della salute dei Rom nelle varie realtà del nostro paese. I 25 anni di impegno per la promozione della salute fra le comunità rom, attraverso operatori e volontari sono stati anni di impegno a partire dalla presenza sui campi, prossimità e dialogo con le famiglie rom, sperimentazione, lavoro di rete, formazione, studi epidemiologici. Nello stesso tempo di ricerca metodologica per individuare un tipo di intervento sanitario efficace con la popolazione rom in un contesto di politiche sociali spesso deficitarie.

Il volume  distribuito nel corso del convegno, di Alice Ricordy, Fulvia Motta, Salvatore Geraci, Salute Rom. Itinerari possibili (Pendragon, Bologna 2014), pubblicato nell’ambito del Progetto Nazionale Rom Sinti e Camminanti promosso da Caritas italiana, ripercorre questi anni di esperienze, li sistematizza per trarne insegnamento di strategie e metodi di  lavoro. E’ uno strumento di lavoro e di ricerca per chi, a vari livelli, si impegna nella tutela della salute dei rom confessionalmente o laicamente, o meglio a entrare in dialogo con il complesso mondo dei rom, soprattutto i più fragili. Il lavoro di riflessione e sistematizzazione delle esperienze è testimoniato anche da una collana editoriale: “Salute senza esclusioni” a cura di Salvatore Geraci, che annovera 10 volumi.

Non possiamo non richiamare l’ispirazione espressa dal Direttore della Caritas di Roma Mons. Enrico Feroci nella presentazione al volume, che fa perno sulla “relazione” instaurata negli anni da volontari e operatori dell’Area sanitaria con le persone rom incontrate lungo le strade della città. “Relazione resa possibile  dall’attitudine a “uscire” dall’ambulatorio, dal servizio,  ma anche dalle proprie sicurezze e certezze. Relazione vissuta nella prossimità, entrando nelle case delle famiglie rom, prendendo il caffè insieme, ascoltando, offrendo disponibilità”.
Buone pratiche, si può. Guardando alla “Caritas del giardino accanto”.

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