RAID CONTRO I ROM. LETTERA APERTA AL SINDACO DE MAGISTRIS
tratta da ilmattino.it |
Ill.mo Sig. Sindaco Luigi De Magistris,
Assessori alle Politiche sociali ed
all’Ambiente,
il
triste episodio del raid di cittadini napoletani contro le famiglie di rom romeni abitanti da un decennio il campo di via del
Riposo lascia l’amaro in bocca e suscita sacrosanta indignazione per i metodi violenti che hanno
il carattere di pogrom, di intolleranza verso il diverso, di pulizia etnica, e
fanno emergere preoccupanti segni di razzismo nella nostra città anche se da
parte di ristretti gruppi esagitati. Sentiamo il bisogno di esprimere alcune
considerazioni poco politiche che non sono neutrali, per mettere in luce alcuni aspetti della vicenda trascurati per una civiltà dell’accoglienza o
del rispetto di ogni persona umana. Altrimenti è meglio ammainare la bandiera
di “NAPOLI CITTA’ SOCIALE”.
In
primo luogo, al di là delle giustificazione più o meno pretestuose da accertare per l’ assalto al campo Rom, la prima considerazione
ovvia è che la violenza è stata
esercitata da cittadini napoletani e non dai Rom romeni del campo anche se non
esenti da illegalità. Per quanto abbiamo potuto accertare di persona in visite
a questo campo, gli occupanti erano
giovani famiglie romene pacifiche che
lottavano per la sopravvivenza in
condizioni di degrado e di invivibilità, per cui si poteva affermare "Stanno
meglio i morti dei vivi" in riferimento ai loculi del Cimitero dall’altro lato della
strada. Guardando le foto dello sgombero di donne e bambini con le loro povere
masserizie, come padre Zanotelli presente viene da piangere perché è stata
inferta una ferita a persone umane abbandonate e malviste per le loro
condizioni e diversità. Ci commuoviamo per un cane abbandonato e pestato, e non per
rom comunitari cacciati dai loro campi pretestuosamente o meno. E’ una
vergogna, e viene da dire come nella Bibbia: "il male ricada su chi l’ha compiuto",
ci si perdoni, per non ricorrere a
maledizioni.
In secondo luogo, i rom romeni sono cittadini
comunitari che hanno diritto alla difesa
della loro incolumità e alla sicurezza di vita fin quando non commettono illegalità, senza
aspettare l’esplodere di raid e pogrom violenti per fare tabula rasa di un
nucleo umano che dà fastidio. Il torto è dalla parte di chi lo compie, e sono da accertare le responsabilità di chi ha
compiuto attentati alle persone umane ed alle loro baracche. Ci auguriamo di
non dover più vedere le processioni di
auto e pulmini che abbandonano i campi, come nel maggio 2008 nell’assalto con
bombe molotof ai campi abitati da romeni
di Ponticelli. Da questo punto di vista le istituzioni non possono essere
neutrali fomentando l’intolleranza o
mediare tra istituzioni e istituzioni e gruppi dei cittadini senza il rispetto
per la sicurezza ed incolumità dei cittadini italiani e comunitari.
Senza
entrare nel merito delle politiche sociali da mettere in atto dal Comune partenopeo per l’inclusione di rom
secondo la delibera del marzo 2013
in attuazione della “Strategia nazionale di inclusione dei Rom dei
Sinti e dei Camminanti. Attuazione Comunicazione Commissione Europea
n.173/2011” (UNAR 2012), di cui
riteniamo ci sia nelle istituzioni e nella città un forte e forse comodo ritardo culturale, oltre alle ruspe per eliminare il
degrado territoriale ed abitativo del campo di via del Riposo, è urgente una bonifica sociale per estirpare dalle
menti e dai comportamenti le radici dell’intolleranza e del razzismo e
promuovere una cultura efficace dell’accoglienza. Di fronte a questo campanello
d’allarme sono chiamati a dare il loro contributo le varie componenti della
società civile, dalla scuola, alle famiglie, alle associazioni, alle stesse
comunità cristiane del territorio che non sembrano così sveglie.
Non vorremmo alla fine della vita doverci
vergognare di questa città non solo anomica
ma pure intollerante.
Domenico Pizzuti
Napoli, 13 marzo 2014
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