A BRACCETTO ALL'ALTARE

tratta da albertocane.blogspot.it
I quotidiani riportano con grande enfasi la nomina di cinque donne alla presidenza di altrettanti Enti pubblici, ma si fa notare che non si tratta di ruoli operativi. E’ un'evoluzione culturale anche se nel XXI secolo dell’era post-cristiana, e una mezza rivoluzione sotto il profilo dei ruoli.
Problemi di partecipazione si pongono anche nella vita della confessione cattolica, anche se papa Francesco si è fatto assertore di una maggiore partecipazione delle donne al governo della Chiesa, cioè nei suoi vari dicasteri e uffici, come ad esempio le curie diocesane anche se non sempre in ruoli apicali, senza dimenticare i vari movimenti e associazioni laicali presieduti da donne. Rimane intatta e non discussa la partecipazione delle donne al sacerdozio ministeriale e ai suoi vari gradi di accesso, su cui siamo intervenuti su questo blog (Figlie di un Dio minore), in una visione meno sacrale e più comunitaria nel senso della partecipazione alla Cena del Signore, alla celebrazione della sua Pasqua di cui facciamo memoria. In altre confessioni cristiane, con il mal di pancia di cattolici, dopo travagliate discussioni e separazioni le donne sono state ammesse al  servizio sacerdotale ed episcopale e lo esercitano per le loro comunità.
La Domenica delle Palme, commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella Rettoria di S. Maria della Speranza a Scampia, dopo la benedizione della Palme all'ingresso i fedeli cantando con rami di olivo si sono fiondati in chiesa e sono rimasto solo. Mi sono rivolto ad una signora di mezza età vicina e le ho chiesto se mi accompagnava all'altare, e senza tante parole con un mezzo sorriso sulle labbra mi ha preso sotto il braccio e così siamo andati a braccetto all'altare nell'indifferenza dei presenti. 
Il problema della partecipazione non marginale delle donne alla vita della Chiesa, a nostro avviso si pone a livello di base nella vita concreta delle comunità cristiane in cui sono vissuti nel contempo il sacerdozio universale dei fedeli e il sacerdozio ministeriale nella celebrazione eucaristica e dei sacramenti. Più problematica è la gestione e cura della comunità nelle sue varie espressioni, e la presenza e vitalità  anche nel nostro territorio degli organismi ecclesiali di partecipazione previsti, che sembrano relegati sullo sfondo per l’affermazione talora - come nella società - di uno stile personalistico se non autoritario da parte del sacerdote. Deve crescere nei fedeli e nei presbiteri la convinzione che la Chiesa o comunità cristiana è “cosa nostra” cioè di tutti, secondo un ragionevole ordine dei vari servizi ed uffici.

Non si può oltre a cantare tutti insieme nelle celebrazioni, andare a braccetto alla stessa Cena pasquale? Buona Pasqua a questa città senza una mission.

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