Renzi, Mattarella e Francesco a "Idee di Expo 2015"
tratta da direttanews.it |
Tre presenze, tre messaggi,
tre visioni in occasione dell’evento “Le Idee di Expo 2015 - Verso carta di
Milano”, sabato 7 febbraio, che richiedono attenzione per non scivolare nella
mera cronaca dell’evento, perchè da parte di papa Francesco e anche del neo Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella si tratta di messaggi forti
di personalità forti di fronte al giovane fiorentino di turno.
Del discorso del Presidente del Consiglio
mirante, dopo la cancellazione della stagione degli scandali per la
corruzione che aveva inquinato l’immagine dell’esposizione, a riproporre l’identità dell’Italia come
parola chiave dell’Expo, ci ha colpito il latinorum di un’aggettivo: il 2015
sarà "l’anno felix per l’Italia
che vuol dire non solo felice ma fertile, con tutte le condizioni per tornare a
correre". Esisterebbero le opportunità e le condizioni economiche a
livello europeo ed internazionale, e a
nostro avviso per un inizio di ripresa, una ripartenza, anche se Renzi è un velocista, ama il linguaggio della
velocità che non sempre si attaglia ai percorsi economici, istituzionali e
sociali. Vuole infondere fiducia a investitori e imprenditori e più in generale
dimostrare alla platea europea che sta operando e attuando le riforme
richieste non solo dalle istituzioni europee ma da un certo tipo di economia
capitalistica globale. Ci imbattiamo in
una visione implicita dell’economia, da chiarire a sè e agli altri, che non esclude interventi regolativi
dello Stato, e mette in evidenza l’intento di Renzi primariamente di voler giocare il
suo ruolo di fronte al contesto europeo e nazionale nel combattere la crisi economica e promuovere la crescita.
La auspicata crescita è intesa in senso di
aumento di qualche frazione di unità del PIL o di sviluppo umano, di cui pur sono
stati individuati gli indicatori? La nota attivista e scrittrice Naomi Klein,
autrice del bestselleer No Logo e recentemente del volume Una rivoluzione ci
salverà. Perchè il capitalismo non è sostenibile (Rizzoli), ha
affernato al Fatto.it che “Il vostro
governo, come altri, sta percorrendo simultaneamente molte direzioni. (...) Stipendi
e sicurezza sono stati sacrificati in nome della crisi”. Diversi pensionati a
Scampia ma non solo si sono lamentati che all’inizio di quest’anno le loro
pensioni sono state decurtate del 5.5% e anche più, non si capisce in nome di
quale adeguatamento. Per queste ed altre ragioni non ci sembra che l’anno 2015
sia per tutti felice, soprattutto se si considerano accresciute disuguaglianze sociali tra paesi
e l’iniquità dell’economia che uccide
gli uomini.
Poco rilievo è stato dato a uno stringato messaggio del neo Presidente
della Repubblica al Ministro dell’Agricoltura, perchè adopera un linguaggio che non sentivamo da tempo, specialmente dai baldanzosi
giovani arrivati a Palazzo Chigi. “L’aumento
delle disuguaglianze tra paesi ricchi e popolazioni povere in costante lotta
per sopravvivere alla denutrizione, rende indispensabile un nuovo modello di
sviluppo che modifichi questa inaccettabile tendenza, nel rispetto dei
fondamentali valori riconosciuti e sanciti dalla Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo”. Sì, un nuovo
modello di sviluppo perchè non tutti usufruiscono delle stesse opportunità e
sono felici anche nel nostro paese quando gruppi minoritari italiani
e non lottano ancora per la sopravvivenza.
Papa Francesco nel suo video messaggio
trasmesso in occasione dell’evento ha
richiamato la sua lettera Evangelii
gaudium dove senza giri di parole afferma:”No a un'economia dell'esclusione e della inequità. Questa economia
uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un
anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in
borsa'". "Questo è il frutto della legge di
competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole - ha aggiunto -
Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a
quella dello scarto; infatti 'gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti,
sono 'avanzi'. È dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i problemi
e non perderci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è
l'iniquità. Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere:
rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria
e agire anzitutto sulle cause strutturali della iniquità". Un messaggio radicale e che va alla radice,
cioè alle cause strutturali, dell’iniquità, e quindi responsabilizza ed
impegna.
Se
ci si domanda, come Giacomo D'Alessandro al sottoscritto, se questo messaggio non sia altrettanto
“politico” o abbia valenza politica cioè per il bene della polis umana, valgono queste
esortazioni di Francesco: «Abbiate uno
sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela
come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le
cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è
la iniquità». Il Papa invita ad essere “testimoni di carità”: "Da dove deve partire una sana politica
economica? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è
chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità
della persona umana e il bene comune. Purtroppo, però, questi due pilastri, che
dovrebbero strutturare la politica economica, spesso sembrano appendici
aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza prospettive né
programmi di vero sviluppo integrale".
Pur nella differenza di ruoli e di
maturazione di visioni, se Renzi
rassicura in vista di un contesto che faciliti la ripresa economica e sociale,
Papa Francesco e Sergio Mattarella usano
un linguaggio che va al cuore dei
problemi e responsabilizza per non perdersi nei sofismi o nelle retoriche
politiche.
Grazie
Francesco e Sergio per la vostra moral
suasion.
Commenti
Posta un commento