Riprendersi la politica ai tempi di Renzi
tratta da mistermedia.it |
Proseguendo la “Lettura della politica” (vedi post .....) qualche ulteriore elemento per la comprensione del “Campo politico” nel nostro paese che appare aggrovigliato se non confuso, ma non estraneo a dinamiche che sono individuabili per orientarsi e prendere decisioni. Distanziandoci nella riflessione da eventi e soggetti contingenti: ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, ma non tanto.
Di fronte a scontri, contrapposizioni, divisioni, lacerazioni
tra intergruppi ed intragruppi politici che appaiono patologici e
disgreganti, un primo elemento di orientamento è la stessa
definizione del campo politico come “Agone”, cioè campo di
battaglia, di contrapposizione e conflitto tra diversi interessi,
progetti politici, gruppi portatori di interessi e progetti politici
e talora soggetti, che contendono per la conquista e la gestione del
potere. Per Max Weber il conflitto nella società non è una
condizione patologica, ma la sua condizione normale. Non conduce alla
disgregazione della società ma alla creazione di strutture
istituzionali, che esprimono i rapporti di forza che si sono
provvisoriamente consolidati – come nell’attuale governo e nella
sua politica – fino a quando non vengono messi in discussione.
Ogni assetto istituzionale è solo provvisoriamente stabile, perchè
a coloro che sono interessati alla sua conservazione prima poi si
contrapporranno altri gruppi interessati al suo cambiamento. Nuovi
conflitti, nuovi movimenti, nuove alleanze, nuovi vincitori e vinti
si manifesteranno sulla scena. La società è l’insieme delle
istituzioni e dei conflitti che si intrecciano su piani ed in sfere
diverse. E gli attori sociali si muovono su questo spazio dovendo
continuamente scegliere da che parte stare.
In secondo luogo, rileva Max Weber, "Chi fa politica
aspira al potere, o come mezzo al servizio di altri fini – ideali o
egoistici – o per il potere in se stesso, per godere del senso di
prestigio che esso procura" (La politica come professione,
Einaudi 2004). E’ noto il triplice fondamento di
legittimità che giustifica un potere e la sottomissione ad esso:
tradizionale, carismatico, legale in forza della validità di una
norma legale, fondata su regole razionalmente stabilite. Tre qualità
sono sopratutto indicate come decisive per l’uomo politico:
passione, senso di responsabilità, lungimiranza. Passione nel senso
di dedizione appassionata ad una causa, al di dio o al demone che la
dirige (quali sono questi dei o demoni per chi ha conquistato il
potere o chi ne è rimasto fuori, i Renzi o D’Alema di turno),
responsabilità nei confronti di questa causa stella polare
dell’agire del politico, lungimiranza, come distanza tra sè e gli
uomini, cioè capacità di fare agire su di sè la realtà con calma
e raccoglimento interiore, non come qualche agitatore e provocatore
nostrano.
Max Weber avverte: "L’uomo politico deve dominare
in se stesso, ogni giorno e ogni ora, un nemico del tutto banale e
fin troppo umano: la vanità comune a tutti, la nemica mortale
di ogni dedizione ad una causa e di ogni distanza e, in questo caso
della distanza rispetto a sè stessi. E tuttavia il peccato contro lo
spirito santo della sua professione ha inizio là dove questa
aspirazione al potere priva di causa si trasforma in un oggetto di
autoesaltazione puramente personale" (Ibidem). Con
straordinaria acutezza rileva che il “demagogo” rischia tanto di
diventare un mero attore quanto di prendere con leggerezza la
responsabilità per le conseguenze del suo agire e di preoccuparsi
solo dell’ impressione che suscita. come negli odierni talk
televisivi. E di aspirare alla luccicante apparenza del potere più
che al potere effettivo.
In un'epoca più vicina, non si possono ignorare le dinamiche
tra potere e comunicazione in una società dell’informazione.
Secondo il sociologo ispano-americano Manuel Castells, autore della
trilogia su L’Età dell’informazione, il potere della
comunicazione è nel cuore della struttura e della dinamica della
società in rete, la struttura sociale che caratterizza la società
del primo XXI secolo, costruita ma non determinata da reti digitali
di comunicazione. Le reti di comunicazione multimodale costituiscono
lo spazio pubblico della società in rete, e forme differenti di
controllo e manipolazione dei messaggi sono il nucleo di formazione
del potere. La politica è politica mediatica. D’altra parte le
reti orizzontali rendono possibile “l’autocomunicazione di
massa” che accrescono l’autonomia dei soggetti rispetto alle
corporation delle comunicazioni sociali. Il potere si fonda
sul controllo della comunicazione ed il contropotere dipende dalla
capacità di opporsi a questo controllo influenzando l’opinione
pubblica per mirare al cambiamento sociale. In merito al fatto che la
società in rete diventi fondamentalmente politica dei media, Castells
avverte: "Se accettiamo l’idea che la forma cruciale del
potere ha luogo attraverso la modellazione della mente umana, e che
questo processo dipende in gran parte dalla comunicazione, e in
ultima analisi dalla politica mediatica, allora la pratica della
democrazia è messa in discussione quando c’è dissociazione
sistemica tra potere della comunicazione e potere rappresentativo"
(Comunicazione e potere, Università Bocconi Editore 2003).
Al di là delle prestazioni mediatiche invadenti i
media del Premier e delle modalità utilizzate, è in questione
questa pericolosa dissociazione anche nel nostro paese, senza gridare
facilmente al lupo al lupo... Inoltre la crisi economica ha cambiato
il carattere e lo stile delle democrazie europee, mettendo in
discussione il rapporto tra deliberare e decidere, facendo pendere il
piatto della bilancia dalla parte dell’esecutivo. Si configura un
declino della democrazia deliberativa (parlamentare diremmo) e la
crescita di una democrazia “esecutiva”.
E’ urgente e doveroso per i cittadini singoli o associati con la
riflessione e l’azione riprendersi la Politica a diversi livelli,
impegnandosi per una democrazia rappresentativa, deliberativa,
esecutiva, e comunicativa nello spazio pubblico della società in
rete attraverso la comunicazione multimodale. Per non restare alla
finestra di fronte alle dinamiche illustrate.
Commenti
Posta un commento