L'abusivismo e l'eterno condono edilizio

tratta da huffingtonpost.it
L’annuncio del neo-governatore della Campania Vincenzo De Luca, allorché pienamente legittimato, di voler procedere nella Regione al condono di 80.000 alloggi abusivi (anche se con alcune necessarie limitazioni per aree vincolate) desta perplessità, tra le altre cose per le osservazioni dell’ex assessore regionale all’urbanistica Guido di Lello. La motivazione pragmatica esposta – la difficoltà pratica di procedere agli abbattimenti edilizi per casi così numerosi – mette in campo le ruspe per gli abbattimenti e la collocazione delle macerie risultanti, dimenticando che si tratta di edificazioni abusive riconosciute da abbattere. Già la loro numerosità è la spia di un abusivismo diffuso nella città di Napoli – senza voler evocare il film “Le mani sulla città” di Rosi – e nell’entroterra campano. Quante volte attraversando paesi e contrade del nostro territorio si notano complessi di abitazioni costruite senza alcuna programmazione, che hanno deturpato a vista d’occhio il paesaggio? E la non osservanza delle regole dell’etica pubblica in questo campo ha conseguito il disordine edilizio e la bruttezza del paesaggio per le convenienze particolaristiche degli interessati: “Tengo famiglia”, “Tengo un pezzo di terra” su cui edificare per la mia famiglia.

Primariamente occorre contrastare con penalità ed incentivi la mentalità dell’abusivismo edilizio, fonte di corruzione, senza ingenerare l’attesa di un prossimo condono su cui anche in passato i vari gruppi presenti in Consiglio regionale si sono trovati d’accordo. Questo proposito era stato ventilato da De Luca nel corso della campagna elettorale, non pensiamo male se si tratta di un ritorno agli elettori sensibili a questa materia per gli abusivismi grandi e piccoli delle proprie costruzioni. Interessa invece mettere in campo una vera politica per la casa, con fondi pubblici mazionali, regionali e comunali, per soddisfare i bisogni dei ceti più bisognosi. Come usava dire negli anni della mobilitazione collettiva, la casa è un “diritto sociale” da implementare alla luce della Costituzione.

Commenti

Più letti