Lettere aperte sui Rom all’Assessore al Welfare di Napoli


di Domenico Pizzuti, Comitato Campano con i Rom

Napoli, 18 luglio 2015

Non avendo avuto occasione negli ultimi mesi di incontrarla personalmente per esprimere alcune perplessità (discontents) in merito alla comunicazione sulle politiche per l’inclusione dei Rom a Napoli, ho deciso di mettere penna su carta per una maggiore oggettivazione in una comunicazione pubblica.
In primo luogo, in seguito ad un’ultima convocazione delle associazioni pro Rom in data 29 aprile c.a. in merito alla costituzione di una Consulta di Rom – partecipazione richiesta da normative europee e dalla Strategia Nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti – e sullo stato di attuazione del progetto di sistemazione abitativa per le famiglie Rom di via Cupa Perillo da rendicontare agli organismi europei entro la fine del corrente anno, è calata una densa ed incomprensibile cortina di silenzio ed interruzione di comunicazione. Ad una mia richiesta via email del 24 giugno di convocazione delle associazioni per comunicazioni sulle politiche pro Rom in corso di attuazione, non è stata data alcuna risposta, rilevando che anche gli uffici della Chiesa hanno l’abitudine di rispondere a chi loro si rivolge. Non avendo dubbi che si tratti di un silenzio operoso ma poco trasparente, è da rilevare che esistono nel mondo associativo esperienze e competenze che possono essere utili a chi ha il compito di elaborare ed attuare le politiche per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni Rom, in gran parte ancora residenti nell’area napoletana in campi poco vivibili. Naturalmente si chiede che in un clima di fiducia si riprenda il flusso di informazione e comunicazione, per una più efficace partecipazione civica.
In secondo luogo, è chiara - anche per alcune direttive degli organismi europei e ribadite recentemente dallo stesso Ministero dell’interno – che la meta ed il compito da perseguire a livello locale è il superamento della sistemazione dei Rom in campi con una pluralità di offerte abitative da costruire nel breve e medio periodo. Se esiste una programmazione comunale in tal senso è bene che venga esplicitata, senza timori di critiche, e può essere opportuno a tale scopo costituire una cabina di regia con partecipazione di Rom, esperti e rappresentanti di associazioni pro Rom. Si deve però rilevare nel contempo che a distanza di pochi giorni, tra il 5 ed il 9 luglio, la polizia municipale in via Pacioli ed a Pianura ha proceduto a due sgomberi di campi per condizioni di degrado abitativo e di rischi igienico-sanitario, offrendo la possibilità di ricovero nella struttura della ex-scuola Deledda. Non sembra che tali interventi siano l’effetto di una programmazione nel tempo degli sgomberi.
Senza fare la predica a nessuno, è interesse di tutti un maggiore coinvolgimento di associazioni, organizzazioni, comunità e cittadini, anche attraverso l’informazione e la comunicazione, nell’attuazione per motivi di civiltà dell’inclusione dei Rom che da decenni convivono sul nostro territorio. 


Napoli, 23 luglio 2015 
 
Leggo sul sito de Il Mattino di oggi che è stato sequestrato e sgomberato dalla Polizia municipale su disposizione della Procura di Napoli il campo Rom di via Galileo Ferraris con 350 abitanti, di cui 53 hanno trovato accoglienza nella ex scuola Deledda. E gli altri 300? Accresceranno la precarietà di sistemazioni esistenti o meno. E' il terzo sgombero in pochi giorni, come si può rilevare. Sono sconcertato da questa serie di sgomberi realizzata in pochi giorni durante il caldo estivo, per disposizione della Procura di Napoli, senza coinvolgimento della Consulta delle Associazioni. Viene da pensare che il silenzio di questi mesi, da me rilevato nella Lettera aperta a cui non ho ricevuto risposta, serviva a coprire operazioni di sgombero a cui far fronte. Credo nel dialogo e nella partecipazione civica, e chiedo come nella Lettera una ripresa di di informazione e comunicazione. Devo però far rilevare che noi non abbiamo alcuna parte in queste operazioni e ce ne distanziamo assolutamente anche per mancanza di informazioni. La responsabilità ricada su quelli che per motivi formali o meno l'hanno permessa. L'osservanza della legge non sempre è giustizia.
Senza cordialità,
Domenico Pizzuti


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