Si è convertita all'Islam, niente funerale in chiesa


Merita attenzione e riflessione la vicenda del rifiuto dei funerali cattolici per Assunta Buonfiglio, madre della presunta jihadista Fatima. Assunta è morta pochi giorni fa all'ospedale di Vigevano, dove aveva subito un intervento chirurgico, tre giorno dopo avere avuto gli arresti domiciliari, e suo marito (convertito o meno all’Islam) con altri parenti cattolici avevano chiesto i funerali secondo il rito cattolico a Casole, paese di origine. La Curia di Nola ha opposto un rifiuto con questa motivazione: "La chiesa non può compiere un gesto d’imperio celebrando i funerali cattolici per una donna che aveva aderito alla fede islamica, sarebbe un imposizione. Assunta tornerà a Dio attraverso il rito della fede che aveva abbracciato" (sic!). E’ una risposta che sa molto di diritto canonico, e che di imperio sbarra le porte del rito religioso per i funerali di una convertita all'Islam.

Non sappiamo se San Pietro o chi per lui chieda un certificato di appartenenza ad un defunto. Secondo la mentalità comune non si nega il funerale religioso a nessuno in chiesa o meno, se non per motivi di ordine pubblico. Giustamente i parenti in Campania avevano chiesto i funerali secondo il rito ambientale, in tal mondo Assunta ritornava nella sua terra di origine accolta da “Dio onnipotente e misericordioso” che se non sbaglio è anche il nostro Dio dei vivi e dei morti. E’ in questione non solo un rito, ma una concezione religiosa del mistero profondo dell’Altissimo e del Creatore e Padre di tutte le creature, che viene interpretata d’imperio da alcuni interpreti religiosi in terra. La questione dei riti religiosi o meno non è indifferente, perché manifesta concezioni e visioni incorporate nelle modalità rituali di una comunità, che non sono immutabili.

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