A Parigi ci giochiamo tutto (Alex Zanotelli)
di Alex Zanotelli
Oggi, 30 novembre 2015, apre la Conferenza sul clima di Parigi (COP 21) che vede riuniti i rappresentanti di 190 paesi e 150 capi di Stato. “Il mondo deve prendere atto che il Vertice di Parigi - aveva detto la Pontificia Accademia delle Scienze lo scorso aprile - potrebbe essere l’ultima vera opportunità per giungere a un accordo che mantenga il riscaldamento globale di origine antropica al di sotto di 2 gradi centigradi, a fronte di una traiettoria attuale che porterebbe a un aumento devastante di 4 o più gradi centigradi.” Una presa di posizione rafforzata dalle parole di Papa Francesco giorni fa alle Nazioni Unite per l’Ambiente a Nairobi (Kenya) : "Sarebbe triste e oserei dire perfino catastrofico che gli interessi privati prevalessero sul bene comune”.
Il primo obiettivo di Parigi
è cancellare il vertice di Copenaghen (2009) che si concluse in un
fiasco clamoroso. I vertici che ne seguirono, Cancun, Durban, Doha,
Varsavia, Lima sono finiti in un nulla di fatto. E così siamo giunti
sull’orlo del precipizio. “Le previsioni catastrofiche ormai non
si possono più guardare con disprezzo e ironia”- afferma Papa
Francesco in Laudato Si’. “Potremmo lasciare alle prossime
generazioni troppe macerie, deserti, sporcizia. Il ritmo di consumo,
di spreco, di alterazione dell’ambiente ha superato la possibilità
del Pianeta in maniera che lo stile di vita attuale, essendo
insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi.”
I dati
scientifici sono categorici. Lo ha fatto presente in modo perentorio l’Agenzia
ONU per i cambiamenti climatici (IPCC) nel novembre 2014 a
Copenaghen. Gli scienziati dell’IPCC affermano: primo, il
riscaldamento globale esiste ed è causato dall’uomo; secondo, gli
effetti sono già visibili con lo scioglimento dei ghiacciai ed
eventi meteo estremi ; terzo, il peggio deve arrivare perché le
emissioni globali invece che diminuire, sono aumentate. Infatti gli
scienziati dell’IPCC (tutti scelti dai governi!) affermano che, se
il sistema continuerà a utilizzare petrolio e carbone al ritmo
attuale, a fine secolo, avremo, se ci andrà bene, 3,5 gradi
centigradi in più, ma se ci andrà male, 5,4 gradi centigradi. Gli
esperti ci ricordano che già 2 gradi centigradi in più
costituiscono un dramma per il Pianeta. E purtroppo, come afferma
Fatih Birol dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia): ”La
porta di due gradi si sta per chiudere. Nel 2017, si chiuderà per
sempre.” Abbiamo raggiunto quello che gli esperti chiamano il
‘decennio zero’ della crisi climatica: o cambiamo subito o
rischiamo di precipitare nel baratro.
Ecco
perché il Vertice di Parigi è l’ultima vera opportunità per
salvarci. Purtroppo la politica è prigioniera dei poteri
economico-finanziari che governano il mondo. “Degna di nota è la
debolezza della reazione politica internazionale - lamenta Papa
Francesco in Laudato Si’ - La sottomissione della politica
alle tecnologie e alla finanza si dimostra nel fallimento dei vertici
mondiali sull’ambiente. Ci sono troppi interessi particolari e
molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene
comune.” Il dramma è che questo disastro climatico sarà di nuovo
pagato dagli impoveriti. Dobbiamo saper unire il “grido della
Terra” - come dice Papa Francesco - con il “grido dei poveri.”
Sarà soprattutto l’Africa a pagare le conseguenze di questi
cambiamenti climatici con tre quarti delle terre desertificate e con
centinaia di milioni di rifugiati climatici. Dobbiamo dunque
affermare che le emissioni incontrollate di gas serra meritano il
nome di crimini.
Dopo i crimini della schiavitù, della colonizzazione, dei regimi totalitari, ecco il crimine ecologico. Ridurre la nostra impronta di carbonio non è una semplice necessità ambientale, ma è, come afferma Desmond Tutu, il “più grande cantiere di difesa dei diritti umani della nostra epoca”. Non possiamo accettare che le multinazionali si arricchiscano con attività climaticamente criminali. Desmond Tutu chiede di far fronte alle cause e ai fautori del riscaldamento climatico con le armi dell’indignazione morale, del boicottaggio, della disobbedienza civile, del disinvestimento economico, ma soprattutto con il disinvestimento dalle banche che pagano per il petrolio e il carbone. Se c’è una cosa che è certa è che, se vogliamo salvarci, dobbiamo lasciare il petrolio e il carbone là dove sono, sottoterra. (E’ una vergogna che Renzi abbia invece aperto le trivellazioni per il petrolio!)
Dopo i crimini della schiavitù, della colonizzazione, dei regimi totalitari, ecco il crimine ecologico. Ridurre la nostra impronta di carbonio non è una semplice necessità ambientale, ma è, come afferma Desmond Tutu, il “più grande cantiere di difesa dei diritti umani della nostra epoca”. Non possiamo accettare che le multinazionali si arricchiscano con attività climaticamente criminali. Desmond Tutu chiede di far fronte alle cause e ai fautori del riscaldamento climatico con le armi dell’indignazione morale, del boicottaggio, della disobbedienza civile, del disinvestimento economico, ma soprattutto con il disinvestimento dalle banche che pagano per il petrolio e il carbone. Se c’è una cosa che è certa è che, se vogliamo salvarci, dobbiamo lasciare il petrolio e il carbone là dove sono, sottoterra. (E’ una vergogna che Renzi abbia invece aperto le trivellazioni per il petrolio!)
“C’è bisogno di un sussulto morale di chi, nei paesi ricchi, non vuole essere complice - scrive Christophe Bonneuil - e lo manifesta in diversi modi: soluzioni per vivere altrimenti e meglio con meno, campagne per costringere le banche a disinvestire dalle imprese assassine del clima, pressioni sui governi affinchè passino dalle parole ai fatti in materia di riduzione delle emissioni, resistenza alle grandi opere…”
Mi
auguro che l’enciclica Laudato Si’ galvanizzi tutti, in
particolare le parrocchie e le diocesi per formare un unico grande
movimento per salvare la nostra amata Madre-Terra.
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