Alla marcia di Napoli noi c'eravamo
La marcia del 5 dicembre “Un popolo in cammino per la giustizia sociale contro le camorre”, promossa dai parroci di rioni a rischio della città
di Napoli,
non ha avuto solo l’effetto di aggregare e mobilitare realtà diverse, dagli studenti ai centri sociali e collettivi, al variegato associazionismo, ai parroci
dei quartieri periferici e del centro storico (18), oltre a tanti cittadini, ma anche alcuni rappresentanti religiosi. A piazza Dante ci siamo ritrovati sei gesuiti dalle
comunità del Gesù Nuovo e di Scampia, con alcuni amici, per
questa “uscita pubblica” senza segni di riconoscimento, sentendoci parte di
questo popolo in cammino per la giustizia e la vita contro le violenze delle
organizzazioni criminali, che hanno prodotto tante vittime innocenti, e per una vita più sicura sul territorio ed
un futuro per le giovani generazioni. Hanno manifestato la loro adesione anche
le comunità evangeliche di Napoli ed i rappresentanti di altre fedi. Come hanno
scritto le comunità evangeliche, “perchè
anche noi siamo parte di questo popolo che cerca giustizia, pace e vita”. Ci
siano mescolati a questo popolo in cammino senza preminenze per chiedere
giustizia e rivendicare diritti in tre aree fondamentali: scuola, sicurezza
sociale e lavoro per i giovani. Come ha
affermato don Antonio Loffredo, parroco della Sanità, “Non dobbiamo fermarci e
perdere questa unità: è la risorsa più grande in questa lotta”.
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