Matteo Renzi: comunicazione e potere


Un mio amico definiva uno scrittore di fatti religiosi uno che “garbava” la realtà, nel senso di fare grata impressione. La dizione si può applicare alla comunicazione del premier Matteo Renzi, che non è un informatore neutrale, ma un comunicatore politico che garba la realtà nel senso indicato, per conservare ed accrescere il consenso. Se si vuole un’apologeta dell’Italia e di sé, cioè dei successi conseguiti dal suo governo che si riflettono su chi lo guida.

Bisogna riconoscere che Renzi per virtù propria o di accoliti è un abile comunicatore, usufruendo abbondantemente per comunicare con i cittadini dei social media che trasmettono i suoi messaggi. Si avvale nello stesso tempo di Tweet (al 27 dicembre 4.751, followers 2,17 mln), Enews finora 407, e della pagina Facebook (i “Mi piace” alla pagina sono 847.572). Bisogna aggiungere la diffusione di questi messaggi da parte dei media di massa (giornali, TV, media online), in ragione della sua posizione politica di Capo del Governo, che conferisce un primato nella comunicazione di messaggi tale da oscurare quelli di altri politici. Non solo abilità comunicativa, ma comunicazione e potere come variabili esplicative del fenomeno.

Per basarmi sui dati ho fatto riferimento al profilo Twitter di Matteo Renzi, esaminando i tweet inviati negli ultimi giorni, che rendono conto dello stile di questi comunicati sui successi conseguiti ed esaltati, dando luogo ad una campagna elettorale permanente.
Il 24 dicembre a proposito dell’inaugurazione a Pompei di sei domus restaurate, scrive: “Pompei, emozione senza fine. Faceva notizia per i crolli, adesso per i restauri oggi inaugurati di sei nuove domus #italiariparte”. Leggo pochi giorni dopo che l’emozione per questo evento cresce: “Dopo l'inaugurazione delle 6 domus restaurate, quasi 6mila visitatori si sono fatti affascinare dalla bellezza di Pompei. A fine anno saranno 3 milioni e 250 mila persone ad aver visitato il sito nel 2015. Un anno da record! Ma su Pompei più delle parole possono le immagini come nel video-promo del corto girato da Pappi Corsicato. Lasciamoci stupire”. Certo per gli artistici affreschi e per l’opera umana che li ha restaurati.
Tweet del 22 dicembre: “Grande emozione. Finalmente si inaugura la variante di valico, non ci credeva più nessuno, ma #italiariparte”. Tweet del 13 dicembre: “Accordo di Roma su Libia speranza e successo per l’Italia”. Tweet del 12 dicembre: “Accordo sul clima è un passo importante. Italia protagonista oggi e domani.” Per concludere queste spigolature: nella Enews 405 del 23 dicembre enumera almeno 15 risultati conseguiti da provvedimenti del suo governo: “Questo 2015 si chiude con risultati e fatti concreti. L’Italia é forte”.

E’ chiara l’enfasi di questi messaggi con la ripetizione dell’hashtag italiariparte, per accreditare l’Italia sul teatro nazionale ed europeo, e creare un'atmosfera di fiducia per investimenti pubblici e privati. Quanto sia fragile questa ripartenza o meno ed in quali territori e settori avvenga è materia di pubblica discussione e verifica da parte della “koiné” italiana, chiamata ad una cittadinanza responsabile e attiva.
Non si può sfuggire all’impressione che il Nostro, con questa retorica che fa appello all’emotività, sia un sorta di incantatore o pifferaio nell’era della comunicazione, che sa vendere il suo prodotto. Ci auguriamo non manchi un seguito acritico da parte dei vari gruppi sociali, di fronte ad un apologeta politico cui non siamo più abituati, ma anche un Narciso emergente, evocato spesso da Scalfari nei suoi editoriali.

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