Popolo e parroci al funerale di Maikol


Martedì 5 gennaio il quartiere Forcella a Napoli ha manifestato dolore e rabbia al funerale mattutino per l’uccisione di Maikol Giuseppe Russo, 27 anni, ammazzato la sera di san Silvestro da un un proiettile vagante. Nel luogo dell’omicidio, piazza Calenda, fra il teatro Trianon ed il bar dove il giovane è stato raggiunto da una scarica di proiettili, sono comparse una decina di lenzuola bianche con le scritte: “Non si può morire per errore. Maikol vive nei nostri cuori”, “Ciao al nostro gigante”, “Non merita l’etichetta di camorrista. Dategli il giusto onore”. 

Era impressionante vedere i volti di tanti giovani attorno alla bara che piangevano il loro compagno, non un delinquente ma uno che si arrangiava vendendo calzini per strada, stroncato dalla violenza criminale in un istante. Bisogna rilevare che hanno concelebrato la funzione dieci parroci di Forcella, San Giovanni a Teduccio e Sanità, facenti capo al movimento Popolo in cammino, che un mese prima avevano dato vita con associazioni e comitati alla marcia “Per la giustizia sociale contro le  camorre”. “Sappiamo cosa succede” fanno presente ad alta voce, e padre Angelo con assunzione di responsabilità ha dichiarato che “La strada di Maikol è stata attraversata da una violenza che non doveva essere lì. Se questo continua, saremo non solo responsabili ma colpevoli”. Il movimento popolare citato deve continuare precisando con associazioni e comitati di cittadini i suoi obiettivi, elaborando più chiaramente i fenomeni della criminalità organizzata detta “camorra” e della violenza. Non mancheremo.

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