Italia-Libia, basta guerre ma serve rete (di Alex Zanotelli)
di Alex Zanotelli
Siamo
alla vigilia di un’altra guerra contro la Libia, “a guida
italiana” questa volta.
Sembra
ormai assodato che le forze speciali SAS sono già in Libia, per
preparare l’arrivo di 1000 soldati britannici. L’operazione
complessiva, capitanata dall’Italia, dovrebbe coinvolgere 6000
soldati americani ed europei per bloccare i 5000 soldati
dell’Isis. Il tutto verrà sdoganato come “un’operazione di
peacekeeping e umanitaria”. L’Italia, dal canto suo, ha già
trasferito a Trapani 4 cacciabombardieri AMX pronti a
intervenire. Il nostro paese - così sostiene il governo Renzi –
attende però per intervenire l’invito del governo libico di unità
nazionale, presieduto da Fayez el Serray. E' altrettanto chiaro che
sia il ministro degli Esteri, Gentiloni, come la ministra della
Difesa, Pinotti, premono invece per un rapido intervento.
Sarebbe
però ora che il popolo italiano - tramite il Parlamento - si
interrogasse, prima di intraprendere un’altra guerra contro la
Libia. Infatti, se c’è un popolo che la Libia odia, siamo proprio
noi che, durante l’occupazione coloniale, abbiamo impiccato o
fucilato centomila libici. A questo dobbiamo aggiungere la guerra del
2011 contro Gheddafi per “esportare la democrazia”, ma in realtà
per mettere le mani sull’oro ‘nero’ di quel paese. Come
conseguenza, abbiamo creato il disastro, facendo precipitare la Libia
in una spaventosa guerra civile, di tutti contro tutti, dove hanno
trovato un terreno fertile i nuclei fondamentalisti islamici. Con
questo passato, abbiamo noi italiani ancora il coraggio di
intervenire alla testa di una coalizione militare?
Il
New York Times del 26 gennaio scorso afferma che gli USA da parte
loro sono pronti ad intervenire. Per cui possiamo ben presto
aspettarci una guerra. Questo potrebbe anche spiegare perché in
questo periodo gli USA stiano dando all’Italia armi che avevano
dato solo all’Inghilterra. L’Italia sta infatti ricevendo dagli
USA missili e bombe per armare i droni Predator MQ-9 Reaper, armi
che ci costano centinaia di milioni di dollari. Non dimentichiamo che
la base militare di Sigonella (Catania) è oggi la capitale mondiale
dei droni usati anche per spiare la Libia. L’Italia non solo
riceve armi, ma a sua volta ne esporta tante soprattutto all’Arabia
Saudita e al Qatar, che armano i gruppi fondamentalisti islamici come
l’ISIS. I viaggi di Renzi lo scorso anno in quei due paesi hanno
propiziato la vendita di armi. Questo in barba alla legge 185 che
proibisce al governo italiano di vendere armi a paesi in guerra e che
non rispettano i diritti umani. (L’Arabia Saudita non rispetta i
diritti umani e fa la guerra in Yemen.)
Per
cui diventa pura ipocrisia per l’Italia intervenire militarmente in
Libia per combattere l’Isis, quando appare chiaro che siamo noi ad
armarlo. E’ così che siamo noi a creare i mostri e poi facciamo
nuove guerre per distruggerli. “La guerra è proprio la scelta per
le ricchezze - ha detto recentemente Papa Francesco - Facciamo armi:
così l’economia si bilancia un po’ e andiamo avanti con il
nostro interesse. C’è una brutta parola del Signore. Maledetti
coloro che operano per la guerra, che fanno le guerre: sono
maledetti, sono delinquenti!”
Basandoci
su questa lettura sapienziale, dobbiamo dire NO a questa nuova guerra
contro la Libia. Quello che ai poteri forti interessa non è la
tragica situazione del popolo libico, ma il petrolio di quel paese.
Dobbiamo tutti mobilitarci!
In
questo momento così grave è triste vedere il movimento per la pace
frantumato in mille rivoli. Oseremo metterci tutti insieme per
esprimere con un’unica voce il nostro NO alla guerra
contro la Libia, un NO a tutte le guerre che
insaguinano il nostro mondo? E’ possibile un incontro a Roma di
tutte le realtà di base per costruire un coordinamento o un Forum
nazionale contro le guerre? E’ possibile pensare a una
Manifestazione Nazionale contro tutte le guerre, contro la produzione
bellica italiana, contro la vendita di armi all’Arabia Saudita e al
Qatar, in barba alla legge 185? E contro le nuove bombe atomiche in
arrivo all’Italia, le B61-12? E’ possibile pensare a una
Perugia-Assisi 2016, retaggio storico di Capitini, sostenuta e voluta
da tutto il movimento per la pace?
Smettiamola
di ‘farci la guerra’ l’un con l’altro e impariamo a lavorare
in rete contro questo Sistema di morte. “La guerra è un affare", ha
detto recentemente Papa Francesco. "I terroristi fabbricano armi? Chi
dà loro le armi? C’è tutta una rete di interessi, dove dietro ci
sono i soldi o il potere. Io penso che le guerre sono un peccato,
distruggono l’umanità, sono la causa di sfruttamento, traffici di
persone. Si devono fermare”.
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