No a sgomberi Rom senza soluzioni abitative


Lettera aperta del Comitato Campano con i Rom

alla c.a.
Presidente Regione Campania - Vincenzo De Luca                                                      
Prefetto di Napoli - Gerarda Maria Pantalone
Sindaco di Napoli - Luigi De Magistris
Per conoscenza
Card. Crescenzio Sepe - Arcivescovo di Napoli

I recenti provvedimenti della Magistratura con i decreti in data 22 marzo 2016 di sequestro preventivo della Procura della Repubblica di Napoli delle aree di via delle Brecce Sant’Erasmo civici 106-108 e 123 e di ingiunzione ai ROM abitanti ivi di lasciar libere nel termine di 30 giorni le aree occupate abusivamente, - come pure le ingiunzioni della Magistratura ai Rom abitanti un campo di Torre del Greco (circa una settantina) - oltre allo sconcerto delle popolazioni Rom ivi abitanti per un incerto  futuro, destano perplessità e preoccupazione non solo per la numerosità dei nuclei Rom interessati, ma per la mancanza di soluzioni abitative alternative per tutti gli interessati, e soprattutto per la strategia di superamento dei campi Rom che non appare rispettosa della Strategia europea e “Nazionale d’Inclusione sociale dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti 2012-2020”. A nome del Comitato Campano con i ROM ma non solo sottoponiamo alcune riflessioni e sfide che ci interpellano come cittadini ed umani.

Per quanto riguarda in primo luogo i soggetti ROM interessati a queste misure, secondo il citato decreto dai sopralluoghi effettuati da personale della Polizia Municipale ed altri nel periodo dal febbraio 2014 al novembre 2015, ai civici 106/108 è stata registrata la presenza di oltre 250 nuclei familiari in baracche abusive e al civico 123 di circa 90 nuclei familiari alloggiati in sistemazioni precarie, che  ammonterebbero complessivamente a 1200/1300 soggetti ROM. In mancanza di serie alternative abitative si configura una grava emergenza abitativa per queste famiglie Rom insediate nell’area di Gianturco e per l’intera città. Si tratta, come è noto, nella quasi totalità di famiglie di origine romena, quindi di cittadini comunitari, con donne e numerosi figli nati sul nostro territorio (400 bambini), ivi insediate in sistemazioni precarie da più di un decennio, tollerate e conosciute dall’Amministrazione comunale napoletana, che provvedono alla propria sopravvivenza. Per queste famiglie era stato provveduto al trasporto scolastico dei figli e all'accompagnamento sanitario da parte dell’Assessorato al Welfare.  Lo sgombero viene a significare una sconfitta di questi tentativi avviati di inclusione sociale, che evidenziano la mancata o la difficoltà di programmazione e realizzazione nel tempo di progetti di più civili sistemazioni abitative da parte del Comune partenopeo.

Le ripetute e rudi dichiarazioni del Presidente della Regione Campania di voler provvedere allo smantellamento dei campi Rom nell'area napoletana e campana senza significare valide alternative, ed i recenti motivati per ragioni ambientali interventi della Magistratura fanno pensare ad una comune e convergente strategia di eliminazione territoriale dei campi rom, che sconfessa la Strategia europea e nazionale di Inclusione sociale di Rom, dei Sinti e dei Camminanti, e che deve essere denunciata alla pubblica opinione. Si può dire, secondo la terminologia di papa Francesco, che i Rom siano considerati una sorta di “scarti umani” da eliminare dalla presenza e dalla vista, con una perdita netta di umane risorse  se non di umanità. Riguardo al compito della Magistratura, nel rispetto della sua autonomia, non si può non ricordare che le leggi sono per l’ uomo, e la difesa e crescita di umanità e non l’uomo per la legge o interessi particolari protetti.

In conclusione,  secondo l’elaborazione e le pratiche consolidate negli anni non solo di associazioni e gruppi operanti pro Rom nel nostro territorio, ribadiamo il principio acclarato che NON SI PUO’ E NON SI DEVE PROCEDERE A SGOMBERI DEGLI INSEDIAMENTI ROM IN MANCANZA DI CONTESTUALI SOLUZIONI ABITATIVE ALTERNATIVE. Si chiede pertanto di non procedere allo sgombero dei campi Rom indicati nei termini previsti, anche per permettere di compiere l’obbligo scolastico dei bambini scolarizzati. Soprattutto, come abbiamo più volte richiesto, in vista del superamento della sistemazione delle popolazioni Rom in campi precari ed invivibili, occorre metodologicamente procedere urgentemente ad una serie programmazione nella sede di un Tavolo regionale con le Istituzioni, Enti uffici, associazioni e rappresentanze Rom interessate a questo superamento per attuare la Strategia di Inclusione sociale per quanto riguarda la sistemazione abitativa dei Rom insediati nel nostro territorio, come  prevista nel documento citato.
Siamo quindi a disposizione per ogni utile collaborazione, nella libertà di dare voce alle attese delle popolazioni Rom minacciate di sgombero.

Alex Zanotelli e Domenico Pizzuti
Napoli, 10 aprile 2016

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