Renzi difende la Casta?


Nel corso di pochi giorni abbiamo rilevato il cambiamento di tono nella comunicazione del Premier Renzi sul tema caldo della giustizia, per le esternazioni non diplomatiche del Presidente dell’ANM Davigo, dall’affermazione di un ventennio bestiale di giustizialismo ad un cauto riconoscimento della funzione dei giudici purchè le sentenze siano veloci. Ritornava alla memoria la figura di mio padre magistrato d’altri tempi che la sera tardi si chiudeva in camera per studiare i fascicoli e stendere le sentenze, e anche che non si può chiedere ai chirurghi di essere veloci nelle loro operazioni se non si vogliono procurare danni alla carne del paziente. 

Queste variazioni di tono da una parte si possono attribuire all’abbondanza della comunicazione immediata in rapporto a dibattiti in corso, aggiustando il tiro secondo le convenienze, dall’altra manifestano un certo fastidio del governante al discredito della classe politica per certe affermazioni forse generalizzate del rappresentante dell’ANM. Si insinua il dubbio che anche da parte del Nostro si tratti di una difesa di CASTA per la sua conservazione, che lo allinea con Berlusconi e compagni non solo sul tema della comunicazione, ma anche sui patti con gli italiani e le elargizioni smaccatamente elettoralistiche di miliardi di investimenti al Sud o alla cultura ed alla ricerca. 

Al di là delle polemiche politiche o del tiro al piccione fiorentino, interessa capire quali sono i valori o le priorità perseguiti nell’azione di governo solitaria ed occupante la scena da parte di Renzi, perché investimenti produttivi per l’occupazione benvenuti non sono la stessa cosa della promozione e difesa del lavoro e dei suoi diritti come valore che fonda la Repubblica. Dopo due anni o più di governo nelle regioni del Regno delle due Sicilie abbiamo udito finalmente che il contrasto alla mafia è una priorità politica. Dio sia benedetto...

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