I Rom nel limbo della città. Lettera a Gesù Bambino


Caro Gesù Bambino - si fa per dire perché sei il Signore celeste - per la tua vicenda terrena di migrazioni e violenza subita dai poteri e dalle élite dominanti anche religiose, comprendi la situazione di tanti profughi, poveri ed emarginati, compresi i ROM residenti nel nostro territorio. Ci rivolgiamo a te per essere ascoltati dai rappresentanti delle istituzioni amministrative comunali e regionali, visto che incomprensibilmente richieste formali di incontro con l’assessore comunale al Welfare hanno avuto rigetto, ed anche il Dipartimento alle Politiche sociali della Regione Campania ci ha risposto che l’incontro richiesto non era in agenda. 

Come Comitato Campano con i Rom per il costante monitoraggio delle situazioni e condizioni delle popolazioni Rom a Napoli e in Campania siamo preoccupati per situazioni di incertezza - e mancanza non solo nostra di informazioni - riguardanti in particolare la sorte delle famiglie Rom dei campi spontanei di Gianturco e Scampia. Nel primo caso in via Brecce a S.Erasmo su 1300 rom romeni incombe dalla primavera un ordine di sgombero della Procura di Napoli, prorogato anche per intervento del Comune in attesa di soluzioni abitative alternative, un’area attrezzata in via del Riposo per circa 300 persone con un finanziamento di Euro 500.000 work in progress; per gli altri 1000 non sembrano esserci soluzioni programmate. Nel secondo caso, a nostra conoscenza, è avvolta nelle nebbie la ripresa e rifinanziamento del progetto “villaggio di solidarietà” già approntato per circa 400 persone (su 700) provenienti dalla ex-Jugoslavia, residenti pacificamente nel campo di via Cupa Perillo da diversi decenni; anche se sono in corso trattative con la Regione Campania per lo sblocco del progetto e dei finanziamenti... Le situazioni di incertezza producono nebbia e palude, direbbe a ragione l’ex Premier Matteo Renzi.

Non si tratta solo di abbandonare l’inefficace e dispendiosa politica dell’emergenza, ma con una chiara decisione politica una buona volta anche a Napoli ed in Campania definire una politica civile per il superamento della sistemazione in campi dei Rom di varia provenienza.

In questo contesto, siamo venuti a conoscenza di un atto recente della Giunta Capitolina poco divulgato, che segna una inversione di tendenza rispetto al sistema delle baraccopoli di Rom. Una Memoria, a firma della sindaca Virginia Raggi, approvata il 18.11.2016, contiene un indirizzo per avviare il processo di superamento dei campi “villaggi della solidarietà” e l’inclusione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti, in attuazione delle Linee programmatiche 2016-2021 per il Governo di Roma. Tali linee avevano come obiettivo la realizzazione di un Piano per il superamento dei campi denominati “villaggi della solidarietà”, basato sull’applicazione dei quattro pilastri indicati nella “Strategia Nazionale d’inclusione di Rom, Sinti e Camminanti” 2012-2020.

Nel testo non si manca di rilevare che le scelte adottate dalle precedenti Amministrazioni, incentrate sulla organizzazione di campi lontano dalla città, baraccopoli per soli Rom, abbiano prodotto nei decenni precedenti «il risultato di moltiplicare da un lato insicurezza e conflitti nelle periferie e dall’altro di aumentare il livello di emarginazione delle popolazioni Rom, Caminanti e Sinti, senza garantire alcun processo di inclusione sociale nonostante le ingenti risorse economiche investite nel settore». Il punto nodale, viene riconosciuto, è la questione abitativa che «influisce sulla condizione di vita dei singoli soggetti e della comunità perché incide sulle possibilità di accesso ai servizi, di vita sociale con le altre popolazioni residenti oltre che sulle opportunità di accesso al lavoro e all’istruzione».

L’indirizzo formulato dalla Giunta Capitolina si specifica in un Workplan “Progetto Inclusione Rom” (Draft) con indicazione sintetica delle azioni-attività, Organizzazioni Istituzioni interessate, nel periodo gennaio-luglio 2017, affidato al Dipartimento delle Politiche sociali e della Salute dell’amministrazione capitolina. E’ l’avvio di un iter per il superamento delle baraccopoli per soli Rom, con un crono-programma di azioni ed attività che è tutto da attuare, con la collaborazione delle organizzazioni ed istituzioni previste, di associazioni ed il controllo dei cittadini. 

Per quanto riguarda il Comune partenopeo, è noto che la Giunta Comunale ha approvato il 5 maggio 2016 il “Piano di Azione Locale”, definito senza la partecipazione di associazioni e comunità rom. La Strategia Nazionale di inclusione di Rom, Sinti e Camminanti (2012-2020) esplicita 4 Direttrici (1. Istruzione-intercultura, 2.Lavoro, 3.Sanità, 4.Abitare) per la definizione degli interventi di politica locale a favore delle comunità presenti nel territorio cittadino. Nel piano è previsto un Tavolo di Rete per l’inclusione sociale, con la partecipazione delle Istituzioni pubbliche e private del territorio ritenute maggiormente significative, che non consta finora sia stato convocato.

La questione è politica e metodologica nel senso dell’assunzione decisa e doverosa del superamento dei campi Rom anche nel territorio comunale e regionale con un processo di programmazione che non abbia paura di coinvolgere i diretti interessati, rappresentanze professionali, culturali ed associative. I tempi sono maturi per la disponibilità di esperienze ed elaborazioni anche a Napoli ed in Campania. Quando la convocazione dei tavoli previsti sia livello regionale che comunale?

Gesù Bambino mettici una buona parola perché i nostri rappresentanti non abbiano paura di aprire le porte di Palazzo San Giacomo ai cittadini per collaborativi incontri sulle politiche sociali a favore delle comunità Rom locali e non solo. Altrimenti inducono cattivi pensieri...

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