Gesuiti, nasce la provincia Euro-Mediterranea

tratto da Gesuiti News


“Come ogni nascita anche quella della neonata Provincia Euro-Mediterranea porta con sé gioia e incertezza”: il padre generale Arturo Sosa celebra nella chiesa del Gesù davanti ai rappresentanti dei 520 gesuiti della nuova entità territoriale nata ufficialmente il primo luglio 2017. Alla presenza di collaboratori laici e amici della Compagnia, la lettura dei decreti con cui viene costituita la nuova Provincia e ne viene nominato provinciale padre Gianfranco Matarazzo, apre una celebrazione che rende bene il senso della ricchezza e della complessità del cammino che va a iniziare. Preghiera liturgica in italiano, prima lettura in maltese, seconda in albanese, Vangelo in inglese, preghiere dei fedeli nelle quattro lingue e così via…senza dimenticare Padre nostro e qualche altro canto in latino. “O Dio onnipotente… concedici di operare sempre in comunione con il tuo Figlio perché, infiammati di carità e unificati dallo spirito di obbedienza, custodiamo nel cuore quell’unione degli animi che è opera della tua grazia”: la colletta della celebrazione speciale per “l’Unione degli animi”  rende bene il senso di un momento storico per la Compagnia. “Albania, Malta e Italia hanno situazioni sociali complesse e in cambiamento, che sono una sfida alla nostra capacità di capire e discernere”, dice nell’omelia padre Sosa. “L’incertezza davanti a un futuro che non riusciamo ad anticipare è anche spinta a mettere fiducia nel Dio che ha chiesto ad Abramo, a 75 anni, di lasciare la sua terra”.
“Condividiamo una storia bella e ci sentiamo chiamati a continuarla con la nuova Provincia, che non è una creazione burocratica, né nasce da esigenze organizzative”, dice alla fine della celebrazione padre Matarazzo. “È una risposta a ciò che noi gesuiti sperimentiamo come chiamata del Signore. Nessuno si senta escluso”.
[...] Le difficoltà? Sottolinea padre Magro: “È un progetto molto bello anche se per alcuni gesuiti, specialmente di una certa età, è molto difficile cambiare. Avremo bisogno di anni per lavorare insieme, così che si arrivi a un nuovo modo di pensare. Il cambiamento ha bisogno di tempo: noi gesuiti facciamo molti esercizi spirituali per avere una libertà interiore che non è scontata, non è così facile. Dovremo allora pregare di più, per non essere troppo attaccati alla Provincia cui apparteniamo. Siamo tutti nella stessa Compagnia”.

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