Oltre le ceneri, a Scampia un passaggio epocale


La comunità rom è molto colpita dal susseguirsi degli eventi. All'incendio del 27 agosto in cui sono andate distrutte 5 baracche e diversi mezzi dell'ASIA ha fatto seguito il trasferimento prima di 27 persone, e da quattro giorni di altre 30 persone tra donne, uomini e bambini. Questo nuovo trasferimento trova ragione nel fatto che le relazioni congiunte dell'Arpac e dell'Asl confermano il dato relativo ad un inquinamento dell'aria e del suolo incompatibile con la vivibilità delle persone. 

I comitati e le organizzazioni che promuovono la tutela eco-ambientale del territorio sottolineano come questo rapporto confermi notizie già tristemente risapute. Senza alcuna polemica, ma con spirito di restituire un quadro della realtà più prossimo a raccontarne la sua evoluzione storica, sono forse maturi i tempi perché anche aree devastate da un abbandono non incolpevole trovino un loro epilogo attraverso seri processi di bonifica e riqualifica in termini di beni, servizi, abitazioni dell'intera area, definita secondo quanto indicato nel piano regolatore con il nome di AMBITO 7.

I campi di Cupa Perillo sono stati successivamente interessati da azioni intimidatorie ad opera di giovani napoletani. Le motivazioni restano ancora poco note, ma certo è l'aumento del clima di incertezza e precarietà in cui vive la comunità rom da circa due mesi. In questa difficile situazione che ancora una volta vede colpite le fasce più marginali della nostra città, siamo però in grado di raccontare come associazione da sempre impegnata nei processi di emancipazione dal basso, ma soprattutto come COMITATO ABITARE CUPA PERILLO, lo straordinario processo che sta vivendo la comunità rom. Come qualcuno di loro ha detto: "dormivamo, ma ora siamo finalmente svegli". Così l'intero quartiere di Scampia.

Di fronte alla notifica dello sgombero previsto per il prossimo 11 settembre, alle accuse sui roghi, agli incendi e alle minacce, la comunità rom non si mette in fuga come quasi sempre avviene qua e là in giro per l'Italia, ma reagisce con consapevolezza, nell'intenzione di salvaguardare la propria esistenza, contribuendo nel contempo al miglioramento del quartiere in cui hanno scelto di vivere da oltre 30 anni, l'unico a cui sentono davvero di appartenere. Da oltre due mesi infatti, con un'azione rischiosa per la propria incolumità e che qualcuno ricollegava allo scoppio degli incendi del 27 agosto, un'azione collettiva ha visto impegnanti molti rom nell'impedire gli sversamenti dei rifiuti e nel documentare quelli che riuscivano nonostante i presidi a sversare ogni sorta di materiale. 

Ancora, oltre 35 persone qualche giorno fa hanno dato mandato agli avvocati Pierro B., Consentino E., Del Piano A. e Guardascione F. per la presentazione alla Procura della Repubblica di Napoli di un esposto contro ignoti, in qualità di vittime dei fatti concernenti gli sversamenti abusivi di rifiuti, gli incendi che hanno colpito i campi rom e le intimidazioni subite a più riprese, fino all'ultimo evento di stanotte che ha visto l'incendio di una baracca disabitata che per fortuna non ha avuto esiti devastanti, grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco chiamati da diversi abitanti della comunità rom. Qualche tempo fa una simile reazione non era nemmeno ipotizzabile, si assiste ad passaggio epocale, i rom prendono in mano la propria vita e si rendono artefici del proprio cambiamento.

Se tutto questo è possibile, dopo tanti anni di attività di advocacy, è certamente per il ruolo decisivo giocato dal quartiere Scampia, che il Comitato A.C.P. in qualche modo incarna per la molteplicità di soggetti che lo compongono. Un'azione che supera la solidarietà, la pronta assistenza comunque necessaria, e riesce a dare risposte concrete alle molteplici situazioni di disagio che il quartiere attraversa in questo momento, in termini di coesione sociale, di rivendicazione di un diritto all'abitare DIGNITOSO E PER TUTTI, di un miglioramento complessivo dell'area Cupa Perillo, a vantaggio di una collettività territoriale, cittadina. 

Purtroppo questo processo, forse unico nella sua storia, non trova un'eco mediatica corrispondente alla sua straordinarietà e utile a contrastare il vento politico razzista e anti-sociale che invece trova ampio spazio su giornali e tv. Sopratutto da quando l'amministrazione comunale, in contro-tendenza rispetto al passato, si fa carico dell'intera comunità rom di Scampia, cercando soluzioni temporanee utili a garantire il diritto di una comunità residente da oltre 25 anni a rimanere sul suo territorio di elezione.

Questa fase transitoria, che coinvolgerà un numero non ancora precisato di abitanti rom di Cupa Perillo, prevede il loro trasferimento per un tempo contingentato (da un mese a tre mesi) presso la caserma Boscariello tra Miano e Scampia, attualmente in disuso. La risposta politica della VII Municipalità è molto pericolosa, riprovevole e inadeguata a dare risposte concrete alle istanze di riqualifica e miglioramento dei territori che istituzionalmente rappresentano. Gli stessi proclami che utilizzano come paravento per nascondere l'incapacità di progettare piani di sviluppo locale, processi sinergici di concertazione e confronto dal basso tra gli attori dei territori. Purtroppo lo scenario pietoso di questi giorni vede l'affissione di volantini per una mobilitazione razzista e populista, l'esposizione di alcune donne strumentalizzate a difesa del proprio decoro e diritto ad uno sviluppo "identitario italico" dinanzi alla caserma Boscariello, l'indizione di un consiglio municipale nell'VIII municipalità (cui non ha preso parte l'opposizione) in nome del rifiuto e respingimento delle comunità rom, perché, in sintesi, non vengono considerati cittadini di questo territorio ma accusati del degrado di alcune zone cittadine.

In questo scenario complicato e confuso sentiamo necessario riportare l'attenzione sulla possibilità/capacità che il Comitato Abitare Cupa Perillo acquisti sempre più una legittimazione politica, riesca a consolidare il lavoro interno di creazione di una leadership autorevole e capace, credendo fortemente nella necessità che l'assemblea resti il luogo privilegiato per la formulazione di soluzioni differenziate abitative dignitose e di sviluppo territoriale.

Comitato Abitare Cupa Perillo
Associazione chi rom e...chi no

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