Caro Saviano, non tutte le periferie sono "nere"


Leggo su vari giornali online quello che Roberto Saviano ha dichiarato dopo l'aggressione all'inviato RAI Daniele Piervincenzi per mano di Roberto Spada, infastidito dalle domande sui legami con il candidato di CasaPound Marsella. "Ormai Ostia è diventata come Corleone, come Scampia: territorio dominio dei clan. E lo stato italiano ha responsabilità enormi per questo". 

Il nostro Saviano, che ha ben altri meriti per i suoi reportage e scritti sulle organizzazioni criminali in Italia e all'estero, nelle sue ricorrenti affabulazioni su problemi sociali emergenti rischia talora di riproporre stereotipi non controllati, in riferimento alla diversità delle situazioni tra cittadine e periferie (Scampia non è certo Corleone e neppure Ostia) e a cambiamenti intervenuti nella diffusione e nella presa delle organizzazioni criminali sul territorio, grazie al contrasto istituzionale e delle espressioni della società civile.

Utilizzando la famosa espressione di Hegel nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito, “la notte delle vacche nere”, con cui critica le concezioni che interpretano la realtà come "altro" da quella in cui viviamo e che separano il mondo del divenire dalla "vera" realtà, per onor di cronaca possiamo se non altro affermare che non tutte le periferie nella notte sono "nere".

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