L'ombra delle mafie sul voto


Nel corso degli Stati generali della lotta alle mafie a Milano, nei giorni scorsi, promossa dal Ministero della Giustizia, il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha rinnovato l’invito a tutti i partiti ad un patto pubblico solenne in cui dicano che - nelle diverse tornate elettorali - rifiutano i voti della mafia. L’esortazione nel XXl secolo può destare meraviglia perchè i voti ai partiti non solo devono essere “utili” ma anche “puri”, non inquinati dal sostegno delle mafie. Anche non volendo andreottianamente pensare male, da queste autorevoli esortazioni viene da pensare che è ancora in agguato l’ombra delle mafie nelle varie tornate elettorali, da cui occorre guardarsi da parte dei partiti, ovvero la ricerca del consenso attraverso transazioni con soggetti mafiosi. Si attende la risposta dei partiti non solo a parole, ma come suggerito con un atto pubblico solenne di rifiuto del voto delle mafie e da una coerente vigilanza sulla trasparenza del voto. Ma non basta, perché per esempio il lavoro della Commissione antimafia sulle liste elettorali è complesso e lento.

In un incontro con i giornalisti trasmesso da un notiziario televisivo, il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci in merito alla presenza di “impresentabili” nelle liste siciliane, con faccia tosta rinfacciava ai giornalisti che non si trattava di una “notizia” perché non erano di più delle altre competizioni. Strano e contorto ragionamento sul piano dell’informazione, perché non sembra mettere in questione la presenza di impresentabili nelle liste elettorali, quando i rappresentanti istituzionali sono deputati al rispetto e all’osservanza della legalità. Non siamo certo nuovi a comportamenti diffusi a livello locale (non solo in Sicilia) di scambio di vantaggi particolaristici economici e politici, anche con esponenti mafiosi forse in doppio petto.

La battaglia per la legalità non è terminata, non solo al vertice ma nelle interazioni e scambi della società civile, frutto di mentalità diffuse da smantellare anche con la coerenza delle istituzioni sociali.

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