Un gesuita a Scampia. Esce il libro di Fabrizio Valletti
FABRIZIO VALLETTI, Un gesuita a
Scampia, Come può rinascere una periferia degradata, Prefazione di Franco Roberti, Postfazione di
Marco Rossi-Doria, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 2017, pp. 225, Euro
19.00
Il prezioso volumetto
ad opera di un gesuita romano inviato in missione a Scampia, periferia urbana
nell’area nord di Napoli, di cui si narra in questo testo la molteplice
esperienza nel corso di un quindicennio, non è un'autobiografia,
una narrazione, una testimonianza
edificante, ma una conversazione diretta ed immediata con il lettore che
coinvolge, e mi richiama le conversazioni e gli scambi nella convivenza con
l’Autore in questo quartiere.
Se la narrazione di questa esperienza riguarda specificamente
l’ultimo quindicennio vissuto da Fabrizio Valletti a Scampia, come recita il titolo, non si può
non rilevare la continuità con le esperienze sociali, culturali, pastorali,
vissute in altre località prevalentemente del centro-Italia (Livorno,Firenze,
Follonica, Bologna). Esperienze messe alla prova
problematicamente nella sua avventura in questo quartiere napoletano, a contatto con i problemi sociali irrisolti come l’accesso alle opportunità
lavorative (negato specialmente alle
giovani generazioni) a cui ha dato qualche risposta il “Progetto
Scampia” con realizzazioni di formazione professionale e la promozione di attività lavorative ideate dall’Autore); e come le deprivazione culturali di strati popolari,
ed una diversa subcultura per l’illegalità diffusa ed i traffici della
criminalità organizzata. Criminalità in parte domata ma non sgominata in seguito ad un efficace intervento delle
forze dell’ordine a partire da cinque anni a questa parte, in verità poco
portato a conoscenza dell’opinione pubblica.
Senza pretendere in questo
racconto, come afferma l’Autore, di proporre particolari analisi scientifiche e culturali della
complessità che caratterizza la vita del
quartiere, non si può non rilevare da un punto di vista metodologico dell’azione
sociale, che Valletti nell'approccio ai
problemi del quartiere manifesta a più riprese le domande che gli ponevano i
problemi stessi ed i tentativi di
comprensione di situazioni, condizioni e comportamenti diffusi, con elaborazione possibilmente di risposte.
A nostro avviso, un pregio formale da
rilevare è la scrittura chiara, tersa, trasparente del pensiero, che dà luogo
ad una comunicazione efficace, ed insieme una presentazione della materia
articolata, ordinata, che dà vita ad una
sorta di mosaico formato dalle tessere vive dei vari capitoli, con le loro
articolazioni, o ad un insieme di tante chiare mattonelle che formano il
disegno di una esperienza vissuta. Preferiamo mettere in rilievo in questa gli aspetti della scrittura di questa esperienza,
che invitano alla lettura e danno conto della personalità di Fabrizio e delle
molteplici direzioni dei suoi interventi, non solo nel quartiere Scampia.
Acquista senso a nostro avviso il sottotitolo del testo “Come può rinascere una
periferia degradata”, dove certo fa aggio la personalità di un operatore
sociale con le realizzazioni e le relazioni sociali che ha sviluppato
costituendo “ponti” anche con altri quartieri della città. Di qui l’ampio e
preciso resoconto della “costellazione di presenze” costituito dalle numerose
associazioni sociali, culturali, civili, da parte della società civile, che per
certi versi costituiscono un unicum non solo nel panorama dei quartieri
periferici della città. Tra cui in particolare il Centro Alberto Hurtado di formazione
professionale e di svariate attività socio-culturali per tutto il territorio.
In
conclusione, senza piaggerie il testo non è solo la narrazione e testimonianza
di un’esperienza di vita ed attività di un gesuita in un quartiere periferico
napoletano, da inverare anche da altri lungo una scia tracciata, ma una pagina
di “geografia sociale”, da diffondere anche negli istituti scolastici.
Commenti
Posta un commento