Generare Dio. La madre col bambino


Nella collana de Il Mulino Icone. Pensare per immagini, curata da Massimo Cacciari, a settembre è uscito il prezioso volumetto “Generare Dio”, nel quale il noto filosofo offre una colta ed elevata riflessione su alcune icone della pittura italiana quattro/cinquecentesca. Raffigurano Maria con il bambino e disvelano il mistero della generazione di Dio nella carne di Maria.

La figura della Vergine col suo bambino ha svolto un ruolo straordinario nella civiltà europea. Attraverso questa immagine, che assume forme diversissime, che è chiamata ed invocata con nomi anche contrastanti, questa civiltà non ha pensato soltanto il proprio rapporto col divino, la relazione di Dio con la storia umana, ma l'essenza stessa di Dio. Perché Dio è generato da una donna? Pensare quella Donna costituisce una via necessaria per cogliere quell'essenza. E le grandi icone di quella Donna, come la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna, non sono illustrazioni di idee già in sé definite, bensì tracce del nostro procedere verso il problema che la sua presenza incarna.

A dire di Cacciari, “Questo appare comunque certo nell’Occidente cristiano, la meditazione su Maria si svolge essenzialmente attraverso la straordinaria messe delle sue immagini. La figura di Maria ci viene da loro, e in primis da quelle che ne vedono la relatio non adventitia con suo bimbo; impossibile  pensarla se non incarnata in esse. La Maria dei teologi non è spesso che una pallissima eco (...). Tra parola ed immagine non v’è mai alcun diretto rapporto “illustrativo”. E tuttavia, specialmente per questa figura, sembra spesso sia l’icona a eccedere la parola e sia semmai la parola a ridursi a illustrazione dell’icona. Qual’é, d’altronde, l’icona per eccellenza dell’evangelista pittore, se non appunto quella di Maria con il bimbo? E quale esegesi compiono di questa prima icona i seguaci di Luca? Ci permettono le loro pitture di penetrare in tale relazione? Giungono a manifestarne il mistero, a penetrare attraverso il visibile l’invisibile?”.


Nelle pagine di questo volumetto - curato con alcune immagini rappresentative della pittura rinascimentale - è tracciato il percorso di una fenomenologia dell’invisibile nella rappresentazione sensibile di Maria, che ne restituisce verità e mistero.

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